FISCO: 27% ITALIANI,ZERO IRPEF;IN ROSSO 1 SOCIETA'SU 2 - FISCO: IVA; PESA EVASIONE, UE PUNTA A SCAMBIO DATI TRA PAESI - FISCO: AGENZIA ENTRATE; MISURE CAUTELARI ANCHE SU TRIBUTI - P.A.: INTESA BRUNETTA-VODAFONE, SERVIZI ANCHE SU CELLULARI

mercoledì 17 febbraio 2010

FISCO: 27% ITALIANI,ZERO IRPEF;IN ROSSO 1 SOCIETA'SU 2/ANSA
DICHIARAZIONI 2008, 9% IMPOSTA DA 81% PARTITE; EPIFANI,
(ANSA) - ROMA, 16 FEB - Il 27% degli italiani, quasi uno su
tre, paga zero Irpef al fisco. E' quanto emerge dai dati sulle
dichiarazioni dei redditi 2007 e presentate nel 2008 delle quali
il dipartimento delle Finanze ha reso pubblico le statistiche
complete dopo aver dato un'anticipazione nel luglio scorso.
Dalle elaborazioni concrete emerge anche la 'mappa' dei
redditi dichiarati all'erario. La meta' dei contribuenti
italiani versa non in ottime condizioni e non supera i 15.000
euro. Il 91% dei contribuenti dichiara redditi non superiori a
35.000 euro mentre i 'Paperoni', almeno stando alle
dichiarazioni, sono davvero pochi: circa l'1% dei contribuenti
ha infatti redditi superiori ai 100.000 euro annui.
''I dati del Tesoro sull'Irpef confermano le ragioni della
nostra protesta - afferma Il leader della Cgil, Guglielmo
Epifani - Questo e' un Paese in cui una parte dei lavoratori
paga anche per l'altra. In una fase di crisi in cui il lavoro e
un bene scarso avere un cuneo fiscale cosi' non e' giusto ne'
economicamente corretto''.
La polarizzazione delle imposte emerge anche per l'Iva: l'81%
dei contribuenti Iva ha un volume d'affari fino a 185.920 euro,
ma - nel complesso - paga solo il 9% dell'ammontare totale dell'
Iva incassata dallo Stato.
Una delle novita' delle ultime elaborazione riguarda pero' il
numero dei contribuenti a zero-Irpef. Sono il 27% dei circa 30,5
milioni di contribuenti che presentano la dichiarazione dei
redditi. E questo per vari motivi, positivi o meno: non pagano
l'imposta sul reddito delle persone fisiche per effetto del
reddito basso, oppure perche' riescono a compensare l'imposta
dovuta con deduzioni e detrazioni. Come, ad esempio, gli
interessi passivi sulla prima casa, oppure le detrazioni per i
figli o gli sgravi per le ristrutturazioni.
Le statistiche consentono anche di calcolare che, nel 2008, i
contribuenti italiani hanno pagato un'Irpef pari al 18,4% del
proprio reddito, versando poco meno di 5.000 euro: esattamente
4.670 euro pro-capite. Basso il reddito complessivo medio che si
e' attestato a 18.661 euro e rispetto all'anno precedente pur
aumentando su base nazionale dell'1,9%, con un incremento minimo
nelle Isole e massimo nelle regioni del Nord-Est. Il tipo di
reddito dichiarato deriva per il 78% da redditi da lavoro
dipendente e da pensione, per il 5,5% da redditi da
partecipazione, per il 5% da redditi di impresa e per il 4,2% da
redditi da lavoro autonomo. Tuttavia, i redditi da lavoro
autonomo presentano un valore medio piu' alto (pari a 37.120
Euro, circa il doppio del reddito complessivo medio), mentre i
redditi da pensione quello piu' basso (pari a 13.436
euro).
Per quanto riguarda le aziende il Dipartimento segnala che
nel 2007 le dichiarazioni delle societa' di capitali hanno
raggiunto il milione di unita', con un aumento di circa il 4,1%
rispetto al 2006. E quasi una societa' su due risulta in
perdita per il fisco: ''la quota di societa' con imposta netta
positiva - e' scritto nel comunicato diffuso dal dipartimento -
ha raggiunto il 52,6% del totale (circa 526.000), quota
sostanzialmente identica a quella del 2006 (+0,2%)''. Infine per
quanto riguarda l'Iva i contribuenti che hanno presentato la
dichiarazione Iva per il sono stati 5.700.033 (-1% rispetto al
periodo d'imposta precedente).(ANSA).


