INTOLLERABILE LASCIAR MORIRE IL MARESCIALLO COMELLINI – di Deborah Bruschi
Pubblichiamo di seguito e in allegato la lettera di Deborah BRUSCHI, della Segreteria nazionale di Ficiesse, dal titolo “Oggi ho telefonato al maresciallo Comellini”.
LETTERA DI DEBORAH BRUSCHI
Oggi ho telefonato al Maresciallo Comellini
Non è stato facile....la voce bassa, le parole che uscivano lente, affaticate, da un corpo che senza dubbio sta soffrendo molto per la privazione di sostanze nutritive. Ma non è stato facile soprattutto perchè non mi capacito di come si debba arrivare a tanto per cercare, solo cercare, di far affrontare a chi assolutamente non vuole neanche sentirne parlare, l'argomento "diritti dei militari".
E, si noti, non è una mera critica al governo attuale da cui onestamente non mi aspettavo altro, la mia è una critica a 360 gradi che anzi investe soprattutto la sinistra, soprattutto quei soggetti che in campagna elettorale hanno promesso girando qua e là per caserme e per convegni e poi non hanno neanche avuto il buon gusto di annotarsi nell'ultima pagina della loro affollatissima agenda quel che avevano promesso. A tutti quei deputati, senatori, sottosegretari, ministri che hanno avuto tanto, tanto altro da fare ma che in campagna elettorale erano disponibilissimi a presenziare ovunque ci fosse un militare e che poi gli impegni di governo hanno reso inafferrabili: non ce lo dimenticheremo.
E non ci dimenticheremo di tutto quello che è stato fatto (o forse farei meglio a dire "non fatto") sul comparto sicurezza e difesa, del dialogo inesistente, degli stereotipi, degli ordini provenienti dall'alto, della difesa strenua della status quo esercitata in questo comparto, l'unica DIFESA degna di questo nome in tutta Italia. Non dimenticheremo, noi, gli addetti ai lavori quelli che non ci guadagnano niente a combattere queste battaglie, come siamo stati trattati: trasferiti, relegati ad altri ruoli, denunciati, nella migliore delle ipotesi schedati come personaggi sgraditi che devono essere messi in condizione di non nuocere e non è una frase fatta, poiché chi si nasconde dietro i "siluramenti" che si sono succeduti ai danni di coloro che si sono occupati a gran voce di questo settore ha nome e cognome.
Come mi ha detto oggi Marco: "Che importa morire, visto che tornare al lavoro significa comunque morire?" Perché è questo che si fa con i personaggi sgraditi ... li si elimina e il problema è risolto. Se poi fanno il favore di suicidarsi, ancora meglio. Ed è questo che non tollero. Non tollero che il suicidio del Maresciallo Comellini sia un piacere per qualcuno perché è da sempre vero che chi muore giace e chi vive si dà pace, in questo caso probabilmente anche con gioia. Ammiro, stimo ed esprimo pubblicamente tutta la mia solidarietà a Luca Marco Comellini, ma non accetto che il suo divenga un suicidio. Non accetto che ancora una volta i governanti italiani si dimostrino deboli con i forti e forti con i deboli. Non accetto che esista una categoria di lavoratori che non goda di diritti primari e indifferibili, non accetto la dittatura di chi mi vuole imporre questo stato di cose, non accetto di vendere queste mie idee a quelli che invece da questo stato di cose ottengono solo privilegi e che non si domandano mai: sulla pelle di chi? "Se un uomo non è disposto a rischiare per le proprie idee o quelle idee valgono poco o vale poco quell'uomo". E gli uomini che valgono poco in Italia non ce li siamo mai fatti mancare.
Ciao, Luca
DEBORAH BRUSCHI