ANSA: RAGGI, PENSIAMO ANCHE A ESPONENTI GDF IN SQUADRA; MARO': COCER MARINA, SODDISFAZIONE SOLO DOPO RITORNO GIRONE; SICUREZZA: POLIZIOTTI CINESI IN PATTUGLIA NEL CENTRO MILANO - CAMORRA: MAZZETTE PER NOTIZIE A CLAN, COINVOLTI DUE CC
ROMA: RAGGI, PENSIAMO ANCHE A ESPONENTI GDF IN SQUADRA
ROMA, 03 MAG
"Una squadra al di sopra di ogni sospetto? Ci stiamo lavorando. Se riusciremo a formarla prima la presenteremo (delle elezioni, ndr). Ci saranno persone che potranno tranquillamente venire dal mondo anche della Guardia di Finanza. Perche' in questo momento Roma deve essere presidiata soprattutto in alcuni settori, come gli appalti". Cosi' la candidata a sindaco di Roma del M5S Virginia Raggi a Radio Radicale.(ANSA).
MARO': COCER MARINA, SODDISFAZIONE SOLO DOPO RITORNO GIRONE
ROMA, 3 MAG
"In questi quattro anni abbiamo visto troppi errori, ritardi e rinvii: preferiamo per il momento essere prudenti prima di esprimere la piena soddisfazione per questa decisione". Cosi' il Cocer della Marina Militare commenta la decisione del tribunale dell'Aja. "Riteniamo di interpretare i sentimenti di tutti i colleghi nell'augurarci di poter riabbracciare prima possibile Salvatore Girone al suo rientro in Italia", prosegue il Cocer sottolineando che il rientro di Girone "potrebbe essere un punto di svolta essenziale nell'intricata vicenda che, lo ribadiamo, vede due innocenti servitori dello Stato subire una palese ingiustizia".(ANSA).
SICUREZZA: POLIZIOTTI CINESI IN PATTUGLIA NEL CENTRO MILANO INSIEME A POLIZIA E CARABINIERI NELLE ZONE CON PIU' TURISTI
MILANO, 3 MAG
Si chiamano Sa Yiming e Shu Xjian. Sono i due poliziotti cinesi che da oggi pattuglieranno assieme a carabinieri e polizia "le zone a maggiore impatto turistico", come ha spiegato in conferenza stampa il prefetto di Milano Alessandro Marangoni. Per due settimane gli agenti affiancheranno militari e agenti (una settimana a testa) nei servizi di controllo nelle vie del centro, quelle dove e' maggiore la presenza di turisti asiatici che hanno bisogno di informazioni e aiuto. Analoga iniziativa e' in corso a Roma con altri due agenti cinesi. "Sono entrato in polizia 10 anni fa - racconta in italiano Sa Yiming, di 34 anni - Conosco la vostra lingua perche' ho frequentato le medie a Modena, poi la mia famiglia e' tornata in patria e io l'ho seguita. In Cina lavoro all'aeroporto di Shangai, questa esperienza e' molto importante per me". Gli agenti cinesi non avranno armi e potranno intervenire solo comunicando informazioni ai colleghi italiani. "Questo progetto rafforza il concetto della polizia di prossimita' - ha commentato il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Canio Giuseppe La Gala - Aiutera' ad aumentare la sicurezza nei luoghi turistici. Noi abbiamo gia' un militare di origini cinesi in servizio alla stazione Porta Garibaldi". L'iniziativa e' definita un "germoglio" dal questore Antonio De Iesu. "E' un progetto inedito che getta le basi per qualcosa di piu' importante per consolidare una cooperazione tra i due Paesi. Questa e' una giornata importante per Milano". Nel pomeriggio i due agenti hanno iniziato il loro servizio in piazza del Duomo, dove sono stati circondati da decine di curiosi. Molti i cinesi che hanno chiesto informazioni e una foto assieme ai connazionali in divisa. (ANSA).
