CORRIERE.IT. RIFORMA DEI MODELLI CONTRATTUALI: CGIL CISL UIL VARA L'ACCORDO di Rita Querzè
DA CORRIERE.IT: RIFORMA DEI MODELLI CONTRATTUALI: CGIL CISL UIL VARA L'ACCORDO di Rita Querzè
Testo di 20 pagine. La Cgil apre all a partecipazione dei dipendenti alla governance aziendale. La Cisl accetta l’idea di un’applicazione dell’articolo 39 della Costituzione
Riforma dei modelli contrattuali: oggi Cgil, Cisl e e Uil hanno reso pubblica la proposta condivisa a cui hanno lavorato dal mese di novembre. Il testo è stato votato in serata dagli esecutivi delle tre confederazioni, in tutto 210 dirigenti del sindacato a livello sia territoriale che di categoria. L’approvazione è avvenuta all’unanimità.
Niente accordo sulla contrattazione nel pubblico impiego
I lavori sono iniziati con una introduzione del segretario della Cisl Gigi Petteni e sono stati chiusi dal segretario generale della Cgil Susanna Camusso. A metà dei lavori è intervenuto il leader Uil, Carmelo Barbagallo. Anna Maria Furlan, alla guida della Cisl, che pure ha sostenuto l’accordo fin dal primo momento, non era presente per motivi di salute. L’intesa avrebbe dovuto essere accompagnata da un testo sulla contrattazione nel pubblico impiego. Su questo argomento l’incontro tra i vertici dei tre sindacati è andato avanti fino alla tarda serata di mercoledì ma senza un risultato condiviso. La definizione del testo sul pubblico impiego è quindi rimandata.
Il punto di vista (fuori dal coro) dei metalmeccanici della Fim
A favore dell’accordo si è pubblicamente schierato Maurizio Landini, segretario generale della Fiom. Ieri dal palco sono intervenuti sia il segretario generale della Uilm Rocco Palombella che il segretario della Fim Cisl, Marco Bentivogli. Quest’ultimo con una posizione favorevole all’intesa nel suo insieme, ma ricca di sfumature per nulla scontate. Bentivogli ricorda che l’accordo è frutto di «una difficile sintesi tra le diverse posizioni» e che quindi «sconta alcuni margini di interpretazione che dovranno essere definiti e chiariti meglio». Inoltre fa notare che «è un ossimoro caricare di ulteriore ruolo salariale il contratto nazionale e puntare sulla contrattazione aziendale e territoriale. Non si può fare centralizzazione e decentramento allo stesso tempo». Il segretario generale della Fim fa autocritica: «Queste contraddizioni che ci portiamo dietro da 20 anni se vogliamo tentare di fare un accordo, almeno tra di noi, primo o poi dovremo affrontarle». E ancora: «Se in futuro i minimi legali saranno quelli individuati, per legge dai contratti, il minimo contrattuale dei metalmeccanici italiani sarà, più alto di quello tedesco fermo a 8,50 euro, vi sembra verosimile?».
La polemica con Confindustria
Da domani il testo sarà presentato alla rappresentanze dei datori di lavoro, Confindustria in testa. Viste le prime reazioni, sarà un confronto in salita. Duro il commento del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: «Da quello che si legge appare che i sindacati si stiano muovendo col passo del gambero. La loro proposta è già superata dai contratti di categoria che si sono chiusi in questo periodo e dalle nostre proposte per i contratti in fase di rinnovo, anni luce più innovative rispetto alla piattaforma di Cgil, Cisl e Uil. Sono stati buttati 6 mesi da quando li avevo invitati al tavolo e i risultati che presentano oggi, se confermati, sembrano più una foto sbiadita che non una scelta per innovare il paese». Il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo ha risposto a stretto giro: «Squinzi ha definito già superata la nostra proposta? Forse Squinzi si è guardato allo specchio». Gigi Petteni della Cisl la mette sulla mediazione (e sull’ironia): «A Confindustria e a tutte le controparti imprenditoriali diciamo: confrontiamoci dialogando, non partiamo da chiusure perché il mercato del lavoro darà una spinta decisiva all’economia». «Le polemiche non aiutano – continua Petteni –: evitiamo tutti di fare la fine dei capponi di Renzo (o di Renzi)». Per Susanna Camusso «La cosa più vecchia possibile è sostenere il primato e il dominio dell’impresa».