FICIESSE: UN CONGRESSO NAZIONALE CON TANTE PROPOSTE NELLA DIREZIONE DELLA PARTECIPAZIONE DEI FINANZIERI VERSO IL DIALOGO, LA COESIONE SOCIALE E LA COSTRUZIONE DEL NUOVO - di Vincenzo Vacca
Abbiamo già evidenziato che il Congresso Ficiesse recentemente svoltosi è stato particolarmente proficuo. Infatti, non solo ha visto la partecipazione di tanti soci – finanzieri in servizio e in congedo e di persone che fanno o hanno fatto altri lavori – ma di massimi esponenti della CGIL (basti pensare che è intervenuta la Segretaria Generale del predetto Sindacato, Camusso, nonché la Responsabile Nazionale per la Sicurezza, Fracassi, parlamentari, giornalisti e anche uno dei padri storici del movimento degli anni ’70 – Luigi Notari – grazie al quale si ottenne nel 1981 la riforma di quella che era il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, attualmente denominata Polizia di Stato.
Già questa nuova denominazione – con tutte le luci e le ombre emerse in questi decenni – sta ad indicare una significativa riforma di un segmento importante dell’apparato istituzionale deputato alla sicurezza. Significativa, inoltre, è stata la presenza del Presidente del Cocer della Guardia di Finanza che nel suo analitico intervento ha avuto modo di sottolineare tematiche fondamentali circa il ruolo istituzionale che il Corpo svolge nell’espletamento quotidiano delle sue funzioni. Infine, è intervenuto il Segretario Generale del Sindacato Italiano Lavoratori Polizia Silp Cgil che ha esposto, tra l’altro, una serie di criticità relativamente all’attività della Polizia di Stato.
Il nostro Congresso è stato, quindi, un momento di riflessione collettiva per quanto riguarda l’organizzazione che lo Stato italiano, dal dopoguerra ad oggi, si è dato per garantire sicurezza ai cittadini e per contrastare l’evasione fiscale, oltre a tutta una serie di gravi reati.
Particolarmente importante è stata la relazione introduttiva del Segretario Generale uscente – Francesco Zavattolo – che è stato successivamente rieletto all’unanimità nella carica dai trentadue componenti del nuovo Direttivo Nazionale. Infatti, la relazione ha dato la possibilità a tutti gli intervenuti di approfondire con i loro interventi aspetti specifici del programma di azione da intraprendere e di proposte da avanzare nei prossimi tre anni da parte di Ficiesse.
Senza fare alcuna concessione all’enfasi e all’autocelebrazione, io credo che il Congresso sia stato soprattutto un momento alto di esercizio di democrazia. Di partecipazione attiva e consapevole al dibattito pubblico e, quindi, politico in ordine sia alle tematiche della sicurezza democratica, sia allo stato delle relazioni sindacali di tutte le categorie dei lavoratori.
Gli interventi – tutti fatti a titolo personale - per quanto diversi tra loro, hanno avuto una costante preoccupazione, cioè quella di indicare, in modo specifico, le riforme ritenute necessarie, per rendere quanto più efficaci possibili per i cittadini, i compiti delle Forze di Polizia e della Guardia di Finanza, in particolare.
Voglio sottolineare che il Congresso non ha prodotto una serie di “lamentele”, ma ha provato, credo riuscendoci, a delineare nuove e più avanzate traiettorie istituzionali.
Sono del parere, d’alta parte, che anche il finanziere, naturalmente fuori dal servizio, debba prendere parte alla vita della democrazia. Come si può pensare che una democrazia, che voglia essere sana e vitale, possa fare a meno del parere e delle proposte di un servitore dello Stato? Chi fa questo particolare lavoro acquisisce un vero e proprio tesoretto di esperienza costituito dal rapporto con le persone in carne e ossa e può, pertanto, dare un grande apporto alla circolazione delle idee.
Non sarà mica un caso che decine e decine di film e di libri vedono come protagonisti tutori dell’ordine, oltre al fatto che tanti saggi e/o romanzi vengono scritti da appartenenti alle Forze di polizia.
La democrazia, anche quella cosidetta decidente, è tale nella misura in cui tutti possono dare il proprio contributo e, in questo periodo di crisi della democrazia, (da non semplificare solo nel momento delle elezioni) questa considerazione diventa ancora più vera.
Ognuno di noi ha una porzione di ragione che, facendola interagire con quella degli altri, ci fa avvicinare alla “verità”. Ecco perché la richiesta di maggiori diritti, sindacali e associativi, si basa innanzitutto sulla voglia di partecipazione civile, sul desiderio di dialogare tra di noi, con le altre categorie di lavoratori e con i cittadini sui territori. Insomma, coesione sociale per bloccare la deriva che stiamo vivendo da molti anni e rifiutarci di curare solo il nostro “orticello”.
VINCENZO VACCA
Componente del Direttivo Nazionale Ficiesse