LA FUGA DEI GIOVANI FINANZIERI DALLE (DIFFICILI E RISCHIOSE) ATTIVITÀ DI CONTRASTO ALL’EVASIONE E LA CORSA VERSO LE (PIÙ COMODE E MEGLIO PAGATE) ATTIVITÀ DI SEGRETERIA, DI LOGISTICA E DI AMMINISTRAZIONE - di Lollomaximus

lunedì 03 giugno 2019

Pubblichiamo di seguito il messaggio postato dall’utente “Lollomaximus” nel topic intitolato “Schiavi della polizia tributaria”. Maiuscole, grassetti e sottolineature sono della redazione del sito.

 

DAL FORUM DEL SITO WWW.FICIESSE.IT - SOTTOFORUM: DISCUSSIONI GENERALI – TOPIC: “SCHIAVI DELLA POLIZIA TRIBUTARIA” - MESSAGGIO DEL 2 GIUGNO 2019, ORE 10:47

È giunto il momento di interrogarci su una importante questione: perché ai Nuclei PEF si registra una notevole carenza di personale in particolare nelle articolazioni che svolgono attività di verifica fiscale?

Diciamo le cose come stanno! Ciò accade perché i giovani che escono dai corsi di formazione si fanno raccomandare per non fare attività di polizia tributaria e perché tutti gli altri si tengono alla larga da Reparti di questo tipo.

Ma perché ciò accade? Accade perché fare le verifiche fiscali è attività complessa, che richiede enorme sacrificio, studio, applicazione oltre l’orario di servizio, costi di aggiornamento, ecc… Elaborare un rilievo di natura tributaria significa sapersi districare tra diversi comparti normativi e abbracciare questioni di natura civilistica, amministrativa, contabile, societaria, penal-tributaria; senza parlare delle conseguenze penalistiche di portata generale che derivano da tali approfondimenti, come quelle fallimentari, di Riciclaggio e Auto-riciclaggio, di Falso in Bilancio, ecc…

Le responsabilità connesse allo svolgimento di tali attività, poi, questo è assolutamente innegabile, non hanno equivalenti in nessun altro comparto operativo del Corpo! Ivi compresa la possibilità, invero sempre più frequente, di essere direttamente citati in giudizio ai fini del riconoscimento dell’eventuale danno causato in applicazione della prassi amministrativa e/o di specifiche direttive operative interne. 

Ma, in tutto questo, ad ogni modo, per chi svolge tale tipo di attività non vi è alcun riconoscimento economico ulteriore! Ecco dunque che si assiste, principalmente nei Nuclei PEF, alla presenza di pochi capi-pattuglia che, per sacrificio personale ed esperienza, hanno maturato la capacità di svolgere tali mansioni, affiancati a personale, ormai con una età media prossima al mezzo secolo, che per mancanza di volontà e/o impossibilità-inesperienza, svolge mansioni meramente materiali di supporto e ausilio solo materiale, ma che comunque prende lo stesso stipendio!!!

NON ESISTE ALCUN SISTEMA PREMIALE CHE INCENTIVI LO SVOLGIMENTO DI QUELLA CHE È INDUBBIAMENTE LA CAUSA PRINCIPALE DELL’ESISTENZA STESSA DEL CORPO DELLA GUARDIA DI FINANZA, OVVERO L’AZIONE DI CONTRASTO AI FENOMENI DI EVASIONE FISCALE CHE, PERALTRO, CONTINUA AD ESSERE LA PRINCIPALE PIAGA DELLA NOSTRA SOCIETÀ!

Il confronto diventa, poi, osceno se si parametra tale trattamento economico con quello di colleghi che svolgono mansioni di segreteria (cui vengono spesso pagate più ore di straordinario) o che esercitano meri servizi di vigilanza (cui spettano specifiche indennità) o, e qui arriviamo al paradosso, a quelli assegnati presso Organi centrali statali (Ministeri, Presidenza del Consiglio, Cassazione, DIA, Servizi e via discorrendo) che, in taluni casi, arrivano a guadagnare anche più di 1.000 euro, in aggiunta allo stipendio!

