AUDIZIONE AL SENATO DEL COMANDANTE GENERALE DEI CARABINIERI: NO ALL’UNIFICAZIONE CON LA POLIZIA, NO ALL’ASSOCIAZIONISMO; OTTIME INVECE LA RAPPRESENTANZA MILITARE E LA SPECIFICITA’

lunedì 08 febbraio 2010

Legislatura 16º - 4ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 111 del 03/02/2010

Seguito dell'indagine conoscitiva sulla condizione del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare: audizione del Comandante generale dell'Arma dei carabinieri

Riprende l'indagine conoscitiva, sospesa nella seduta del 19 gennaio scorso.

Il generale GALLITELLI sottolinea preliminarmente i principali impegni operativi dell’Arma dei carabinieri, ponendo l’accento, in particolare, sull’importante ruolo svolto sia nelle operazioni internazionali (in cui si sono distinte, con funzioni di polizia in contesti altamente destabilizzati, le Multinational Specialized Units), sia in ambito nazionale (in cui spicca l’operato delle stazioni per la tutela della sicurezza pubblica).
Per quanto attiene, quindi, alla condizione del personale militare, rimarca innanzitutto l’indiscutibile centralità della risorsa umana all’interno dell’organizzazione, cui viene rivolta la massima attenzione per il miglioramento qualitativo della vita professionale, componendo un saggio equilibrio tra esigenze istituzionali e bisogni personali e familiari. A tal fine, il comando generale si avvale anche della "Commissione per il supporto della condizione generale del personale dell’Arma dei carabinieri", che svolge compiti di monitoraggio al fine di isolare i fattori di criticità e individuare adeguate soluzioni migliorative dei livelli di benessere dei militari.
Passando a descrivere, nel dettaglio, la situazione della Forza armata, rileva quindi che essa registra attualmente 108.791 militari (di cui 1.078 donne), ripartiti in 3.812 ufficiali, 28.364 ispettori, 17.333 sovrintendenti e 59.282 appuntati e carabinieri, di cui l’80,6 per cento è impiegato nell’organizzazione territoriale, l’1,7 per cento nell’organizzazione addestrativa ed il 10,8 per cento a quella mobile e dei reparti specializzati. L’area interforze ed altri reparti per particolari esigenze di sicurezza assorbono quindi il 5,5 per cento delle risorse, mentre al comando generale dell’Arma è destinato, infine, il restante 1,4 per cento. In ragione del particolare regime autorizzatorio delle assunzioni, non è stato poi garantito, negli ultimi anni, il regolare turn over del personale, determinando una progressiva carenza di effettivi (oggi pari a circa 6.400 unità), fronteggiata attraverso un intenso sforzo di razionalizzazione dell’apparato logistico e amministrativo che ha consentito il recupero di circa 4000 uomini. In ogni caso, la manovra finanziaria per il 2010 ha previsto per le Forze di polizia lo sblocco del turn over per il prossimo triennio, consentendo, con il reclutamento di un numero di militari pari a quelli posti in congedo, di mantenere invariati gli attuali livelli di forza.
L’oratore osserva inoltre che uno degli aspetti più significativi, per la sua naturale incidenza sul profilo d’impiego e sulla mobilità del personale, concerne l’età media dei militari in servizio, oggi pari a 41,25 anni con una progressione che si è particolarmente accentuata negli ultimi anni. Tale processo di invecchiamento è, d’altronde, attribuibile sia al mancato ripianamento del turn over, sia ai massicci arruolamenti effettuati nei primi anni ‘80, in ragione dei quali oltre 47.000 militari sono oggi nella fascia d’età compresa tra i 41 e i 50 anni.
Un altro dato da tenere in considerazione è poi la percentuale di militari dell’Arma coniugati, elemento che incide profondamente sulla mobilità del personale, tenendo anche conto del fatto che sono sempre più numerosi i nuclei familiari sostenuti da un secondo reddito derivante dall’attività lavorativa del coniuge.
Con riferimento alla distribuzione geografica della forza, osserva inoltre che le concentrazioni più elevate si registrano nel Lazio (17,43 per cento), in Lombardia (9,54 per cento), in Sicilia (9,48 per cento), nella Campania (8,89 per cento), in Puglia (5,6 per cento) ed in Calabria (4,8 per cento), e che il 34,69 per cento dei Carabinieri presta servizio nella regione di nascita, mentre il restante 65,3 per cento è impiegato in regioni diverse. Tale dato, peraltro, presenta rilevanti riflessi in ordine alla gestione delle risorse umane, determinando, nei fatti, difficoltà nella politica di impiego.
