AL 5° GIORNO DI SCIOPERO DELLA FAME LETTERA DI COMELLINI A REPUBBLICA: "URGENTE UNA ATTENTA RIFLESSIONE DEI VERTICI DELLO STATO SU DIRITTI E LIBERTA' COSTITUZIONALI DEI CITTADINI MILITARI"

domenica 11 gennaio 2009

Pubblichiamo di seguito la lettera che il maresciallo Luca Marco COMELLINI, giunto al quinto giorno di sciopero della fame, ha inviato al direttore de “La Repubblica” a seguito del (piccolo) articolo apparso l’8 gennaio scorso sul quotidiano.


Totale digiuno per salvaguardare i miei diritti

(di Luca Marco Comellini)


Egregio Direttore,

in riferimento a quanto pubblicato nei giorni scorsi sul suo quotidiano sul caso che mi riguarda, vorrei ringraziare Lei e quanti, numerosi, in queste ore stanno manifestandomi la loro solidarietà . Queste manifestazioni di vicinanza vorrei necessariamente estenderle a tutti coloro che subiscono simili ingiustizie ma tacciono per timore o per indifferenza.

Fino a quando la triste vicenda che mi vede coinvolto non sarà  definita, non scriverò sulla inquietante situazione di incostituzionalità  che si è venuta a creare e sulle pesanti e infondate accuse d'infedeltà  alle istituzioni che mi sono state rivolte nel tentativo di tacitare la mia voce dissonante all'interno del mondo militare.

Posso però affermare che i diritti in questione, quelli che sanciscono la libertà  di espressione e di opinione, indispensabili basi della concreta partecipazione alla vita politica e sociale del paese, che la Costituzione riconosce a tutti i cittadini, nessuno escluso, e garantiti ai militari dalle norme del loro Ordinamento, hanno subìto un violento attacco con un atto inaccettabile in un Paese civile ove vige una democrazia compiuta.

Mi auguro che quanto sta accadendo in queste ore possa indurre le alte cariche dello Stato, e le Istituzioni civili e militari, ad una attenta riflessione sulla necessità  di salvaguardare il pieno godimento dei diritti e delle libertà  fondamentali, che la Costituzione riconosce anche ai cittadini militari, da qualsiasi ingiustificato tentativo di repressione.

Diversamente ci ritroveremo proiettati indietro nel tempo, sprofondati in un regime che neanche la nostra storia recente ama ricordare volentieri.

Cordiali Saluti

Luca Marco Comellini

l.comellini@alice.it


 


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