FISCO: IVA; PESA EVASIONE, UE PUNTA A SCAMBIO DATI TRA PAESI
OPERATORI, C'E' INCERTEZZA SENZA DECRETO CHE RECEPISCE DIRETTIVE
(ANSA) - ROMA, 15 FEB - Rafforzare lo scambio di dati tra
Paesi per combattere le frodi Iva che hanno spesso un carattere
transnazionale: questo l'obiettivo dell'Europa che ha messo in
campo il progetto Eurofisc che dovrebbe portare ad un'Agenzia
europea per rafforzare la cooperazione tra gli Stati nella lotta
all'evasione. La questione della cooperazione per combattere
l'evasione Iva dovrebbe essere affrontata agli Ecofin di marzo e
maggio quando gli Stati saranno chiamati a pronunciarsi sul
''Regolamento'' che darebbe una base 'legale' allo scambio di
informazioni ora basato su intese informali. Ad affrontare i
problemi sull'Iva, l'imposta sul valore aggiunto, anche in
un'ottica europea, sono stati oggi esperti fiscali nel corso di
un convegno organizzato dalla Scuola di polizia Tributaria della
Guardia di Finanza.
Per quanto riguarda l'Italia in particolare, Raffaele
Rizzardi dell'Universita' Bocconi ha citato alcune statistiche
europee del 2009 dalle quali emerge che ''l'Italia e' agli
ultimi posti in Europa nel rapporto tra Iva e Pil. Per la
precisione siamo al venticinquesimo posto, prima solo di
Lussemburgo, dove comunque la tassazione in generale e' piu'
bassa e la Grecia''. Calcolando che comunque l'aliquota
ordinaria della tassa sui consumi e' al 20%, il basso rapporto
sul prodotto interno lordo potrebbe comunque nascondere
evasione. E infatti si stima per l'Italia ''il 22% di evasione
sul gettito teorico dell'Iva. Peggio di noi e' solo la Spagna'',
ha evidenziato sempre l'esperto.
Ma la lotta all'evasione nell'Iva e' efficace se ha una
rilevanza transnazionale. Per questo si sta lavorando ad un
Regolamento europeo che rafforzi la cooperazione internazionale
rendendo piu' facile lo scambio dei dati. ''Un accordo politico
comunque non semplice - ha spiegato Pietro Calabrese che
rappresenta la Guardia di Finanza nella Rappresentanza
Diplomatica Permanente d'Italia presso l'Ue - perche' e'
necessaria l'unanimita' e per quanto riguarda in particolare
l'accesso ai dati molti Paesi chiedono garanzie sulla tutela
della privacy''.
Sull'Iva infine e' emerso il problema della certezza delle
norme: lo schema di decreto legislativo che e' stato varato il
22 gennaio dal consiglio dei ministri e che recepisce tre
direttive in materia di Iva, non e' ancora stato pubblicato in
Gazzetta Ufficiale lasciando ''il campo a notevoli incertezze -
ha rilevato Livia Salvini dell'Universita Luiss - per la sua
prima fase di applicazione''. (ANSA)

FISCO: AGENZIA ENTRATE; MISURE CAUTELARI ANCHE SU TRIBUTI
NUOVA CIRCOLARE, PIU' SPAZIO A IPOTECA E SEQUESTRO CONSERVATIVO
(ANSA) - ROMA, 15 FEB - Nuova spinta alle misure cautelari
adottabili per garantire la riscossione dei tributi evasi da
parte dell'Agenzia delle entrate, che preme sull'acceleratore
per un adeguato utilizzo dell'istituto reso assai piu' incisivo
dalle recenti modifiche normative. Le misure cautelari sono,
infatti, ormai esperibili non solo sulle sanzioni ma anche sui
tributi. E c'e' la possibilita' di ricorrere a questi strumenti
anche quando il contribuente evita la lite col Fisco e definisce
'in pace' il rapporto tributario attraverso i neonati istituti
di adesione ai contenuti del pvc (processo verbale di
constatazione) o dell'invito al contraddittorio che, a
differenza dell'accertamento con adesione ordinario, non
prevedono la prestazione di garanzie.
In una nota l'Agenzia spiega come, nel caso in cui particolari
e concrete ragioni lo richiedano, infatti, si puo' ricorrere
alle misure cautelari sia quando il contribuente e' ancora in
tempo per aderire ai contenuti di un verbale o di un invito, sia
dopo che ha gia' aderito. Sono alcuni dei chiarimenti forniti
dall'Agenzia delle Entrate con la circolare n. 4/E di oggi,
relativa alle misure cautelari e all'impulso dato dal decreto
anticrisi (dl 185/2008) all'uso di questi strumenti
''salva-credito'', per contrastare i fenomeni di evasione da
riscossione. In particolare, il documento di prassi spiega che
l'Agenzia puo' chiedere l'iscrizione dell'ipoteca sui beni del
debitore e l'autorizzazione a procedere al sequestro
conservativo anche a tutela dei crediti relativi alle imposte e
agli interessi connessi ai processi verbali di constatazione.
(ANSA).