Con riferimento alla condizione del personale femminile sottolinea la progressiva crescita della presenza delle donne, impiegate in maniera indifferenziata in tutte le diverse organizzazioni dell’Arma, rilevando altresì che l’ancora ristretto numero di posizioni di comando ad esse attribuito è principalmente correlato alla loro tarda immissione nei ruoli.
Per quanto attiene alla politica di impiego del personale, rileva quindi che la materia, e segnatamente quella dei trasferimenti, è trattata a livello centrale per tutto quanto concerne gli ufficiali e per le destinazioni dei marescialli, brigadieri, appuntati e carabinieri che chiedono di trasferirsi da una regione amministrativa ad un’altra, oppure tra differenti comparti organizzativi dell’Arma. È invece devoluta alla competenza dei comandanti di legione la destinazione dei carabinieri nell’ambito territoriale della medesima regione amministrativa. Al riguardo, va inoltre sottolineato che, nel solo anno 2009, i comandi di legione hanno disposto 5.080 trasferimenti a richiesta del personale, e che, nello stesso periodo, il comando generale ha determinato circa 3.000 trasferimenti a domanda in ambito nazionale. Nel dettaglio, i provvedimenti sono stati adottati nell’ambito di due procedure: la prima realizzata attraverso la formazione annuale di una graduatoria nazionale (che si basa sui titoli posseduti da ciascuno ed è gestita attraverso un sistema informatico particolarmente evoluto), e la seconda costituita da singole domande che possono essere prodotte in qualunque momento dell’anno e senza particolari formalità, motivate da gravi esigenze personali. In tale contesto l’Arma ha definito una disciplina interna che, integrando la tutela già riconosciuta dall’ordinamento statale all’unità familiare e all’esercizio della funzione genitoriale, consentirà all’Amministrazione di risolvere i ricorrenti problemi di ricongiungimento familiare, anche a favore di quanti non sono destinatari di benefici formalmente sanciti dalle norme di legge vigenti.
A quanto precede, si affianca, poi, un ulteriore istituto -denominato "trasferimento temporaneo"- a durata variabile, attraverso il quale è consentino al militare di fronteggiare gravi evenienze nelle aree di interesse personale, come dimostrato dalla positiva soluzione delle problematiche inerenti al personale di origine abruzzese in occasione del recente terremoto.
L’oratore prosegue la propria esposizione illustrando le caratteristiche del sistema assistenziale, articolato su centri di responsabilità periferica (corrispondenti ai comandi di corpo), e su un centro di responsabilità nazionale, individuato nell’Ufficio per l’assistenza ed il benessere del personale. Tra le attività di questo ufficio, meritano particolare menzione le iniziative finalizzate a migliorare gli interventi assistenziali in favore delle vittime del dovere, dei loro familiari e di tutto il personale che versa in stato di difficoltà e bisogno. È stata infatti realizzata, nel 2008, una piattaforma informatica che, interfacciata con il sistema di gestione del personale e con il sistema pensioni dell’Arma, nonché con il sistema informativo sanitario della Difesa, è specificamente dedicata alla raccolta ed al monitoraggio costante di tutti gli interventi assistenziali. Il sistema consente la verifica, in tempo reale, di ogni singola posizione, l’estrapolazione delle situazioni emergenti e l’attivazione di adeguati interventi nei casi meritevoli di assistenza. Nelle competenze dell’ufficio rientrano anche l’elargizione di contributi a titolo di rimborso delle rette d’iscrizione dei figli agli asili nido, l’allestimento di palestre e di aree di riunione e di svago presso i reparti, ed il sostegno a tutte le attività ricreative e culturali. Spicca inoltre la rilevante attività del Fondo assistenza, previdenza e premi per il personale, il quale provvede alla tempestiva concessione di contributi ai militari in difficoltà economiche, e che gestisce, inoltre, la stipula di convenzioni ed accordi con società assicurative. Sempre con riguardo all’area assistenziale, rileva poi l’assistenza prestata alle vittime del dovere ed ai loro familiari. Alla loro cura è infatti dedicata un’apposita sezione dell’Ufficio citato, che mantiene costanti contatti con le direzioni di vari enti e dicasteri per la sollecita definizione dei benefici economici previsti dalla legge.
Infine, sono pienamente inserite nell’area anche le 42 infermerie distribuite sul territorio (con funzioni di medicina preventiva, curativa, riabilitativa e medico-legalea) ed il servizio di psicologia medica.
