COCER E COMANDO GENERALE: DUE STILI A CONFRONTO - di Giuseppe Fortuna

mercoledì 15 novembre 2000

La costituzione dell’associazione "Finanzieri Cittadini e Solidarietà" non è passata inosservata.

Era, questo, uno dei primi risultati che FICIESSE voleva ottenere. Il 14 maggio scorso, infatti, giorno della costituzione, il presidente è stato incaricato di inviare al Ministro delle Finanze, al Comandante Generale, al Consiglio superiore dei Generali di divisione e al Cocer, altrettante lettere di presentazione e di offerta di collaborazione, alle quali sono state allegate lo statuto e l’elenco nominativo dei soci fondatori.

 Le finalità delle lettere erano evidenti: dimostrare, fin dal primo atto, la trasparenza di una iniziativa nella quale si devono poter riconoscere tutti quei cittadini ai quali stia a cuore la realizzazione di un rapporto nuovo tra contribuenti e amministrazione finanziaria; un rapporto basato non più sulla diffidenza e sull’intimidazione, ma sul dialogo e sul confronto, per definire dei "progetti di innovazione" idonei a far crescere e consolidare una moderna coscienza fiscale, da una parte, e la cultura della qualità e del servizio al cittadino, dall’altra.

Si tratta, quindi, per gli associati, di una scelta nobile, di impegno civile e di partecipazione attiva alla costruzione del nuovo, incoraggiata e tutelata dalla Costituzione con il riconoscimento dei diritti fondamentali di libertà di manifestazione del pensiero e di libertà di associazione.

Ebbene, tra gli altri, abbiamo avuto due importanti riscontri.

 Il primo è venuto dal Cocer che ha deciso di avviare una serie di colloqui e di confronti con la nostra e con altre associazioni omologhe per acquisirne il punto di vista e trarne suggerimenti e indicazioni utili alla sua attività istituzionale.

 Complimenti al Cocer per la sensibilità, l’equilibrio e l’intelligenza dimostrate anche in questa occasione. E’ stato compreso che se nascono nuovi soggetti non è per perdere tempo o per farlo perdere agli altri, ma è perché c’è un disagio diffuso che non può essere ignorato, ci sono esigenze primarie che debbono di essere conosciute, ci sono bisogni elementari che chiedono di essere soddisfatti.

Un secondo riscontro, purtroppo di ben altro tenore, è venuto dal Comando Generale della Guardia di Finanza.

Infatti, con la nota n. 169370/P/4 del 7 luglio 1999, indirizzata ai comandanti dei reparti che hanno in forza i soci fondatori appartenenti al Corpo, il Comando Generale ha scritto:

“““Si invia, per opportuna conoscenza, copia del documento concernente lo statuto dell’Associazione in oggetto unitamente all’elenco dei soci fondatori della stessa (all. 1 e 2).

Si rappresenta che il Consiglio di Stato, a seguito di ricorso presentato dall’Associazione "UNARMA", la quale aveva chiesto, senza successo, il proprio riconoscimento quale associazione professionale a carattere sindacale tra il personale dell’Arma dei Carabinieri, con ordinanza nr. 1142/98 del 2 giugno 1998 ha (all. 3):

- sollevato questione di legittimità costituzionale dell’art. 8 della L. nr. 382/1978, nella parte in cui vieta al personale militare di costituire associazioni professionali a carattere sindacale o di aderire ad altre associazioni sindacali, ritenendo "dubbio che l’esclusione della libertà sindacale per i militari trovi ragionevole fondamento";

- rimesso in sede giurisdizionale alla Corte Costituzionale il giudizio di legittimità sul menzionato art. 8 della L. 382/1978.

In relazione a quanto sopra, nell’attesa che la Corte Costituzionale si pronunci nel merito consentendo una valutazione in ordine alla partecipazione all’associazione, si commette incarico di valutare eventuali responsabilità connesse ai singoli e specifici comportamenti degli associati che si pongano in contrasto con i principi del Regolamento di disciplina militare.

Quanto sopra sia portato a conoscenza del personale e, in particolare, dei militari indicati nell’elenco cit. all. 2.”””

La risposta di Ficiesse è contenuta nella lettera aperta, che riportiamo di seguito, nella quale si segnalano al Comandante Generale i macroscopici errori di valutazione in cui sono incorsi gli estensori della nota, che, evidentemente, ci vogliono per forza considerare come un’associazione tra militari e, per di più, di tipo sindacale.

 Ebbene, basta una superficiale lettura degli articoli 3 e 7 dello statuto per accorgersi che Ficiesse:

è un’associazione alla quale possono aderire (come infatti aderiscono) tutti i cittadini italiani, militari e non, che ne condividono le finalità;

- non ha tra i suoi scopi la promozione e l’organizzazione di forme di protesta e di dissenso;

vuole "soltanto" produrre idee e progetti di miglioramento nell’interesse del Paese e della Società civile.

