LA MIA AVVENTURA NELL’OPERAZIONE MATO GROSSO (di Salvatore Scino)

venerdì 28 febbraio 2003

Da quasi trenta anni faccio parte del gruppo di volontariato per il terzo mondo denominato “Operazione Mato Grosso” nato nel 1966 e che ho conosciuto casualmente agli inizi degli anni 70.

Nell’inverno del 1974 mi trovavo a Milano per motivi di servizio e vidi alcuni giovani che facevano una raccolta differenziata: carta, stracci, vetro e ferro per il centro di Milano.

Vedendo tanti ragazzi e ragazze impolverati con gli scarponi fangosi, i capelli lunghi e non curati e un vecchio furgone stracarico di ferro e stracci mi incuriosii. Mi avvicinai a loro e chiesi cosa stessero facendo. Loro con molta semplicità mi dissero che stavano effettuando una raccolta del materiale sopra citato per realizzare fondi per sostenere i più poveri dell’America Latina.

Poche centinaia di metri più in là si stava svolgendo una manifestazione molto rumorosa con migliaia di giovani studenti e operai. Si udivano tanti slogan contro il governo e la classe politica di quel tempo.

Domandai ai giovani che stavano caricando il furgone perché non erano alla manifestazione. Mi risposero «il nostro modo di contestare questo mondo è lavorare concretamente per i più poveri anziché manifestare o chiacchierare».

Chiesi ancora «posso venire domani ad aiutarvi?» Sorpresi ed incuriositi dalla mia richiesta, anche perché ero in divisa, mi dissero di si.

Così il giorno dopo mi unii a circa 70 ragazzi e ragazze e per due giorni stetti con loro a lavorare.

Il loro modo di fare concreto, senza fronzoli né mezze misure mi colpì immediatamente. Tutto si basava sul lavoro e la ricerca della povertà da vivere. Questo stile di vita mi affascinò immediatamente.

Così iniziò la mia avventura nell’Operazione Mato Grosso. Io giovane finanziere trasferito sul lago di Como lontano dalla mia casa, dalle mie amicizie, fui catapultato in un ambiente completamente diverso dal mio e con i superiori diretti del tempo che ci terrorizzavano dicendoci continuamente di stare attenti all’ambiente esterno e ponendo addirittura nelle nostre bacheche l’elenco dei locali da non frequentare.

Vedere dei giovani così liberi ed entusiasti di vivere e considerando che, per il mio modo di essere, per ciò che sentivo di voler vivere oltre al lavoro, il solo ambiente della caserma non poteva bastarmi, ne rimasi fortemente affascinato.

Lasciandomi sin dall’inizio trasportare dall’istinto e dalla simpatia per questi giovani anticonformisti mi lasciai condurre sulla barca della carità verso i poveri. Avevo già avuto esperienze di volontariato con l’ANFAS nel campo dell’handicap e nel campo della tossicodipendenza, ma la mia continua irrequietezza e la mia ricerca a volte anche incosciente del nuovo e di vivere e respirare qualcosa che mi desse più completezza al mio IO non mi dava tregua.

L’incontro con i giovani dell’ O.M.G. ha rappresentato e rappresenta la svolta più importante della mia vita e l’ha segnata profondamente.

Dopo poco tempo conobbi Padre Ugo De Censi e fu sintonia e simpatia a prima vista. Quest’uomo dalla bocca storta, dallo sguardo dritto e penetrante, dalla chiarezza di parola e dall’humour sottile mi colpì profondamente, vederlo all’opera nel lavoro con i ragazzi, suonare la fisarmonica, intrattenersi con grande naturalezza e semplicità con tutte le persone mi conquistò.

Incominciai a frequentare assiduamente i volontari dell’Operazione Mato Grosso nei campi di lavoro e anche io incominciai a organizzare varie attività lavorative sempre per i più poveri, misi in piedi dei gruppi di giovani e coinvolsi sempre più amici, persone e colleghi di lavoro a tutti i livelli.

Anche le più alte gerarchie del Corpo che si sono alternate negli ultimi 15 anni con generosità hanno aiutato Padre Ugo De Censi ed il movimento sia a livello personale che come Istituzione mettendo a disposizione per concerti di beneficenza che si sono tenuti in varie località italiane (Firenze, Lucca, Palermo) la banda del Corpo.

Hanno inoltre  promosso anche altre iniziative tipo sottoscrizioni o spedizioni in missione di materiale.

Iniziai ad andare in America Latina come volontario. Tanti sono stati i miei viaggi tra i più poveri dell’ Ecuador, della Bolivia, del Brasile e del Perù. Ho partecipato attivamente alla costruzione di importanti opere sociali sempre a favore dei più poveri tipo costruzione di ponti, ospedali, centrali idroelettriche, case per i più diseredati.

In ogni viaggio ho sempre provato delle grandi emozioni e profonda commozione nel vedere soprattutto nei volti dei bambini e delle donne la precarietà e la sofferenza.

L’ultimo dei miei viaggi è stato alla fine di Luglio: ho accompagnato il Cardinale di Milano Carlo Maria Martini in Perù presso alcune  missioni dell’Operazione Mato Grosso. Ha inaugurato sulla cordigliera delle Ande (3000 slm) una casa di accoglienza per anziani soli e abbandonati. Ha fatto visita e confortato i tanti ammalati che giornalmente affollano l’ospedale dei poveri di Chacas (3400 metri slm). Si è incontrato con tutti i volontari italiani del movimento che operano da trenta anni in quelle remote zone e a favore dei più poveri campesinos.

In tutte le missioni il Cardinale è stato accolto, oltre che dai volontari, da migliaia e migliaia di bambini e bambine con canti in gregoriano e dell’oratorio Don Bosco. Attualmente le missioni dell’O.M.G. in America Latina sono oltre 80 divise tra la Bolivia, l’Ecuadoril Brasile e il Perù con circa 400 volontari permanenti realizzando e portando avanti grandi progetti umanitari, sociali e pastorali.

L’anima e la guida di tutto il movimento sia in terra di missione, sia in Italia è questo straordinario sacerdote salesiano, Padre Ugo De Censi, valtellinese di 78 anni parroco di Chacas che ha dedicato tutta la sua esistenza alla causa dei giovani e dei poveri.

 

SALVATORE SCINO

Delegato Cocer – Guardia di Finanza, 9° mandato

Email: scinosalvatore@hotmail.com

 

 


Tua email:   Invia a: