RIFORMA RAPPRESENTANZA MILITARE, LA SITUAZIONE IN COMMISSIONE DIFESA. LUMIA E MINNITI ANNUNCIANO UN TESTO ALTERNATIVO. ASCIERTO TIENE DURO MENTRE C’E’ ATTESA PER LA POSIZIONE DELL’UDC.

mercoledì 05 giugno 2002

Il tentativo di far approvare dal comitato ristretto, o “Comitato dei nove”, il testo elaborato dall’onorevole Giuseppe COSSIGA, di Forza Italia, sulla falsariga - graditissima agli Stati maggiori - dei progetti Ramponi/Lavagnini, sembra destinato a fallire.

Come risulta dal resoconto della riunione del 29 maggio scorso, infatti, i deputati D.S. hanno annunciato la presentazione di un testo alternativo il cui relatore sarà l’onorevole Giuseppe LUMIA, già presidente nella scorsa legislatura della Commissione parlamentare antimafia e socio fondatore di Ficiesse.

Su tale testo quale dovrebbero convergere tutte le componenti dell’opposizione, compresi i deputati Giuseppe MOLINARI (Margherita) e Elettra DEIANA (Rifondazione comunista).

Ciò vuol dire che la discussione sulle modifiche alla legge 382 sarà affrontata dall’Aula.

All’interno della maggioranza l’onorevole Filippo ASCIERTO sta cercando di convincere la sua parte politica dell’esigenza di una riforma che riconosca nuovi e reali poteri e competenze agli organismi elettivi rifuggendo dall’approccio paternalista dei progetti Ramponi/Lavagnini, mentre c’è grande attesa anche per le posizioni che saranno assunte dal gruppo UDC.

L’UDC, infatti, ha dimostrato grande attenzione ai problemi del mondo militare come dimostrano la presentazione dell’evoluto ddl n. 494 del senatore Salvatore MELELEO sulla rappresentanza militare e il recente pdl n. 1352 del senatore Maurizio EUFEMI sulla modifica dell’art. 8/382.

E’ chiaro, quindi, che anche nelle forze della maggioranza c’è consapevolezza che una riforma frettolosa possa creare una frattura all’interno delle Forze armate tra vertici e base e che ciò inevitabilmente aumenterebbe il malcontento, la frustrazione e il distacco del mondo con le stellette dal resto della società civile.

Di seguito, riportiamo il resoconto stenografico della seduta pomeridiana del 29 maggio 2002 della Commissione Difesa della Camera.

 

 

IV COMMISSIONE - RESOCONTO DI MERCOLEDÌ 29 MAGGIO 2002

 

Mercoledì 29 maggio 2002 - Presidenza del vicepresidente Roberto LAVAGNINI, indi del presidente Luigi RAMPONI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Filippo Berselli.

 

La seduta comincia alle 15.10.

 

Nuove norme sulla rappresentanza militare.
Testo unificato C. 932 Molinari, C. 1718 Ramponi, C. 1822 Lavagnini, C. 1958 Deiana, C. 2063 Ascierto e C. 2193 Minniti.


(Seguito dell'esame e rinvio).

 

La Commissione prosegue l'esame, rinviato, da ultimo, nella seduta del 15 maggio 2002.

 

Giuseppe LUMIA (DS-U) sottolinea che ad avviso del suo gruppo l'impostazione generale di una riforma della rappresentanza militare deve essere caratterizzata da due criteri fondamentali, che non sono ravvisabili nel nuovo testo unificato elaborato dal Comitato ristretto. In primo luogo, è necessario garantire l'obiettivo della crescita della democrazia all'interno delle istituzioni militari, che, lungi dal penalizzare l'efficienza dello strumento, ne migliorerebbe la funzionalità, anche attraverso il rafforzamento delle motivazioni del personale. In secondo luogo, la riforma dovrebbe responsabilizzare fortemente gli organi della rappresentanza, attribuendo loro poteri effettivi e maggiori di quelli attuali.


Osserva che il suo gruppo ritiene opportuna una riforma della rappresentanza che prepari il terreno per la prospettiva di una vera e propria sindacalizzazione nelle Forze armate, la cui cultura sta lentamente maturando.


