RISPARMIARE (E MOLTO) ASSECONDANDO IL PERSONALE, L’ESEMPIO MANCATO DELL’OTTAVO CORSO TECNICO SAGF – di Alpino Piemonte
Riportiamo il messaggio inserito il 30 ottobre 2008 nel forum internet di Ficiesse da "Alpino Piemonte". Il titolo è della redazione del sito.
DAL FORUM DI FICIESSE
TOPIC: Corso SAGF, interessi della collettività, regolamenti del Corpo e interessi del singolo”
MESSAGGIO: del 30.11.2008, ore 12:39
AUTORE: Alpino Piemonte
TESTO
In questi ultimi anni e soprattutto in questo ultimo periodo di crisi economica, le politiche di governo sono indirizzate a ridurre lo spreco della pubblica amministrazione e a razionalizzare le spese. Il ministro della Funzione Pubblica - On. Brunetta -, di ciò ne ha fatto quasi uno slogan e anche per questo, per il cittadino medio italiano, ha raggiunto livelli di consenso massimi.
Partendo da questa premessa, vorrei raccontare la mia storia per poi fare alcune considerazioni generali su come spesso, nel Corpo, regolamenti applicati in modo rigoroso, siano dannosi per il militare e soprattutto per il bilancio dello Stato.
Sono un ispettore della Guardia di Finanza di trentuno anni in servizio in Piemonte che nutre una forte passione per la montagna; quest’anno, nel mese di luglio, leggo in bacheca il radiomessaggio della Scuola Alpina di Predazzo, con il quale, nell’ambito della pianificazione addestrativa 2008, viene bandito l’ottavo corso “Tecnico Soccorso Alpino S.A.G.F.” (con selezioni prove attitudinali nel mese di settembre 2008 e presumibile inizio corso nel mese di gennaio 2009).
Per i non addetti ai lavori, il “Tecnico Soccorso Alpino S.A.G.F.”, è un corso di qualificazione di 9 mesi che si tiene alla Scuola Alpina di Predazzo al termine del quale il militare viene destinato in una delle 23 Stazioni dislocate su tutto l'arco alpino, il Gran Sasso e l'Etna, per essere impiegato nello specifico settore.
La destinazione di fine corso viene decisa dal Comando Generale della Guardia di Finanza, sentito il parere della Scuola Alpina di Predazzo, sulla base delle esigenze organizzative del Corpo (in tal senso è stata recentemente emanata la circolare ordinativa di tutto il comparto S.A.G.F.). Per i militari in servizio permanente, il trasferimento, poiché è disposto d’autorità, è soggetto alla Legge 100/87.
Ai sensi della circolare 123000/2005 del Comando Generale della Guardia di Finanza, i requisiti per la partecipazione al corso, sono il giudizio di idoneità fisica, il limite dei 35 anni di età e naturalmente il superamento di una prova attitudinale.
I militari che conseguono tale specializzazione permangono nella stessa per un periodo minimo di 10 anni e, comunque, fino al compimento del 50° anno di età.
Questo a grandi linee il quadro normativo di riferimento.
Il sottoscritto, spinto dalla voglia di fare servizio nel soccorso alpino, fa, nella propria mente, alcune considerazioni personali:
- ho dodici anni di servizio;
- dopo un periodo trascorso fuori dalla mia regione di origine, sono tornato in Piemonte e desidero andare nella Stazione SAGF dove risiedo (sempre in Piemonte), in cui la forza organica, in termini percentuali, è minima rispetto a tutte le altre;
- sono disposto a rinunciare all’ indennità di trasferimento perché il solo prestare servizio nel soccorso alpino sarebbe per me una fortuna.
Ecco che quindi decido di presentare la domanda di gradimento per la partecipazione alle prove attitudinali per il corso “Tecnico Soccorso Alpino S.A.G.F.”, continuo la preparazione fisica e inizio a informarmi su come posso avere certezze sulla destinazione di fine corso, ben sapendo di non avere “santi in paradiso”.
Da qui, scopro che non è contemplata la possibilità di presentare la domanda di rinuncia alla legge 100 (indennità di trasferimento) e che non si può vincolare la partecipazione al corso ad una sede di servizio; al riguardo, l’unica facoltà consentita dal Corpo, è quella di indicare, in sede di compilazione della scheda di pianificazione, un numero massimo di tre sedi (intese come Regioni geografiche) di gradimento, che, tra l’altro, non sono vincolanti per l’Amministrazione.
Pertanto, conseguentemente, con notevole rammarico, provvedo a presentare la domanda di rinuncia, adducendo come motivazione il fatto che l’assegnazione ad una Stazione S.A.G.F. non ubicata nella provincia di residenza determinerebbe gravi problematiche personali e familiari (citare quelle economiche sarebbe stato pleonastico).
Dopo alcuni giorni, vengo a conoscenza che il Soccorso Alpino è in forte carenza d’organico e che, pertanto, in via eccezionale, possono partecipare al corso militari che non posseggono il requisito dell’età; inoltre vista l’esiguità delle domande prodotte e la presenza di quelle tardive vi è addirittura la possibilità che vengano replicate le prove attitudinali.
Naturalmente, per il sottoscritto non vi è alcuna possibilità di essere ripescato secondo la logica della sede vincolata.
Da questa personale esperienza, posso solo trarre considerazioni che, oltre a essere amare per me, lo sono anche per la collettività; per esempio:
1. nello stato attuale dei fatti, io stesso, se avessi superato il corso di specializzazione “Tecnico Soccorso Alpino” e fossi stato assegnato nella Stazione S.A.G.F. ubicata nel Comune in cui risiedo, avrei dovuto percepire l’indennità di trasferimento (circa 10 mila euro); ecco, questa somma non è quantomeno evitabile? Merita l’identica riflessione il caso ipotetico e molto probabile, che altro militare venga assegnato nella medesima stazione S.A.G.F.!
2. la spesa che il Corpo sostiene per l’addestramento di 9 mesi a un militare che magari ha 40 anni e che decade dalla specializzazione a 50, non sarebbe più economicamente conveniente se investita su un militare che di anni ne ha 31?
3. il servizio nel soccorso alpino, per la sua peculiarità, non risulta essere eseguito meglio da personale fortemente motivato anche sulla base di una destinazione gradita?
Se sulla seconda e terza osservazione possono coesistere pareri differenti, sulla prima non credo che ve ne possano essere anche perché è dettata dal principio costituzionale del buon andamento della pubblica amministrazione e risponde all’ottica di razionalizzazione della spesa pubblica.
Concludendo, spero che la presente costituisca uno stimolo per il tratto a venire, affinché il Corpo riesca a realizzare disposizioni rispondenti alle proprie esigenze organizzative, in coerenza con gli interessi della collettività e, ove possibile, del singolo militare.