CORPO FORESTALE DELLO STATO ASSORBITO NELL’ARMA DEI CARABINIERI. IL GOVERNO HA DEFINITIVAMENTE FATTO LA SUA SCELTA. di Vincenzo Vacca
CORPO FORESTALE DELLO STATO ASSORBITO NELL’ARMA DEI CARABINIERI. IL GOVERNO HA DEFINITIVAMENTE FATTO LA SUA SCELTA. di Vincenzo Vacca
Per il Governo a nulla sono valse le continue proteste, gli appelli a fermarsi su questa strada dell’accorpamento di un Corpo di Polizia a ordinamento civile in uno a ordinamento militare. Da parte dei sindacati di Polizia, in particolar modo del Silp Cgil, del Cocer della Guardia di Finanza e, non ultimo, da parte di Ficiesse, sono stati prodotti anche unitariamente, numerosi documenti con i quali si dimostrava che non solo per le casse dello Stato non si andava verso un vero e proprio risparmio, pur riconoscendo e sollecitando una razionalizzazione delle Forze di Polizia, ma che con questo provvedimento governativo si andava verso una plateale inversione di tendenza in ordine a quanto stabilito dalla legge 121 del 1981. Infatti, tale legge contiene una scelta politica di fondo fondamentale per la gestione della sicurezza e cioè che la smilitarizzazione e la sindacalizzazione della Polizia contiene la precisa indicazione che si ritiene opportuno per un Paese democratico come il nostro che gli ordinamenti degli organismi di polizia, anche da un punto di vista di efficacia, siano a struttura civile e non militare. Tanto è vero che, a partire da quella Legge, furono smilitarizzate altre Forze di Polizia. Una vera e propria onda lunga che fu tale da inaugurare anche un clima diverso nelle stesse Forze di polizia a ordinamento militare, le quali, di fatto - pur mantenendo l’organizzazione gerarchica - sia nei rapporti con la società civile, sia nelle dinamiche interne, furono “contagiate” da questa nuova cultura democratica nel mantenimento dell’ordine e della sicurezza. Questo faceva ben sperare circa la concreta possibilità di sancire legislativamente per tutti i Corpi di polizia verso una evoluzione nella direzione della menzionata Legge 121.
Questo nuovo modo di pensare in ordine alla natura degli ordinamenti interni dei Corpi di Polizia si è gradualmente esaurito nel senso comune dell’opinione pubblica e, di conseguenza, nelle rappresentante politiche e istituzionali anche perché è diventata egemone l’idea che i cosi detti corpi intermedi sono inutili e, quindi, anche per i lavoratori della sicurezza e che, secondo questa sciagurata idea, i sindacati servissero solo per tutelare gli stipendi dei lavoratori. Inoltre, sempre secondo questo sentire diffuso, lo status militare o civile dell’operatore di polizia non ha alcuna attinenza con il garantire il diritto alla sicurezza. Purtroppo, il processo di banalizzazione complessivo che ha investito da alcuni decenni il nostro Paese, ha coinvolto in pieno anche le fondamentali tematiche dell’attività di polizia. In uno Stato democratico l’attenzione costante alle modalità con le quali si esercita il legittimo uso della forza connota nel profondo la natura della democrazia.
Certo, la moltiplicazione delle sigle sindacali nel pubblico impiego e,quindi, anche nelle Forze di polizia a ordinamento civile, ha oggettivamente prestato il fianco a costruire nell’immaginario collettivo che una polizia non militare non fosse importante per una società complessa e post moderna come la nostra. Ma una cosa è la critica anche aspra a certe degenerazione, altro è ritenere che la rimilitarizzazione sia la strada giusta. Non bisogna buttare insieme all’acqua sporca anche il bambino. Parlo di rimilitarizzazione perché, e mi collego all’argomento con il quale ho iniziato l’articolo, la scelta che ha fatto il Governo è indiscutibilmente una scelta di rimilitarizzazione delle Forze di Polizia, sia da un punto di vista legislativo, sia sotto un profilo di strategia politica. E’ chiaro che se il Governo, soprattutto nella persona del Primo Ministro, quando motiva l’accorpamento dei Forestali solo con presunti motivi di risparmio economico, lancia un preciso messaggio: a noi non interessa se un Corpo di Polizia è a ordinamento civile o militare, basta che risparmiamo. Siamo figli dei tempi (qualcuno li ha definiti tristi) e, quindi, in questa operazione ha trovato una opinione pubblica sostanzialmente silente che ha completamente dimenticato (ah, la memoria storica) la fondamentale importanza dell’avere ordinamenti civili nella organizzazione delle Polizie. Nulla nasce dal nulla. Per anni e anni, abbiamo avuto la proposta e la realizzazione (ricordate?) di “ronde di cittadini” che avrebbero dovuto garantire più sicurezza. Poi il pattugliamento delle strade dei militari dell’Esercito. Con tutto il rispetto per l’impegno e l’abdicazione di queste donne e uomini in divisa che, tra l’altro, rischiano la loro la vita tutti i giorni, ma è l’idea di fondo che provo a mettere in discussione.
Comunque, la partita è ancora aperta perché dalla nostra abbiamo le giuste e argomentate ragioni e, soprattutto, gli insegnamenti dei padri della riforma della Polizia del 1981.
Mi permetto di concludere con le parole di Luciano Lama: il sindacato di polizia è soprattutto un sindacato di servizio.
Vincenzo Vacca
Segretario Nazionale di Ficiesse