LA STAMPA: OK AI CRITERI PER PRECOCI E LAVORI USURANTI, MA L’ASSEGNO “APE” È ANCORA IN SOSPESO
LA STAMPA: OK AI CRITERI PER PRECOCI E LAVORI USURANTI, MA L’ASSEGNO “APE” È ANCORA IN SOSPESO
paolo baroni 29/09/2016
Nessun raddoppio della quattordicesima, ma aumento del 30%
Alla fine del primo round è rimasta in sospeso la cosa che forse sta più a cuore al governo e che interessa meno i sindacati, ovvero l’Ape, l’anticipo pensionistico. Deciso lo scherma di massima, con la possibilità di lasciare il lavoro anche con 3 anni e 7 mesi di anticipo a partire dai 63 anni attivando un prestito ponte con le banche da restituire in 20 anni, e declinato il tutto in «Ape volontaria», «Ape agevolata» (per le categorie di lavoratori in condizioni di maggiori bisogno) e «Ape/imprese» (per accompagnare le operazioni di ristrutturazione), adesso restano da definire soglie di reddito e platee interessate dallo sconto fiscale destinato alle fasce più deboli.
L’anticipo
Di partenza l’Ape costerà il 6% della pensione (interessi compresi) con un tetto massimo del 20% per chi la utilizza al massimo, ovvero per 43 mesi. L’idea circolata nei mesi scorsi era di esentare da questo costo tutti i lavoratori svantaggiati che percepivano meno di 1500 euro lordi al mese (1200 netti). Soglia ritenuta però insufficiente dai sindacati pena l’esclusione di fette importanti di lavoratori. Il discorso sulle platee potenziali viaggia di pari passo con quella sul reddito: anche su questo nuovi tavoli tecnici convocati a giorni dovranno approfondire l’argomento e vedere gli eventuali incastri. Per ora il verbale prevede che in linea di massima l’Ape agevolata, o «Ape social» come è stata ribattezzata, riguardi categorie come disoccupati, persone addette a lavori particolarmente gravosi o pericolosi (platea anche questa tutta da identificare), per i quali la permanenza al lavoro in età più elevata aumenta il rischio di infortuni e malattie professionali, lavoratori in precarie condizioni di salute o con disabili gravi a carico.
Precoci
Intanto, e questo è uno dei punti fermi già definiti, il verbale sancisce che sono classificati come «precoci» tutti lavoratori che prima dei 19 anni di età hanno accumulato 12 mesi di contributi anche non continuativi legati a lavoro effettivo. Per loro è stato deciso sia di eliminare le penalizzazioni in caso di pensionamento prima dei 62 anni, sia di consentire l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi nel caso di tratti di disoccupati, disabili, e lavoratori occupati nelle attività che verranno definite come gravose.
Usuranti
Importante risultato anche sui lavori usuranti: in questo caso dal 2017 verrà consentito l’anticipo del pensionamento di 12 o 18 mesi rispetto all’attuale normativa agevolata, mentre dal 2019 verrà eliminato l’adeguamento alle aspettative di vita. Inoltre verranno allargate le maglie della legge: basterà aver svolto l’attività usurante per sette anni negli ultimi 10 senza più il vincolo che questa sia fatta anche nell’ultimo anno di lavoro.
Redditi bassi
I primi due punti del verbale illustrati ieri alle controparti dal sottosegretario Tommaso Nannicini riguardano però le misure a sostegno dei pensionati redditi medio bassi: «completando il percorso già avviato lo scorso anno» la no tax area di tutti i pensionati sarà equiparata a quella dei lavoratori dipendenti e portata a quota 8125 euro. Quindi verrà rafforzata la cosiddetta quattordicesima che vale 336 euro per chi ha meno di 15 anni di contributi e 504 per chi ne ha più di 25. Ci sarà un aumento di quelle già in essere (circa 2,1 milioni di percettori con assegni inferiori a 750 euro) e ci sarà un allargamento della platea (alzando la soglia di reddito a 1000 euro) che interesserà all’incirca 1,2 milioni di pensionati in più. «Viste le risorse disponibili» non ci sarà però il raddoppio sbandierato nei giorni scorsi da Renzi ma l’aumento dovrebbe essere più basso, nell’ordine del 30%. La quantità non è stata ancora non definita ufficialmente ma Nannicini ieri l’ha definita «plausibile».
Cumulo gratuito
Confermate, infine, sia la possibilità di attingere ai fondi di previdenza per ottenere una rendita integrativa (Rita) per agevolare l’uscita flessibile dal lavoro, sia la possibilità di cumulare in maniera gratuita tutti i periodi contributivi non coincidenti maturati in gestioni pensionistiche diverse, compresi periodi di riscatto della laurea, , sia per il calcolo delle pensioni di vecchiaia sia di quelle anticipate. L’assegno pensionistico sarà calcolato pro-rata con le regole di ciascuna gestione.