DIFESA: MARTINO, MILITARI VERI NON SI LAMENTANO IN PUBBLICO - NICOLOSI, INDISPENSABILE RIFORMA LEGGE PENALE MILITARE - MARTINO, IMPRESCINDIBILE RIFORMA LEGGE PENALE - REATI OPINIONE: NORDIO, IL PIU' GRANDE PASTICCIO

lunedì 06 febbraio 2006

 

DIFESA: MARTINO, MILITARI VERI NON SI LAMENTANO IN PUBBLICO

'TAGLI HANNO PENALIZZATO PIU' ESERCITO CHE AERONAUTICA E MARINA'

 

   (ANSA) - ROMA, 2 feb - Il Ministro Antonio Martino, intervistato da Radio Dimensione suono sui tagli al bilancio della Difesa, sostiene che ''non c'e' bisogno'' di dire 'resistete, tenete duro' ai militari, ''perche' i militari veri, quelli che hanno alto il senso dell'onore e del dovere, non sono abituati in pubblico a lamentarsi. Fanno il loro dovere fino in fondo''.

   Rispondendo ad una domanda sugli allarmi lanciati di recente, Martino ha detto a Rds (che ha diffuso il testo dell'intervista), che ''Marina e Aeronautica, delle Forze armate, sono quelle che dal punto di vista degli investimenti hanno meno motivo di lamentarsi perche' sono state piu' che ampiamente soddisfatte le loro esigenze di investimenti''. Secondo il ministro, invece, ''la Forza armata che ha piu' diritto di lamentarsi, oggi, e' l'Esercito italiano perche', per ragioni contingenti, i tagli hanno finito per gravare soprattutto sul suo bilancio. Ed e' li' che bisognera' porre rimedio''.

   Martino spiega che ''i tagli alla difesa sono stati imposti dalle difficolta' economiche di questo periodo''. E prosegue: ''malgrado i tagli, che sono eccessivi e rendono il bilancio della difesa del tutto inadeguato, siamo riusciti a fare fronte a una serie di impegni. Intanto abbiamo potuto finanziare un numero di missioni all'estero che non ha precedenti nella storia della Repubblica, abbiamo onorato gli impegni pluriennali assunti dai governi precedenti, come per esempio il programma Eurofighter o la porta aeromobili Cavour. E poi ci siamo impegnati in nuovi piani di investimenti pluriennali come per esempio le fregate multiruolo con la Francia o il JSF con gli Stati Uniti''. (ANSA).

 

DIFESA:NICOLOSI,INDISPENSABILE RIFORMA LEGGE PENALE MILITARE

PRESIDENTE CORTE APPELLO, MAGISTRATI CON STELLETTE NECESSARI

 

   (ANSA) - ROMA, 2 feb - E' ''assolutamente indispensabile'' la riforma della legge penale militare. Lo ha detto, nella sua relazione per l'inaugurazione dell' anno giudiziario, il presidente della Corte militare d'appello, Massimo Nicolosi.

   Nicolosi, che sta parlando davanti al ministro della Difesa, Antonio Martino, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e ad altre autorita', ha sottolineato la delusione dei magistrati militari per la mancata approvazione della riforma, dopo che la legge era stata approvata da un ramo del Parlamento ''e sembrava conforme alla volonta' politica dominante''. Da qui ''un accorato rimpianto - ha affermato – per la caduta, almeno in questa legislatura, delle fondate attese di giustizia''. Una riforma ''urgente'', ha piu' volte sottolineato Nicolosi, il quale ha detto di ritenere ''che nella prossima legislatura una riforma delle norme di diritto penale militare, che necessariamente ribadisca i criteri che avevano ispirato la legge delega, sia assolutamente indispensabile''.

   Il presidente della Corte militare d'appello, inoltre, ha detto di essere contrario a una eventuale soppressione della giustizia militare, della quale da anni si va discutendo.

''Certo - ha affermato - le statistiche dimostrano una diminuzione notevole del lavoro, ma l'affermazione che la magistratura militare sia un peso inutile mi pare fuori luogo''.

   In ogni caso, ha aggiunto, ''una legge di riforma che renda piu' ampia la giurisdizione penale militare, consentendo cosi' una tutela di tutti gli interessi specifici delle forze armate, renderebbe piu' pregnante l'azione della nostra magistratura''. (ANSA).

