PRESTO IN DISCUSSIONE IL DDL BRUNETTA: DELEGA AL GOVERNO A MODIFICARE LA DISCIPLINA DEL PUBBLICO IMPIEGO

mercoledì 19 novembre 2008

IN ALLEGATO IL TESTO DEL DDL  che sarà in Aula al Senato nei prossimi giorni
consistente in una delega al Governo a modificare la disciplina relativa al
rapporto di lavoro dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni,
allo scopo di ottimizzare la produttività del lavoro.

Il provvedimento, per il quale è atteso il via libera dalla
Commissione Affari costituzionali del Senato nella giornata del 13
novembre, prevede anche interventi sulla dirigenza. In particolare
l’articolo 1 reca la delega al Governo ad emanare, entro nove mesi
dalla data di entrata in vigore della legge, una modifica della
disciplina del rapporto di lavoro per adeguarla alle esigenze di
efficienza, efficacia e produttività, nell’ottica della convergenza
del mercato del lavoro pubblico con quello del lavoro privato.

Tra i princìpi generali entro i quali dovrà esercitarsi la delega:
il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia della
contrattazione collettiva, l’introduzione di sistemi interni ed
esterni di valutazione volti a garantire un’offerta di servizi
conformi agli standard internazionali di qualità, la valorizzazione
del merito cui ricollegare meccanismi premiali, la definizione di un
sistema rigoroso di responsabilità dei dipendenti pubblici, il
rafforzamento del principio di concorsualità per l’accesso al
pubblico impiego e per le progressioni di carriera, il miglioramento
del sistema di formazione dei dipendenti pubblici.

Con l’articolo 2 si delega il Governo a perseguire un’azione di
rilancio della pubblica amministrazione e di miglioramento
dell’organizzazione degli uffici pubblici, accompagnandola con
specifiche misure volte a creare un ambiente di lavoro più
produttivo, a garantire l’efficienza ed il rendimento complessivo
delle amministrazioni pubbliche ed a ridurre in modo significativo i
costi. per questo è stabilito che debbano essere riservate alla legge
le seguenti materie: 1) organizzazione degli uffici; 2) criteri
generali, metodologie, procedure e finalità della valutazione del
personale; 3) individuazione degli strumenti premiali e di
incentivazione della produttività; 4) regime della responsabilità e
delle relative sanzioni disciplinari, in conformità con quanto
previsto da specifiche disposizioni del decreto legislativo n. 165 del
2001; 5) criteri generali in materia di progressione professionale a
carattere concorsuale. È introdotta, inoltre, l’individuazione di
appositi criteri di regolazione della contrattazione integrativa, al
fine di consentire il pieno raccordo tra situazione economica e
finanziaria e rendimento complessivo delle singole amministrazioni,
nonché un rafforzamento dei controlli sui contratti collettivi
integrativi e sull’impatto degli stessi per la collettività,
attraverso l’adozione di uno schema standardizzato di relazione
tecnica contenente i contenuti minimi ai fini della valutazione degli
organi di controllo, in ordine alle compatibilità
economico-finanziarie derivanti dalle attività negoziali della
contrattazione collettiva integrativa ed il potenziamento delle
amministrazioni addette ai controlli.

Infine, è previsto un riordino dell’ARAN, volto al rafforzamento
della rappresentatività delle esigenze datoriali e
dell’indipendenza dalle organizzazioni sindacali, nonché al
potenziamento del potere di rappresentanza delle regioni.

L’articolo 3 contiene, invece, la delega al Governo per la
revisione della disciplina del sistema di valutazione delle
performances delle strutture pubbliche e del personale dipendente. Per
questo si prevede di predisporre un sistema di indicatori di
produttività in ordine alla valutazione del rendimento del personale
delle amministrazioni pubbliche, correlati agli obiettivi assegnati e
alla pianificazione strategica e l’istituzione, presso il
Dipartimento della funzione pubblica, di un organismo collegiale,
composto da personalità ed esperti in materia, che accettino di
prestare la propria collaborazione a titolo gratuito, con il compito
di validare i sistemi di valutazione e monitoraggio adottati dalle
singole amministrazioni centrali.

L’articolo 4 del disegno di legge individua, invece, i princìpi e
i criteri direttivi ai quali il Governo, in virtù della delega ad
esso conferita all’articolo 1, deve attenersi per l’adozione di un
decreto legislativo avente ad oggetto misure intese a favorire il
merito, nonché ad introdurre meccanismi di premialità nel lavoro
pubblico. Per la realizzazione di tali obiettivi si ritiene opportuno
introdurre nell’organizzazione delle pubbliche amministrazioni
metodi idonei alla incentivazione della produttività e della qualità
delle prestazioni lavorative, tali da consentire una giusta
valorizzazione del merito. Per questo si prevede che siano stabilite
percentuali minime di risorse da destinare al merito e alla
produttività del singolo dipendente, sulla base della misurazione del
contributo e del rendimento di quest’ultimo, misurazione realizzata
secondo criteri oggettivi ed in considerazione dei risultati
conseguiti. Si prevede, infine, che le progressioni di carriera
avvengano per concorso pubblico con una riserva a favore del personale
interno di una quota comunque non superiore al 50 per cento e la
possibilità di accedere dall’esterno alle posizioni apicali
nell’ambito delle aree funzionali, anche attraverso un
corso-concorso bandito dalla Scuola superiore della pubblica
amministrazione.

L’articolo 5 del disegno di legge muove dall’esigenza di operare
una revisione complessiva del dettato normativo vigente in materia di
dirigenza pubblica, al fine di favorire una migliore e più efficiente
organizzazione del lavoro pubblico. Per questo si punta ad attribuire
e garantire al dirigente pubblico piena autonomia nella gestione delle
risorse umane, nonché la competenza esclusiva nell’organizzazione
degli uffici e dei servizi, nella valutazione del personale e
nell’utilizzo dell’istituto della mobilità individuale.
L’articolo 6 del disegno di legge, infine, delega il Governo ad
emanare uno o più decreti legislativi finalizzati a modificare la
disciplina delle sanzioni disciplinari e delle responsabilità.(13
novembre 2008)

 


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