Anche se il testo unificato in esame attenua il carattere fortemente interforze dei COCER, presente nella precedente stesura, ritiene che esso non soddisfi pienamente, ribadendo la necessità di un'articolazione della rappresentanza in due comparti distinti, quello difesa e quello sicurezza.


Nel ribadire la necessità di attribuire alla rappresentanza maggiori poteri anche nel campo della tutela del singolo militare, osserva come non sia stata soddisfatta neanche la richiesta di introdurre una rappresentanza femminile, esigenza particolarmente avvertita con l'ingresso a pieno titolo delle donne nelle Forze armate.


Sottolinea peraltro che il testo unificato, considerando come titolo utile per l'avanzamento l'incarico di delegato degli organi di rappresentanza, finirebbe per attribuire una sorta di privilegio, svilendo la natura della partecipazione all'istituto della rappresentanza. Inoltre, il testo unificato non compie la scelta di mettere sullo stesso piano, all'interno degli organismi di rappresentanza, chi ha una funzione derivante dalla propria collocazione gerarchica e chi invece è stato eletto.


Osserva poi che lo schema di regolamento di attuazione del provvedimento dovrebbe essere sottoposto non solo alle Commissioni parlamentari competenti ma anche agli organi della rappresentanza militare in composizione interforze.


Esprime quindi un giudizio complessivamente negativo sul nuovo testo unificato elaborato dal Comitato ristretto.

 

Il sottosegretario Filippo BERSELLI, nel condividere l'impostazione generale del testo unificato in esame, che recepisce alcune indicazioni formulate dal Governo, manifesta perplessità sulla formulazione del comma 3 dell'articolo 9, laddove si attribuisce ai consigli della rappresentanza la possibilità di intrattenere rapporti con gli enti pubblici «in relazione alle materie di propria competenza». Riterrebbe opportuno precisare tale formulazione in modo da dissipare il dubbio di un'estensione dell'intervento degli organi di rappresentanza nelle materie di competenza di enti pubblici.


In riferimento poi al comma 4 dell'articolo 13, ad avviso del Governo sarebbe

opportuno portare a quattro anni la durata del mandato per gli eletti in rappresentanza delle categorie A, B e C.

 

Giuseppe COSSIGA (FI), relatore, fa presente che la previsione circa la durata del mandato è derivata dall'esigenza di conciliare la necessità di tener conto, da un lato, della durata della contrattazione e, dall'altro, delle prospettive di carriera del singolo delegato.

 

Marco MINNITI (DS-U), nel condividere le osservazioni del deputato Lumia, fa presente che la professionalizzazione delle Forze armate richiede maggiore qualità nella selezione del personale e corrispondentemente impone di scegliere con nettezza la strada di attribuire maggiori diritti e di inserire maggiore democrazia nell'istituzione militare. Osserva infatti che oltre ad intervenire sulle condizioni di vita dei militari e sul loro trattamento economico, la professionalizzazione delle Forze armate deve essere accompagnata da un processo volto ad introdurre elementi di maggiore democrazia all'interno delle istituzioni militari.


Rilevato che la legge n. 382 ha svolto un ruolo importante ma ha ormai esaurito la sua spinta propulsiva e risulta inadeguata, sottolinea la necessità di una nuova normativa che ampli l'arco dei diritti e della democratizzazione e che attribuisca alla rappresentanza maggiori poteri non solo in tema di diritti collettivi, ma anche sul fronte dei diritti individuali. Ritiene che questa sia una condizione ineludibile per una partecipazione ampia e consapevole alle Forze armate professionali.


Rilevato che il serrato confronto in Comitato ristretto non ha consentito di colmare le distanze tra le proposte del relatore ed il punto di vista del suo gruppo, ritiene che su una materia tanto delicata e di principio non sia opportuno tentare una mediazione attraverso un confronto su proposte emendative, bensì sia preferibile che l'esame in Assemblea si svolga su due testi alternativi. Preannunzia pertanto la presentazione di una relazione di minoranza da parte del suo gruppo.

 

Luigi RAMPONI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

 


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