 

DIFESA: MARTINO, IMPRESCINDIBILE RIFORMA LEGGE PENALE

LA CONSEGNO COME UN LASCITO ALLA LEGISLATURA CHE VIENE

 

   (ANSA) - ROMA, 2 FEB - La riforma della legge penale militare, ''per meglio corrispondere alla realta' odierna delle missioni di pace all'estero'', ha ''caratterizzato l'azione'' del ministero guidato da Antonio Martino: ''La consegno come un lascito, che credo imprescindibile, alla legislatura che viene'', afferma lo stesso ministro della Difesa, rispondendo ai magistrati militari che hanno denunciato la mancata attuazione della riforma.

   Parlando nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario militare, Martino ha convenuto con la necessita' della sua attuazione: ''La riforma potra', solo che lo si voglia – ha detto - essere tradotta in legge per rimettere l'Italia, come era e come disse Giuliano Vassalli, all'avanguardia internazionale in questo settore''.

   ''E' una riforma auspicata da tempo - ha sottolineato Martino -, soddisfa l'aspettativa militare e della magistratura militare, poggia sulla nuova configurazione, volontaria e

strutturale, delle forze armate. E soprattutto e' orientata a dare un'adeguata tutela ai soggetti deboli che, in teatri dove vanno ad operare per la pace i nostri soldati, sono esposti alle atrocita' e alle vessazioni. Non e' dato prescinderne – ha concluso - se l'espressione 'civilta' del diritto' ha un significato pieno''. (ANSA).

 

REATI OPINIONE: NORDIO, IL PIU' GRANDE PASTICCIO

 

   (ANSA) - ROMA, 1 feb - "Di tutte le recenti riforme pasticciate, questa e' per noi, patrioti libertari, quella che suscita amarezza maggiore". Cosi' Carlo Nordio, presidente della Commissione per la riforma del Codice penale, ha commentato la legge che ha diminuito le pene previste per i reati di opinione, in un articolo che sara' pubblicato sul prossimo numero del settimanale "Diritto e Giustizia".

   "Con la legge approvata il 25 gennaio scorso, il Parlamento ha recepito solo in parte le nostre indicazioni", anzi, "a voler essere franchi, non le ha recepite per niente. Non ha avuto il coraggio di mantenere la disciplina vigente, che pure ha una sua solenne e terribile coerenza; né di introdurre una coraggiosa innovazione, magari prodromica ad altri e piu' radicali interventi di snellimento e di tolleranza". Nordio, la cui commissione che presiede e' stata istituita dal ministro della Giustizia Roberto Castelli, ha proseguito nelle critiche molto dure: il Parlamento "ha modificato e ridotto le pene, comminando multe e ammende al posto dell'originaria reclusione. Ha ignorato i suggerimenti non solo della commissione ministeriale, ma di una vasta e crescente comunita' scientifica, che predica l'abolizione delle contravvenzioni e il trasferimento della sanzione pecuniaria dal settore penale a quello amministrativo". Secondo Nordio e' stata anche trascurata "la circostanza, non del tutto marginale, che queste pene - come tutte quelle pecuniarie - resteranno ineseguite per la cronica incapacita' dell' amministrazione a riscuoterle. E questo indipendentemente dall' estinzione dei reati, in forza della nuova legge sulla prescrizione".

   Il magistrato nell' articolo fa anche un esempio concreto: "Il nuovo articolo 290 Cp, che raggruppava le varie fattispecie sopra enunciate, prevedeva la pena da sei mesi a tre anni di reclusione per 'chiunque pubblicamente offende il sentimento di solidarieta' e unita' nazionale mediante atti di vilipendio sulla bandiera nazionale o su emblemi o simboli dello Stato, delle sue Assemblee legislative, del Governo, della Corte costituzionale, dell'Ordine giudiziario, delle Forze armate dello Stato o della Liberazione'. Come si vede - prosegue – da un lato veniva valorizzata la tutela della Nazione attraverso il richiamo espresso al sentimento di solidarieta' ed unita' nazionale quale valore giuridico protetto; dallþaltro, si sottolineava la materialita' offensiva della condotta (atti sulla bandiera, o su emblemi o simboli) evitando l'estensione incriminatrice alle semplici offese verbali. Ne derivava un sistema, a nostro avviso, piu' semplice, piu' coerente e piu' genuinamente liberale".

   E conclude: "Abbiamo avuto la prescrizione ora piu' lunga ora piu' corta; le manette ora piu' facili ora piu' difficili; i processi ora piu' abbreviati ora piu' diluiti, e via discorrendo. Di tutte le riforme pasticciate questa e' quella che suscita maggiore amarezza". (ANSA).

 


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