IL MINISTRO LA RUSSA (PDL) RISPONDE ALL’ON. TURCO (RADICALI): LA NORMATIVA SULLA RAPPRESENTANZA MILITARE È ATTUALE ED ADERENTE ALLE ESIGENZE DEL PERSONALE

martedì 23 febbraio 2010

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03712
presentata da
MAURIZIO TURCO
giovedì 23 luglio 2009, seduta n.207

MAURIZIO TURCO, BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:

l'agenzia giornalistica Fidest (www.fidest.it), il giorno 14 luglio 2009, riprendendo un comunicato datato 13 luglio 2009 apparso sul sito internet www.girolamofoti.com, con il quale il delegato del Cocer Esercito, Girolamo Foti, con il suo scritto avrebbe inteso rispondere agli atti di sindacato ispettivo presentati dagli interroganti, in merito ai costi e alle attività delle rappresentanze militari, indirizzati al Ministro della Difesa, scriveva:


«Gli onorevoli Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti sono promotori di una interrogazione parlamentare riguardante il Cocer, la rappresentanza dei militari in seno alle Forze armate e ad altri corpi militari. Ciò ha determinato la risposta del delegato Cocer dell'esercito Girolamo Foti detto Mirco. Ha inteso, in tal modo, dare il suo contributo informativo unito a doverose precisazioni. Pone, innanzitutto, una premessa: «In questi ultimi mesi, ho letto con molta attenzione e curiosità alcune dichiarazioni, interviste di personaggi avversi alla rappresentanza militare. Si tratta, per lo più, di un fiume di parole e strumentalizzazioni che non riguardano i problemi reali del personale ma soprattutto tendono a dividere i militari ed accusare i delegati». Se poi entriamo nel merito dovremmo un po' tutti: politici e giornalisti in primis fare un passo indietro e guardare le vicende militari, la vita nelle caserme con un occhio diverso e un'attenzione maggiore. Se non altro perché con il passaggio dalla leva obbligatoria a quella volontaria e con le nuove responsabilità, anche internazionali, assunte dai nostri militari e da ciò che ne deriva in impegno professionale, in addestramento, in conoscenze, in rapporti con le popolazioni di tutto il mondo, non possiamo parlare solo e semplicemente di lavoratori dello Stato dotati di molti doveri e scarsi in diritti. Ma ora che si passa dalle parole dei «detto e contraddetto» per buona pace delle fonti mediatiche ad una interrogazione parlamentare è doveroso un chiarimento più fermo e determinato. Credo che questo sia il senso della riflessione di Foti che argomenta così il suo intervento: «Ho scelto di fare il delegato COCER esclusivamente in quanto unico strumento utile in questo momento per risolvere i problemi del personale. Nonostante tutti i limiti e le difficoltà, stiamo attualmente trattando argomenti che da tanti anni il personale attende che siano affrontati, e ci sono molti colleghi di truppa che a livello nazionale, mi seguono, stanno giudicando e anche criticando il mio operato. Provenendo da questa stessa categoria invito coloro che vi appartengono a non farsi condizionare o strumentalizzare da questi signori che, a mio parere e dalle esperienze passate, non si spenderanno mai per far ottenere nulla allo zoccolo duro del nostro Esercito spero che i fatti mi smentiscano. Per cercare di comprendere il loro comportamento, mi sono dovuto però chiedere con quale coraggio questi parlamentari hanno sottoposto all'attenzione del Ministro On. La Russa i presunti sprechi dei COCER, dopo che il libro «LA CASTA» ha evidenziato gli sprechi, a tutti livelli, della politica. Invece di lanciarsi in biasimabili speculazioni, si sarebbero dovuti interrogare sulla produttività del loro operato, o su argomenti ben più seri, come le condizioni dei militari, l'eterna riforma sulla rappresentanza, e sul perché durante il governo Prodi non sia stata fatta, sui tagli alla difesa, sulle ripercussioni di essi, in particolare sui giovani, sui magri aumenti degli stipendi, sul problema delle case demaniali, come già in passato denunciato da una emittente televisiva in cui era anche ospite la Senatrice Pinotti dello stesso PD (si evidenziava il grave problema delle case demaniali inesistenti per il grado più basso: immaginavo una forte pressione politica a sostegno dei ruoli più bassi, anche rispetto al riordino delle carriere, ma al contrario...). Invece di tutto ciò, si interviene con il solo scopo di delegittimare e dileggiare nella loro dignità i delegati cocer e il cocer come istituzione, ovvero organo di rappresentanza, offendendo così i militari stessi. Sarei ansioso di conoscere il parere dei dirigenti del Partito Democratico, nonché della Senatrice Pinotti, l'On. Calipari, e l'On. Del Vecchio (già Generale e comandante nell'Esercito). Per concludere, anche se si è delusi dalla politica, sono totalmente contrario alla nascita di un partito dei militari, o peggio ancora esclusivamente per la truppa, e per due motivi: è inconcepibile in un paese civile e democratico; sarebbe un grave errore ghettizzare i militari di truppa in una realtà insolita come quella della politica. Altresì è auspicabile la nascita di un associazione di categoria per i militari aperta alla società civile che possa sostenere i propri diritti, con una spinta propulsiva proveniente, magari, anche dalla politica stessa. Pertanto, invito i miei colleghi ma anche tutti coloro che hanno fiducia nella mia persona di non dar seguito a questo tipo di iniziativa, di aver fiducia nei delegati COCER, ma soprattutto di rimanere uniti nel sostenere le nostre battaglie a difesa del personale e di non farsi strumentalizzare da facili accuse demagogiche, specie se coloro che accusano sono i primi e veri responsabili degli sprechi e i costi della politica, di risultati pessimi. Se si sostiene che un delegato COCER dovrebbe essere accasermato, si pone un impedimento al delegato che in qualche modo è sempre sotto controllo. Per poter difendere i diritti dei rappresentati ci vuole un minimo di libertà di azione e di relazionare con l'esterno, a meno che non si istituisca un organo sindacale, diritto negato ai militari italiani a differenza di altri paesi europei. A questa proposta dovrebbe seguire l'esempio da parte dei parlamentari di alloggiare in foresterie dello Stato, rinunciando a tante indennità ivi compreso quello degli alberghi di lusso o rimborso forfettario di affitti per appartamenti in Roma. «Se poi questi interroganti si attaccano alle spese per i rimborsi ai delegati Cocer diventa davvero sconcertante. Hanno un costo? Si certo, ma di che genere? Sono 110 euro di forfettaria giornaliera a titolo di rimborso spese ed erogabili solo per il tempo strettamente necessario alle riunioni mentre il gettone di presenza è di euro 1,50»;

