FINANZIERE SUICIDA IN CASERMA: IN BIGLIETTI SPIEGA PERCHE'
(ANSA) - SULMONA (L'AQUILA), 8 NOV - Non ha retto al peso dell'inchiesta che era stata aperta nei suoi confronti. E' questa la motivazione che ha indotto Donato Ciro - il finanziere 55enne originario di Cansano (L'Aquila), ma residente a Bagnaturo di Sulmona - a uccidersi, ieri pomeriggio, sparandosi un colpo di pistola alla tempia all'interno ella caserma dove lavorava. Lo ha scritto lo stesso finanziere in due biglietti, uno lasciato ai colleghi e l'altro alla famiglia.
Nel primo ha spiegato che non poteva sopportare il peso di accuse infamanti per cose che non aveva commesso; il secondo e' un commoventre distacco dai familiari ai quali chiede scusa per il gesto che si apprestava a compiere.
Giovedi' scorso il finanziere aveva subito una perquisizione domiciliare da alcuni colleghi del comando della guardia di finanza di Pescara i quali gli avevano notificato l'avvio di un'inchiesta nei suoi confronti in cui si ipotizzava il reato di concussione.
Ieri, dopo essere arrivato in caserma verso le 14,45 si sarebbe diretto senza parlar con nessuno nello stanzino dove sono alloggiate le cassette di sicurezza vengono custodite le pistole dei finanzieri. Quindi avrebbe prelevato la sua d'ordinanza, per spararsi un colpo alla tempia in uno stanzino adiacente. Il finanziere e' morto alle 20 di ieri sera nel repartio di rianimazione dell'ospedale di Sulmona. Sulla vicenda la procura di Sulmona ha aperto un'inchiesta. (ANSA).