Relativamente alla politica addestrativa del personale, rileva quindi che tutti i corsi formativi di base sono soggetti ad un continuo processo di aggiornamento: per gli allievi si approfondiscono le attività proprie del carabiniere (caratterizzate dall’esercizio delle funzioni di polizia giudiziaria, di controllo del territorio, di polizia militare e di soccorso alla cittadinanza), per i marescialli, oltre alla formazione specialistica, sussiste un’apposita convenzione con l’Università degli studi di Firenze (che consente, al termine del biennio, di conferire la laurea di operatori della sicurezza sociale), ed infine i programmi addestrativi degli ufficiali, sviluppati in un quinquennio, oltre a consentire ai frequentatori di conseguire la laurea specialistica in giurisprudenza, realizzano una equilibrata sintesi tra la preparazione giuridica e la formazione dei comandanti. Inoltre, con particolare riguardo alle funzioni di polizia giudiziaria, è stato costituito, nel 2008, l’Istituto superiore di tecniche investigative, che si avvale di avanzatissime metodiche didattiche e fruisce del contributo diretto dei migliori investigatori di cui l’Arma dispone.
Oltre all’aggiornamento dei programmi formativi, l’apparato addestrativo è stato altresì interessato da rilevanti interventi nel settore infrastrutturale, con un programma pluriennale di ammodernamento (tuttora in corso), che mira ad assicurare moduli abitativi con servizi igienici dedicati.
In ordine alla delicata tematica concernete gli alloggi, osserva che, attualmente, l’Arma ha a disposizione 12.963 alloggi di servizio attribuiti all’incarico. In particolare, l’assegnazione avviene sulla base di criteri di preminente interesse istituzionale, rispondenti alla duplice esigenza di garantire l’immediata e costante disponibilità del personale -in particolare di quello investito di funzioni di comando- e di attenuare i disagi per le famiglie interessate da trasferimenti. Con riferimento, poi, agli alloggiamenti dei militari celibi in caserma, il comando generale ha avviato, da tempo, una serie di interventi volti alla progressiva trasformazione delle vecchie camerate in moduli alloggiativi di più moderna concezione.
L’oratore procede quindi all’analisi del ruolo svolto dalla Rappresentanza militare, osservando che tutte le scelte compiute nei settori di maggiore incidenza sulla condizione del personale militare sono scaturite anche dal proficuo e costante dialogo con l’organismo di rappresentanza, al quale vanno riconosciute la capacità di ricezione ed analisi delle istanze dei militari e la convinta disponibilità a collaborare con i comandi gerarchici affiancati, con piena identità d’intenti. Per tali motivi che l’Arma sostiene le istanze di riforma attualmente all’attenzione del legislatore, a patto che esse tengano conto della necessità di escludere qualsiasi ipotesi associazionistica esterna.
A sostegno di questo indirizzo converge, peraltro, il rilevante ruolo svolto dalla rappresentanza militare nell’approfondimento, tuttora in corso, di alcuni temi strettamente attinenti alla condizione militare: riconoscimento della specificità del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia, tutela previdenziale e riordino dei ruoli e delle carriere. Nel dettaglio, la specificità rappresenta uno dei caratteri distintivi del comparto difesa e sicurezza, traendo la sua ragion d’essere dalle speciali funzioni devolute ai militari ed agli operatori di polizia. Non meno importante è quindi la tutela previdenziale, che necessita di una risolutiva riflessione sui sistemi di previdenza complementare, introdotti nel 1998 per il personale delle Forze armate e di polizia, ma non ancora disciplinati. Infine, per quanto attiene al riordino dei ruoli e delle carriere, stante quanto già previsto dalla legge finanziaria 2004, il comando generale, in stretta intesa con le restanti amministrazioni della Difesa e dell’Interno, sta approfondendo le diverse ipotesi sinora formulate, che mirano, da un lato, alla valorizzazione economico-funzionale delle qualifiche e dei gradi apicali del ruolo dei marescialli, e, dall'altro, al riassetto delle categorie dei brigadieri, degli appuntati e dei carabinieri, prevedendo, accanto alla valorizzazione economica, un più armonico sviluppo di carriera che comprenda il grado iniziale di carabiniere e quello apicale di brigadiere capo.
Il generale Gallitelli conclude la propria esposizione auspicando una rapida conclusione della procedura di concertazione relativa al biennio economico 2008 - 2009, recentemente avviata con lo scopo di poter corrispondere, al più presto, un concreto riconoscimento al personale del comparto difesa e sicurezza per l’impegno e il sacrificio quotidianamente profusi nello svolgimento del servizio istituzionale.

