I NUOVI AGENTI SEGRETI NEL BILANCIO PESANO PER 22 MILIONI. NEL FRATTEMPO 40MILA UOMINI DELLE FORZE DELL'ORDINE IN USCITA (L’UNITA')

lunedì 08 dicembre 2008

 

L’UNITA' – Pag. 5 - 03/12/08

POLIZIA E CARABINIERI: PER LA SICUREZZA I TAGLI NON SONO SEGRETI

I nuovi agenti nel bilancio della Presidenza del Consiglio pesano per 22 milioni. Nel frattempo Difesa e Interno sono stati falciati: 40mila uomini delle forze dell'ordine in uscita

Roma - Ottanta escono dalla porta. Ventidue circa rientrano dalla finestra. Parliamo dei milioni che il ministro Tremonti ha tagliato nel capitolo di spesa «fondi per la sicurezza di palazzo Chigi» su cui gravano le spese per la nostra intelligence. Il ministro economico ha chiesto un sacrificio anche a loro e ha tagliato ottanta milioni. Nessuno ha protestato. L'Agenzia per la sicurezza interna però ha già provveduto a recuperare un terzo di quel taglio assumendo 250 nuove barbe finte e facendo rientrare dalla finestra 22 milioni, un anno di stipendi di agenti e funzionari. Con buona pace delle 23 sigle sindacali, comprese le rappresentanze militari di Finanza e Forze Annate, che da luglio denunciano i tre miliardi e mezzo di tagli nel prossimo triennio al comparto difesa e sicurezza. Tecnicamente è un confronto impossibile e i due capitoli di spesa non sono comparabili. Il fondo sicurezza di Palazzo Chigi è quanto di più segreto nella contabilità dello stato. E un paese moderno e contemporaneo deve poter garantire risorse e competitività alla propria intelligence. Completamente diversi, anche se trattano della stessa materia, sono i bilanci dei reparti Difesa e forze di polizia. Balza però agli occhi che in un momento in cui ai tecnici della sicurezza è chiesta una drastica cura dimagrante, di stringere molto la cinghia, l'Aisi da il via libera a 250 assunzione senza quei criteri di competenza garantiti solo da un concorso. Illegale no. Inopportuno sì.

È un fatto che il governo chiude un occhio da una parte e li tiene sbarrati e vigili sull'altra. Polizia, carabinieri, militari, polizia penitenziaria e Forestale avranno a disposizione, nei prossimi tre anni, tre miliardi e mezzo di euro. È stato scritto nero su bianco a luglio quando Tremonti ha confezionato e blindato la Finanziaria 2009 e il piano triennale. Significa che il settore - circa 500 mila dipendenti - perderà «almeno 40 mila persone» per il blocco del turn over e il pensionamento coatto per anzianità contributiva. Significa il dimezzamento del fondo per le indennità e il taglio del 40% della retribuzione accessoria in caso di malattia. Significa che l'edilizia penitenziaria avrà un taglio del 55 per cento eppure proprio da qui dovrebbe arrivare la soluzione per tamponare l'emergenza carceri. E che il 61% di poliziotti e carabinieri vive con una media di 1.200 euro al mese. Nel prezzo è compreso il rischio della vita, molto sangue freddo, l'uso delle armi. Per dirla in modo più chiaro, tre miliardi e mezzo di euro di tagli in tre anni significano non rinnovare strumenti di lavoro come il parco-macchine, i computer e il munizionamento; non poter garantire l'operatività di tutte le pattuglie necessarie; non poter assicurare corsi di formazione per il personale, divise logore e uffici fatiscenti. Ora con l'ultimo decreto, quello della social card tanto per intendersi, è arrivato un contentino. «Una beffa» correggono i sindacati. Alla voce detassazione sono stati destinati 60 milioni. Un «beneficio» per chi tra le forze dell'ordine e i militari ha un reddito fino a 35 mila euro l'anno, circa 385 mila dipendenti. Fatti due conti, dicono i sindacati, il beneficio si traduce in «50 centesimi al giorno». Stamani è previsto un nuovo incontro con Brunetta. «Per sbloccare - spiegano - quei 200 milioni stanziati dal governo Prodi per il comparto sicurezza e mai utilizzati». Sessanta contro 200, un terzo delle risorse. «E dire che il governo Prodi era stato criticato come tra i peggiori di sempre».

C.FUS.
cfusani@unita.it
 


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