FISCO: AGENZIA ENTRATE; MISURE CAUTELARI ANCHE SU TRIBUTI (2)
(ANSA) - ROMA, 15 FEB -
PER GLI 007 DEL FISCO INDICI ANTIEVASIONE AGGIORNATI. Sebbene
per i funzionari impegnati in attivita' di verifica non esistano
limiti, in termini di credito, alla richiesta di applicazione
delle misure cautelari, per evitare di avviare iter lunghi e
dispendiosi anche per somme di scarso valore, l'Agenzia ha
stabilito in passato degli specifici parametri, veri e propri
indici antievasione, che la circolare diffusa oggi aggiorna per
rimanere al passo con i tempi e la rivalutazione monetaria. Nel
dettaglio, i nuclei di verifica del Fisco possono valutare se
richiedere le misure cautelari nel caso in cui il processo
verbale di constatazione contenga rilievi che comportino, tra
l'altro, un recupero di maggiore imposta superiore a 120mila
euro o di ritenute non operate sopra i 60mila euro. Resta fermo
- precisa ancora l'Agenzia delle entrate - che i funzionari
verificatori possono comunque prescindere da questi indici se il
comportamento del contribuente e' spia di situazioni
particolarmente a rischio per la riscossione del credito. Non
solo. Il documento di prassi chiarisce che i nuclei di verifica
possono ampliare ulteriormente l'analisi patrimoniale dei
contribuenti, esaminando piu' a fondo i documenti di bilancio e
ricorrendo a ulteriori indicatori piu' specifici.
SOTTO LA LENTE NON SOLO PROCESSO VERBALE. Gli uffici possono
promuovere l'adozione di misure cautelari non solo davanti a un
processo verbale di constatazione, ma di fronte a un atto emesso
senza un'attivita' istruttoria esterna, sulla base di controlli
spinti da altre fonti d'impulso. A questo proposito la circolare
ribadisce il peso delle indagini finanziarie, che gli uffici
possono utilizzare nel valutare la situazione economica del
debitore, in vista della possibile richiesta delle misure
cautelari.
EQUITALIA. Le misure ottenute dall'Agenzia valgono anche per
Equitalia. Le ipoteche e i sequestri conservativi mantengono,
senza bisogno di alcuna formalita' o annotazione, la loro
validita' e il loro grado a favore dell'agente della riscossione
cui e' affidato il ruolo. (ANSA).


P.A.: INTESA BRUNETTA-VODAFONE, SERVIZI ANCHE SU CELLULARI
(ANSA) - ROMA, 16 FEB - Informazioni e servizi della Pubblica
amministrazione ai cittadini e alle imprese attraverso il
cellulare, che diventa cosi' una sorta di ''sportello
virtuale'': lo prevede il protocollo di intesa firmato dal
ministro della Pa e l'Innovazione, Renato Brunetta, e
l'amministratore delegato di Vodafone Italia, Paolo Bertoluzzo.
Si parte dalla promozione di eventi culturali, musei e mostre,
con le relative informazioni su inaugurazioni, luoghi e orari di
aperture, grazie anche ad una collaborazione con il ministero
dei Beni e le attivita' culturali, ma l'obiettivo - e' stato
sottolineato - e' allargare l'offerta a piu' servizi pubblici.
Ad oggi, infatti, l'iniziativa - che sara' operativa entro marzo
- si inserisce nell'ambito di 'Reti amiche', il progetto di
Palazzo Vidoni che ha allargato le reti di accesso alla Pa
(poste, tabaccai, banche); presto - ha assicurato Brunetta - i
canali 'mobili' si concretizzeranno anche per la sanita', il
fisco e la scuola (dai certificati medici on-line alle assenze
dei figli via sms), coinvolgendo anche gli altri operatori.
''Strumenti per rendere al cittadino la vita facile - ha detto
il ministro preannunciando il nuovo progetto 'Vivi facile' che a
fine mese sara' presentato - il tutto senza oneri per lo
Stato''. ''E' l'inizio di un percorso, in cui mettendo a
disposizione la nostra rete entriamo a far parte del processo di
innovazione'' della Pa, ha detto Bertoluzzo, sottolineando come
il Paese sia ''all'avanguardia sulla banda larga mobile, mentre
e' tra i piu' arretrati su quella fissa''.(ANSA).
 


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