Tutto ciò accade, si ribadisce, in un contesto in cui:

  • chi lavora nelle articolazioni di polizia tributaria dei Nuclei spesso si vede tagliate le ore di straordinario effettuate con sacrificio nella redazione di articolati rilievi o di studio su complessi testi normativi;
  • i capi-pattuglia non hanno alcuno specifico riconoscimento economico e spesso guadagnano poco di più, o addirittura meno rispetto ai propri gregari;
  • chi, all’esito delle complesse attività svolte, viene citato come teste presso le competenti Procure della Repubblica, non ha nemmeno diritto alla corresponsione della misera indennità di servizio esterno (si pensi che chi va in Procura a depositare bovinamente documenti, invece, ne ha diritto);
  • quel personale in forza a tali reparti che ha maturato competenze in materia fiscale rimane prigioniero della sua bravura.

Chi fa questo tipo di mestiere, infatti, vista la situazione generale di carenza organica e professionale, non può andarsene e, quindi, non può maturare aspettative di sistemazione migliori con la propria famiglia; e ciò accade anche quando abbiano maturato i requisiti per poter avanzare richieste di trasferimento che vengono bloccate in forza dell’ormai famoso motivo connesso alle “ragioni di servizio”. Viene qui da chiedersi: “Ma le ragioni di servizio valgono solo per chi è bravo? E per quelli che se ne vanno altrove non valgono?”.

Ma come siamo arrivati a questo?

Ciò è accaduto, oltre che per quanto esposto sopra (mancanza di incentivi e riconoscimenti specifici), anche per:

  • la totale assenza di una politica seria di formazione del personale (chi non vuole stare nei Nuclei, non ha voglia di imparare e non impara tenendosi ai margini operativi e, soprattutto, evitando di essere nominato capo-pattuglia);
  • fare le verifiche non premia (tutti lo sanno e sono stufo di sentirlo dire anche da ragazzi giovanissimi. Il sacrificio connesso a tale attività e i costi da sostenere per aggiornarsi e tenersi al passo per affrontare questioni di assoluta complessità con avvocati difensori di grido, fiscalisti e consulenti che vengono nominati dalla parte, non trovano alcuna contropartita vantaggiosa);
  • la fuga del personale soprattutto giovane (siamo stanchi di assistere a ciò, stanchi di vedere ragazzini e ragazzine trasferiti in posti dove si guadagna di più, ovvero presso Reparti logistici e di amministrazione; è vergognoso tutto ciò!!!).

IL SISTEMA È AL COLLASSO! BISOGNA ADOTTARE DELLE SOLUZIONI URGENTI!

Sono rammaricato e deluso dal lavoro svolto sin d’ora dai colleghi del Cobar e degli altri organi di rappresentanza militare. Qui non bisogna parlare, come spesso accade, di equiparazione con le Forze di polizia, di equiordinazione, ecc… La specificità del capo-pattuglia impegnato in verifiche fiscali presso i Nuclei PEF va premiata!

Si tratta di professionalità che svolgono mansioni di assoluto rilievo e, in particolar modo, determinano l’incameramento al bilancio statale di ingenti somme di denaro che, in questa epoca storica, più che mai, sono fondamentali al funzionamento dello Stato e del nostro welfare.

Se non ci muove lungo queste linee, il sistema è destinato a implodere! IL CORPO DELLA GUARDIA DI FINANZA NON PUÒ ESISTERE PER SVILUPPARE FUNZIONI AMMINISTRATIVE E LOGISTICHE VARIE PRESSO REPARTI ED ENTI VARI, MA DEVE CARATTERIZZARSI, ANCOR DI PIÙ, NELLO SVILUPPO DI ATTIVITÀ DI CONTRASTO AI FENOMENI DI EVASIONE FISCALE E RICICLAGGIO ANCHE INTERNAZIONALE e per fare questo, servono tre elementi specifici:

  • incentivi a chi fa il lavoro;
  • formazione professionale seria;
  • rispetto della dignità di chi lavora che risulta fortemente lesa da trasferimenti di giovani presso altre Amministrazioni dove si percepisce uno stipendio più alto o dove si svolgono mere mansioni di ufficio!

 

 

 

 


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