CAMORRA: MAZZETTE PER NOTIZIE A CLAN, COINVOLTI DUE CC UNO IN CELLA. TENTATIVI CONTATTI CON UFFICIALI PER TRASFERIMENTO
NAPOLI, 3 MAG
"Mazzette" e altri "regali" in cambio di informazioni riservate a pregiudicati ritenuti legati a tre gruppi camorristici del Napoletano: e' l'accusa che viene contestata a due carabinieri, coinvolti in un'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ai quali i colleghi del Nucleo Investigativo di Napoli hanno notificato un arresto in carcere e un divieto di dimora. Le informazioni che i militari "infedeli" fornivano aipregiudicati riguardavano anche le operazioni anti crimine che i l'Arma stava conducendo nella zona di Marano (Napoli) soprattutto per contrastare il traffico di sostanze stupefacenti. Oltre ai due carabinieri - uno semplice, l'altro con il grado di appuntato - nell'inchiesta sono coinvolti tre pregiudicati ritenuti dagli investigatori contigui a due storici clan della zona, i Polverino e i Nuvoletta, e a un gruppo camorristico emergente, quello degli Orlando. L'Arma dei carabinieri ha disposto la sospensione "ad horas" dei militari coinvolti nell'inchiesta - oltre a Cantone, 35 anni, anche Francesco Papa, 36 - per i quali il gip del Tribunale di Napoli ha ordinato, rispettivamente, l'arresto in carcere e il divieto di dimora a Napoli, Caserta e nelle rispettive province.
In carcere sono finiti anche i tre pregiudicati: Angelo Di Maro, 37 anni; Francesco Sepe, 49 anni, (che si trovava ai domiciliari) e Massimo D'Onofrio, 42 anni. Arresti domiciliari, infine, per un avvocato, Domenico De Martino, 68 anni, che si stava prodigando per agevolare il trasferimento di uno dei due carabinieri. Dall'inchiesta e' emerso che Angelo Cantone, carabiniere arrestato con l'accusa di aver passato, in cambio di soldi e regali, notizie riservate a Angelo Di Maro, ritenuto coinvolto in un traffico di stupefacenti gestito dal clan Polverino, intendeva trasferirsi al comando di Castello di Cisterna. Gli inquirenti - le indagini dei carabinieri sono state coordinate dal pm della Dda Maria di Mauro e dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli - evidenziano che a Castello di Cisterna sono svolte indagini sulla criminalita' organizzata e pertanto il militare riteneva di poter acquisire informazioni importanti da fornire al clan. Un progetto che non va in porto anche se Cantone si era rivolto a uno che nelle telefonate chiama ''avvocato'' il quale era ''inserito in un meccanismo di relazioni e conoscenze che mette a disposizione dei militari che necessitano del suo aiuto'', come sottolinea nella sua ordinanza il gip Egle Pilla. Si tratta di Domenico De Martino, nei cui confronti oggi i carabinieri hanno eseguito una misura cautelare di arresti domiciliari. De Martino, che avrebbe ricevuto informazioni da Cantone, avrebbe promesso il proprio interessamento presso ufficiali dell'Arma per favorire il suo trasferimento a Castello di Cisterna (''una sezione dalla quale meglio puo' controllare e servire la criminalita' organizzata maranese a servizio della quale ha posto la propria funzione''). ''De Martino - scrivono i magistrati - agisce in maniera sistematica anche grazie alle amicizie con i vertici dell'Arma con i quali ha contatti frequenti come risulta dai tabulati''. I tentativi, sottolineano gli inquirenti, non vanno in porto. Falliti i tentativi con l'Arma, per raggiungere l'obiettivo, avrebbe provato anche contatti con i politici: ''Francesco che dici, io devo chiamare il segretario del ministro Alfano, io tengo il numero quello disse chiamami...'' dice in una telefonata con un collega anch'egli indagato. I pregiudicati finiti in cella si occupavano prevalentemente di traffico di sostanze stupefacenti e le informazioni venivano reperite dalla due "mele marce" anche consultando, illecitamente, le banche dati delle forze dell'ordine. Tutti i reati contestati ai sei indagati sono aggravati dalle finalita' mafiose. Infine, nel corso dell'attivita' investigativa, iniziata nel 2015, dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli sono stati sequestrati 80 chilogrammi di droga, tra hashish e marijuana, una pistola a salve calibro 9 e 4890 euro in contanti. (ANSA).