IDEE PER LA RIFORMA DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE IN MERITO ALLA RIELEGGIBILITÀ, ALL'ELEZIONE DIRETTA DI COIR E COCER E ALLA CONSUETUDINE DEGLI ENCOMI PATERNALISTICI - di Gianluca Taccalozzi e Simone Sansoni
IDEE PER LA RIFORMA DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE IN MERITO ALLA RIELEGGIBILITÀ, ALL'ELEZIONE DIRETTA DI COIR E COCER E ALLA CONSUETUDINE DEGLI ENCOMI PATERNALISTICI
Si torna a parlare di riforma della Rappresentanza militare e si susseguono le voci che indicano nella rieleggibilità piena dei delegati una delle possibili novità contenute nelle proposte legislative di maggioranza ed opposizione.
Il nostro punto di vista su tale ipotesi è categorico: no alla rieleggibilità piena, se il sistema di elezione rimane quello attuale e/o comunque non si preveda una forma di elezione diretta per tutti i livelli di rappresentanza.
Altro elemento che risulta assente da tutte le proposte di riforma della rappresentanza militare ma che a nostro avviso è particolarmente importante è quello relativo alle ricompense morali (encomi, elogi, ecc.) elargite ai delegati per l’attività di rappresentanza. Anche da questo punto di vista il nostro punto di vista è inequivocabile: no alle ricompense morali elargite ai delegati per l’attività di rappresentanza militare.
L’attuale forma di elezione privilegia il grado e l’anzianità di servizio, infatti a parità di voti ottenuti viene nominato il militare più alto in grado. Tale circostanza, se è normalmente poco rilevante nell’elezione dei Co.Ba.R in ragione dell’elevato numero di votanti, diventa determinante per Co.I.R e Co.Ce.R in virtù del ristretto numero di votanti. Tale situazione, unita all’assenza di adeguate forme di trasparenza e controllo sull’attività del delegato da parte della base ed alle ricompense morali (utili a fare punteggio per i trasferimenti a domanda o per i concorsi interni) “garantite” dalla carica, produce effetti gravemente negativi, come:
- la formazione di “cordate elettorali” a favore di specifici candidati, con delegati Co.Ba.R e Co.I.R. che arrivano a dimettersi non appena adempiuto le loro funzioni di “grandi elettori” o comunque rimangono in carica ma esercitano il mandato senza alcun impegno e responsabilità e con il solo fine di ottenere encomi ed elogi;
- l’assenza nei Co.Ce.R di rappresentanti di interi ruoli (è il caso delle migliaia di sovrintendenti);
- il rischio di una “professionalizzazione” basata sull’abilità del delegato a saper sfruttare le anomalie del sistema elettorale piuttosto che sulla capacità di agire nell’interesse della base e nel creare consenso;
- le forti possibilità per le gerarchie locali e nazionali di riuscire a far eleggere candidati graditi per influenzare il funzionamento e le delibere degli organismi creando in tal modo quelle rappresentanze eterodirette che sono espressamente (e opportunamente) vietate per i lavoratori non militari dallo Statuto del 1973 (i c.d. “sindacati gialli”).
Il risultato è una rappresentanza a forte rischio di controllo da parte della dirigenza di vertice (cioè della contro-parte dei consigli), formata da delegati che non sono messi nelle condizioni per conoscere e approfondire i complessi temi ed i problemi del personale (delegati non a tempo pieno e spesso cooptati per meri scopi elettorali) e, a livello centrale, rappresentativa solo dei gradi apicali delle rispettive categorie (in virtù del meccanismo elettorale).
Senza una radicale modifica di questo sistema di elezione, con la piena rieleggibilità queste situazioni di criticità verrebbero amplificate con il rischio di una “professionalizzazione” ancora più marcata del delegato, basata sul clientelarismo e sulla cooptazione a discapito della capacità di creare consenso agendo nell’interesse della base.
Riguardo alle ricompense morale tributate ai delegati, esse trovano motivazione nell’attività di rappresentanza svolta da delegato a favore del personale, sarebbe quindi opportuno che gli attestati di stima o altre forme di gratificazione morale venissero tributate dai rappresentati e non da quella che dovrebbe essere la “controparte”, ma da questo punto di vista vi è già la prova elettorale (se hai fatto bene vieni riconfermato altrimenti viene eletto qualcun altro).
Se poi il comandante intende comunque premiare l’operato del consiglio di base a lui affiancato, allora che si utilizzi la procedura prevista dall’art.77, comma 6 del DPR 545/1986) ovvero che si premi collettivamente tutto il Consiglio, senza che la medesima ricompensa possa essere trascritta negli atti matricolari del singolo delegato e quindi produca punteggio per la domanda di trasferimento piuttosto che per i concorsi interni.
GIANLUCA TACCALOZZI
Segretario Sezione Ficiesse Roma
gianlucataccalozzi@alice.it
SIMONE SANSONI
Presidente Direttivo Sezione Ficiesse Torino
simone.sansoni@hotmail.it