Ma quale risultato ha avuto, in concreto, l’iniziativa del Comando Generale? E, specialmente, cosa si vede di tanto preoccupante nella costituzione di un’associazione non segreta che persegue finalità così elevate?

Alla prima domanda è facile rispondere: il risultato è stato quello di riconoscere Ficiesse come soggetto libero e autonomo da qualunque "palazzo", oltre che quello di dare dimostrazione che di associazioni come la nostra c’è urgente bisogno se vogliamo far affermare la cultura della partecipazione e del confronto delle idee.

 Per il secondo quesito, invece, non riusciamo davvero a trovare alcuna risposta.

Anche perché ci rifiutiamo di credere che a far paura possa essere proprio il confronto delle idee e la manifestazione libera del pensiero. Non possiamo crederlo perché tale diritto, che è il risultato di un’elaborazione culturale durata secoli, rappresenta il fondamento più vero e profondo delle democrazie moderne.

GIUSEPPE FORTUNA

 

 LETTERA APERTA 

AL COMANDANTE GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA

Gen. CA Rolando Mosca Moschini 

Signor Generale,

con foglio numero 169370/P del 7 luglio u.s. del Comando Generale, diretto a vari reparti del Corpo, è stata richiamata l'attenzione delle Gerarchie di ogni livello affinché, in ordine alla costituzione della Associazione "Finanzieri, cittadini e solidarietà", siano valutate "eventuali responsabilità connesse ai singoli e specifici comportamenti degli associati che si pongano in contrasto con i principi del Regolamento di disciplina militare".
La lettera non ha carattere di riservatezza poiché i sui contenuti sono stati resi noti ai soci fondatori e al personale del Corpo.
L'Associazione prende atto, in senso positivo, dell'interesse manifestato nei suoi confronti, ma, nel contempo ha l'obbligo di fornire alcune precisazioni.
Sembra, infatti, che il Comando Generale:
1. consideri l'Associazione "Finanzieri, cittadini e solidarietà" come un'associazione tra militari;
2. le attribuisca carattere di associazione sindacale.

Tali opinioni non rispondono a realtà.

Innanzitutto, l'articolo 7 dello Statuto prevede come requisiti di ammissione non l'appartenenza alla Guardia di Finanza ma la semplice cittadinanza italiana, unitamente alla condivisione degli scopi e dei principi indicati nel precedente articolo 3.
Si tratta di una disposizione di tipo non formale o elusivo ma di sostanza, come dimostra la presenza tra i soci (fondatori e non) di un numero elevato di cittadini non militari.
Già tale constatazione sarebbe sufficiente da sola per smentire anche il secondo assunto, secondo il quale Ficiesse sarebbe un'associazione a carattere sindacale.
Che il sindacato non si tratti lo si deduce in modo chiaro e definitivo anche dal fatto che nessuna delle finalità indicate dal citato articolo 3 dello Statuto abbia un contenuto di tipo sindacale.

L'Associazione, infatti, intende "volare alto" per stimolare idee e progetti in grado di migliorare effettivamente i rapporti con il Cittadino-Contribuente e favorire il processo di modernizzazione dell'Amministrazione finanziaria.

Ciò non toglie che Ficiesse abbia delle opinioni precise sulla sindacalizzazione del Corpo, che auspichi una rapida apertura normativa in tale direzione e che assumerà un ruolo propulsivo a riguardo. Punto di vista, questo, né originale né eccentrico, visto che, come è noto, la sindacalizzazione è stata recentemente richiesta, all'unanimità dagli organismi della rappresentanza militare di tutta Italia in un recente incontro con il Cocer - Guardia di Finanza (vgs. Il comunicato stampa dello stesso Cocer del 9 giugno 1999).

Come interpretare, allora, l'iniziativa del Comando Generale?

Purtroppo è sorta, in più persone, la sensazione che la lettera voglia ottenere il risultato di una forte pressione psicologica per scoraggiare le adesioni all'Associazione e che tale posizione sarebbe fondamentalmente motivata proprio dalla "pretesa" del neonato soggetto di perseguire quelle finalità "alte" indicate nello Statuto.
A nostro parere, non può essere questa la chiave di lettura perché pressioni della specie:

-   si collocherebbero al di fuori di un corretto rapporto di lealtà e trasparenza;

-   non interpreterebbero l'interesse del Corpo;

-   sarebbero in contrasto con le disposizioni della Legge 382 del 1978;

-   verrebbero, di fatto ad ostacolare l'esercizio di diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione agli articoli 2,18 e 21.

Per questo Le chiediamo, Signor Generale, di intervenire personalmente in modo che siano fugati tutti i dubbi su aspetti di tanta e tale rilevanza.

Noi, dal canto nostro, continueremo ad offrire, come già fatto formalmente all'indomani della costituzione dell'Associazione, la nostra incondizionata disponibilità a collaborare con Lei, con le Gerarchie locali e con gli Organismi della rappresentanza militare nell'esclusivo interesse della Guardia di Finanza e del Paese. 

Roma, 11 agosto 1999

IL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE

(Carlo Germi)

 

 


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