PERCHE’ LE RIFORME SIANO REALMENTE EFFICACI E’ NECESSARIO RISCOPRIRE IL CONFRONTO TRA ISITITUZIONI, POLITICA E CORPI INTERMEDI, ANCHE NELLE FORZE DI POLIZIA. di Vincenzo Vacca.

martedì 10 gennaio 2017

PERCHE’ LE RIFORME SIANO REALMENTE EFFICACI E’ NECESSARIO RISCOPRIRE IL CONFRONTO TRA ISITITUZIONI, POLITICA E CORPI INTERMEDI, ANCHE NELLE FORZE DI POLIZIA. di Vincenzo Vacca.

Uno dei fenomeni a cui stiamo assistendo negli ultimi anni è la disintermediazione. All’inizio in sordina poi, pian piano, in modo sempre più complessivo, si è affermata l’idea – complice anche l’impetuoso sviluppo tecnologico – che i cittadini potessero fare a meno dei corpi intermedi (partiti, associazioni, sindacati, ecc.) . L’uomo solo al comando (sia esso Presidente del Consiglio, dirigente d’azienda o altro), secondo questa idea imperante, diventata senso comune, può, sulla base del suo carisma o, forse, della sua furbizia, non solo rivolgersi direttamente alla massa dei cittadini, ma intercettare subito le esigenze, le richieste e quant’altro dei governati. Di converso, da parte dei cittadini, diventati in questo senso pubblico e non più soggetti che esercitano quotidianamente il loro diritto/dovere di partecipazione alla vita politica, associativa, sindacale per incidere nella gestione della cosa pubblica, è stata coltivata l’illusione di poter fare a meno dei corpi intermedi.

Sarebbe lungo analizzare quanto più compiutamente possibile le cause di vario genere che vengono da lontano e che hanno fatto scaturire tale depauperamento della vita collettiva del nostro Paese e non solo del nostro.

In questa dinamica sociale e politica, si può senza alcun azzardo inserire la questione dei negati diritti/doveri sindacali e/o professionali anche ai cittadini in divisa. Nel senso che, non avendo trovato efficaci argini presso l’intera opinione pubblica l’idea per la quale gli uni possono fare a meno degli altri per veder riconosciuti i propri diritti e per poter assolvere ai propri doveri, il processo  che è stato soprattutto culturale di inversione di tendenza nella smilitarizzazione e sindacalizzazione dei Corpi di Polizia è stato travolgente. Tant’è che la sciagurata decisione di rimilitarizzare un Corpo di Polizia è stata assunta ed applicata nella sostanziale indifferenza collettiva, ad eccezione dalla parte più consapevole degli operatori di polizia. Anzi, molti l’hanno considerata una giusta decisione perché andava a ridurre il numero dei Corpi di Polizia e il fatto che  dei lavoratori perdessero le rappresentanze sindacali non ha per nulla influito nel sentire diffuso. Questo non deve meravigliare, se da alcuni decenni impazza una certa vulgata che sostiene che i corpi intermedi non servono a nulla, anzi sono solo  d’impaccio  nel governare. Questo “nuovismo” si è sposato molto bene con settori delle varie Amministrazioni che fin dal 1981 (anno di nascita della Polizia civile ) non hanno mai digerito questa importante riforma di un segmento dell’intero comparto sicurezza. Erano anni, però, che la politica era forte e autorevole e riusciva, quindi, a produrre  riforme  in diversi campi della vita del Paese.

Ci sono, però, dei timidi segnali, da parte del nuovo Governo, di una diversa considerazione dei corpi intermedi e, credo, che questo possa essere un motivo in più per rilanciare la richiesta di costruzione di una sicurezza democratica da offrire ai cittadini.

Più volte è stato ribadito che la richiesta di un riconoscimento giuridico di rappresentanza sindacale e/o professionale per tutti i Corpi di Polizia e militari trova una delle sue principali motivazioni nella necessità di creazione di rapporti tra cittadini  in divisa e non. Luciano Lama, molti anni fa, disse che il sindacato di polizia doveva essere soprattutto un sindacato di servizio.

Vincenzo Vacca - Segretario nazionale Ficiesse


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