I Commissari presenti pongono alcuni quesiti.

Il senatore DEL VECCHIO (PD), dopo aver posto l’accento sull’importante contributo fornito dall’Arma nelle operazioni internazionali di pace, chiede delucidazioni in ordine alle attuali carenze organiche, domandando se esse non possano essere compensate dall’ingresso nell’Arma del personale congedatosi dalle restanti Forze armate (che beneficerebbe, tra l’altro, di un importante sbocco occupazionale).

Il senatore TORRI (LNP) pone in risalto le problematiche inerenti alla riforma della rappresentanza militare, sottolineando altresì l’opportunità di prevedere opportune misure economiche a sostegno del personale, quali, ad esempio, l’anticipazione di parte del trattamento di fine rapporto al fine di facilitare l’acquisto di immobili di proprietà.
Con riferimento, quindi, alla necessità di assicurare adeguate risorse per il corretto funzionamento dei comparti, domanda quale ruolo potrebbe essere rivestito dalla società Difesa Servizi S.p.A..
Conclude rimarcando l’inopportunità di eventuali provvedimenti volti ad introdurre un modello di polizia unificato, che non terrebbero conto della specificità dell’Arma dei carabinieri.

Il senatore CAFORIO (IdV) chiede chiarimenti in ordine alle principali criticità della situazione alloggiativa.

Il senatore SERRA (PD) domanda quale sia la posizione assunta dall’Arma in ordine agli occupanti sine titulo degli alloggi di servizio, nonché ulteriori chiarimenti in ordine ai rapporti tra l’Arma ed i proprietari degli immobili che ospitano le caserme.
Con riferimento, quindi, al profilo economico, chiede delucidazioni in ordine alla corresponsione degli straordinari effettuati dal personale.

Il senatore GAMBA (PdL) domanda ragguagli sull’implementazione di soluzioni basate sul project financing in ordine all’ampliamento del parco infrastrutturale, in particolare per quanto attiene alle opere realizzate in Lombardia.
Considerato, quindi, l’attuale processo di revisione della normativa penale militare, sia in ambito nazionale che internazionale, chiede in quale misura esso possa incidere sui peculiari compiti affidati all’Arma.

La senatrice NEGRI (PD) sollecita l’individuazione di opportune soluzioni sia in ordine alle problematiche attinenti al reclutamento (considerata, altresì, l’elevata età media del personale), sia relativamente al riordino delle carriere (dove servirebbero ulteriori ragguagli in ordine all’adeguatezza delle risorse economiche stanziate allo scopo). Tali, delicati aspetti, peraltro, già erano emersi nel corso dell’audizione del generale Siazzu, precedente comandante generale dell’Arma, tenutasi il 3 dicembre 2008 in relazione all’affare assegnato sull’assetto organizzativo della componente tecnico-operativa della Difesa.

Replica agli intervenuti il generale GALLITELLI, osservando innanzitutto che, grazie allo sblocco del turn over, sarà possibile far fronte alle carenze organiche, razionalizzando ulteriormente le strutture senza compromettere la capacità di risposta operativa. Ribadisce, quindi, la piena sinergia esistente tra il comando generale dell’Arma e le rappresentanze militari.
Con riferimento alla possibilità, per il personale, di ottenere degli anticipi del trattamento di fine rapporto, rileva che tale misura, pur essendo valutata positivamente dall’Arma, non è prevista dall’attuale quadro legislativo. Esprime inoltre perplessità in ordine all’eventuale realizzazione di un modello di polizia unificato.
Relativamente agli alloggi di servizio a disposizione dell’Arma, precisa innanzitutto che la loro assegnazione in base all’incarico esclude a priori la possibilità che essi siano occupati da utenti sine titulo, osservando altresì che, allo stato attuale, non è urgentemente sentita la necessità di disporre di ulteriori unità abitative. Per quanto attiene, poi, ai rapporti con i proprietari degli immobili in cui sono ubicate le caserme, rileva che i canoni di affitto sono regolarmente corrisposti, e che non sono riscontrabili procedure di sfratto dovute a mancati pagamenti.
Dopo aver precisato che non sussistono particolari criticità in ordine al reperimento dei fondi (gestiti dal ministero dell’Interno), per la corresponsione al personale degli straordinari, l’oratore si sofferma sul programma relativo all’acquisizione di ulteriori infrastrutture, osservando che le pianificazioni al riguardo sono completamente gestite dal ministero dell’Interno. In ogni caso, soluzioni basate sul project financing sono state concretamente praticate ogni qualvolta il contesto lo rendesse possibile. Per quanto attiene agli aspetti connessi alla legislazione penale militare, sottolinea quindi che ogni fatto criminoso commesso in ambito internazionale rientra nella competenza del tribunale di Roma, con l'Arma impiegata nel ruolo di polizia giudiziaria.
Pone infine l’accento sull’insufficienza delle attuali risorse, assegnate una tantum, in ordine all’avvio di un efficace processo di riordino delle carriere, che risulterebbe, al contrario, favorito dall’incremento delle somme erogate a regime.

Non essendovi altri iscritti a parlare, il presidente CANTONI ringrazia il generale Gallitelli per la sua disponibilità, dichiarando conclusa l’odierna procedura informativa.

Il seguito dell'indagine conoscitiva è quindi rinviato.


La seduta termina alle ore 16.

 

 


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