ANSA : TORTURA: SIAP-ANFP, BENE ALFANO SU MODIFICA LEGGE -TORTURA: GIOVANARDI, SOLIDALI CON LE FORZE DELL'ORDINE -ERDOGAN CACCIA 8 MILA POLIZIOTTI, UCCISO UN VICESINDACO
TORTURA: SIAP-ANFP, BENE ALFANO SU MODIFICA LEGGE
ROMA, 18 LUG
"Bene il ministro dell'Interno Angelino Alfano sull'apertura a rivedere il testo del reato di tortura, affinche' le donne e gli uomini delle forze di polizia non siano oggetto di pericolose denunce strumentali di criminali senza scrupolo i cui effetti negativi comprometterebbero l'operativita' e l'efficienza dell'azione delle forze dell'ordine". Lo affermano in una nota i segretari dell'Associazione nazionale funzionari di Polizia (Anfp) E Siap Lorena La Spina e Giuseppe Tiani. "Il testo del reato di tortura - proseguono - non deve prestare il fianco a dubbi ed interpretazioni percio' la reiterazione delle condotte violente va salvaguardata al fine di garantire un adeguata tipizzazione della nuova fattispecie e di distinguerla da altre ipotesi delittuose che sono gia' previste nel nostro ordinamento".(ANSA).
TORTURA: GIOVANARDI, SOLIDALI CON LE FORZE DELL'ORDINE
ROMA, 18 LUG
"Siamo pienamente solidali con tutti i sindacati di polizia ed il Cocer dei carabinieri che si oppongono con decisione al disegno di legge sulla tortura che riprende il suo cammino domani nell'aula del Senato". Lo afferma Carlo Giovanardi (Idea). "E' un provvedimento ideologico intriso di prevenzione e pregiudizi nei confronti delle forze dell'ordine, non a caso supportato da una campagna mediatica, che ha trovato sponde in Parlamento e nel presidente PD della Giunta regionale dell' Emilia Romagna, fondata sulla menzogna. Vengono infatti ripetuti come un mantra i nomi di Giulio Regeni, Giuseppe Uva, Federico Aldrovandi e Riccardo Magherini come casi nei quali si sarebbe dovuto applicare il nuovo reato con la pena dell'ergastolo per i poliziotti e i carabinieri coinvolti: basta leggere la sentenza di assoluzione dopo otto anni di calvario, del caso Uva, quella di condanna definitiva, nel caso di Aldrovandi quella di primo grado, nel caso Magherini per scoprire che si trattava sempre di processi per comportamenti colposi, (imperizia o negligenza) e non dolosi come nel caso della tortura. Malafede o ignoranza vengono strumentalmente utilizzati per dare sfogo ad un atteggiamento astioso e punitivo che lascerebbe i cittadini alla merce' dei violenti e della criminalita', comune od organizzata che sia", conclude. (ANSA).
ERDOGAN CACCIA 8 MILA POLIZIOTTI, UCCISO UN VICESINDACO IMPAZZA VIOLENZA. TURCHIA VERSO PENA DI MORTE, MONITO UE E USA (DI CRISTOFORO SPINELLA)
ISTANBUL, 18 LUG
Piu' di 7.500 arresti, oltre 13 mila dipendenti pubblici cacciati, purghe che non risparmiano piu' neanche la polizia e centinaia di migliaia di lavoratori statali bloccati in Turchia da un divieto di espatrio. Il presidente Tayyip Erdogan fa tabula rasa di golpisti e oppositori, promette una repressione sempre piu' dura e annuncia che, se il Parlamento la approvera', dara' il suo ok alla pena di morte. Dopo il golpe fallito, il governo predica normalita', ma la Turchia appare sempre piu' sull'orlo dello stato d'emergenza. In queste ore, le foto shock di militari golpisti picchiati e umiliati invadono i social media e sconvolgono l'opinione pubblica. Mentre anche le strade tornano a macchiarsi di sangue. Due uomini hanno ucciso a colpi di pistola il vicesindaco di Sisli, una municipalita' nel centro di Istanbul, membro dell'opposizione socialdemocratica Chp. Un altro attacco armato e' avvenuto stamani vicino al tribunale di Ankara, dove testimoniavano i generali accusati del golpe. Dopo i militari e giudici, il giro di vite ha raggiunto oggi le forze di polizia, di cui molti avevano inizialmente sottolineato la fedelta' a Erdogan. Ma nelle sue purghe senza fine, il sultano ha trovato nemici anche li'. 8.777 dipendenti del ministero dell'Interno sono stati sospesi dai loro incarichi. Una cifra-mostre che include 7.899 agenti, costretti a restituire armi e distintivi, e ben 30 prefetti su 81, oltre a 614 gendarmi e 47 governatori di distretti provinciali. Nelle liste di proscrizione finiscono anche 1.500 dipendenti del ministero delle Finanze. Il senso dello stato di emergenza in cui versa la Turchia lo da' anche il clamoroso divieto di espatrio per i dipendenti pubblici, cui sara' pure vietato di abbandonare i propri uffici per ferie o altri congedi, fino a nuovo ordine. Provvedimenti che colpiscono oltre 3 milioni di persone. Un clima che e' gia' sfociato in atti di violenza armata incontrollata. A Istanbul oggi pomeriggio e' stato ucciso in pieno giorno e in pieno centro Cemil Candas, il vicesindaco di Sisli, proprio nella sede del Comune. Contro di lui, hanno aperto il fuoco 2 persone, poi fermate. Poche ore prima, un militare aveva sequestrato un veicolo vicino al tribunale di Ankara, uccidendone il conducente. Anche lui e' stato arrestato, per le autorita' avrebbe disturbi mentali. Ma il caos e' sempre piu' forte. Molti attacchi violenti si segnalano in tutto il Paese contro le minoranze religiose durante le invasioni serali delle folle islamiche nazionaliste, a cui Erdogan ha chiesto di non abbandonare le piazze. Attacchi sarebbero avvenuti anche contro giornalisti, mentre una ventina di siti web di opposizione sono stati oscurati dalla censura turca. In questo clima di tensione alle stelle, Ue e Usa chiedono che la Turchia "rispetti la democrazia, le liberta' fondamentali e lo stato di diritto" nella risposta al tentativo di golpe. Il premier Yildirim ha promesso di farlo, ma un ritorno alla pena di morte, verso cui Erdogan sembra sempre piu' incline, segnerebbe un immediato stop alle trattative con Bruxelles. Resta alta la tensione anche sull'estradizione di Fethullah Gulen, per cui Washington insiste di non aver ricevuto ancora alcuna richiesta, ne' le prove delle sue presunte responsabilita' nel golpe. Dalla Nato, arrivano comunque rassicurazioni sul ruolo indiscutibile di Ankara. Intanto, i misteri su chi abbia operativamente diretto il putsch fallito restano molti. L'ex capo dell'Aviazione Akin Ozturk, accusato di esserne lo stratega, davanti ai magistrati ha continuato a negare ogni responsabilita': "Il capo di stato maggiore Hulusi Akar e' testimone del fatto che non ho partecipato al golpe. Non posso dire chi l'abbia eseguito". (ANSA).