pur nel rispetto della libertà di manifestazione del pensiero di ogni cittadino, tali circostanze evidenziano ancor più l'esigenza di chiarire quali siano effettivamente gli orientamenti del Governo in materia -:

quali siano effettivamente gli orientamenti del Ministro interrogato in ordine al funzionamento della rappresentanza militare ed ai relativi costi.(4-03712)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 16 febbraio 2010
nell'allegato B della seduta n. 283
All'Interrogazione 4-03712 presentata da
MAURIZIO TURCO

Risposta. - Voglio porre in evidenza, in premessa, la grande ed indubbia importanza che rivestono il ruolo e l'attività della rappresentanza militare che consentono all'amministrazione della Difesa di conoscere, monitorare e analizzare le varie e molteplici esigenze, aspettative, istanze e problematiche riguardanti la condizione, il trattamento, la tutela di natura giuridica, economica, previdenziale, sanitaria, culturale e morale di tutto il personale militare.
La Difesa è, da un lato, pienamente consapevole di quanto sia utile e prezioso il contributo che costantemente offrono i vari organi della rappresentanza militare in termini di proposizione, consultazione e concertazione nelle varie materie d'interesse del personale.
Dall'altro, nell'ambito di un processo in continuo divenire che coinvolge il sistema difesa e l'intera compagine militare,
intende dare attuazione, con rinnovato rigore, ad uno dei concetti fondamentali posti a base delle «norme di principio sulla disciplina militare» (legge n. 382 del 1978) che, con lungimiranza, ha a suo tempo intuito ed indicato chiaramente che la volontà dell'autorità si forma, in determinate materie, anche con il concorso delle rappresentanze militari.
Conseguentemente il tutto contribuisce a rendere detta normativa, per quanto concerne gli aspetti relativi alla rappresentanza militare, costantemente attuale ed aderente alle ulteriori esigenze del personale militare che, come noto, costituisce la componente fondamentale del nuovo strumento professionale ed a cui vanno sinergicamente rivolte le attenzioni della linea di comando e quelle della rappresentanza militare.
In tale contesto, consegue la necessità di guardare con sempre maggiore attenzione e sensibilità alle esigenze degli organismi della rappresentanza militare, migliorando ulteriormente le varie situazioni e condizioni in cui gli stessi operano (disponibilità di idonei locali/aule anche per le esigenze delle singole categorie, relative dotazioni informatiche, nuove possibilità per consentirà un rapido scambio di informazioni/comunicazioni, dotazioni economiche tra centro e periferia, supporti logistici vari).
Ciò di riflesso impone la necessità di prevedere la disponibilità di risorse in grado di assicurare, nello spirito e nel rispetto di detta normativa, il pieno e regolare esercizio del mandato rappresentativo da parte dei singoli delegati.
Desidero ricordare, inoltre, che l'amministrazione militare ha sempre assunto un atteggiamento di disponibilità e di apertura nella valutazione ed approfondimento di eventuali esigenze di adeguamento dell'istituto della rappresentanza militare, derivanti dalle continue sollecitazioni sociali e dal continuo evolvere delle necessità e delle aspettative del mondo militare.
In tale ottica, voglio sottolinearlo, la Difesa segue con molta attenzione anche lo sviluppo del dibattito parlamentare sulla riforma della rappresentanza militare che, mi auguro, possa consegnare in tempi brevi al personale militare uno strumento rappresentativo al passo con i tempi ed in grado di assicurare la piena tutela degli interessi della collettività militare.
Premesso quanto sopra e con specifico riferimento alla questione oggetto dell'interrogazione in argomento, che verte sui costi relativi al funzionamento della rappresentanza militare, mi preme sottolineare che il mio Dicastero è impegnato, da tempo, nella ricerca di soluzioni che possano garantire, da un lato, la sostenibilità delle spese di missione dei delegati Consiglio centrale di rappresentanza (Cocer) e, dall'altro, il pieno funzionamento dell'istituto.
Sento il dovere di osservare come, in un clima generale di contenimento della spesa pubblica, la Difesa non possa prescindere dal mantenere un atteggiamento prudente improntato a ricondurre, entro limiti sostenibili, anche le spese relative al funzionamento della rappresentanza militare.

Il Ministro della difesa: Ignazio La Russa.

 


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