COMELLINI ALL'11° GIORNO DI SCIOPERO, LETTERA APERTA DEL DIFENSORE AVV. CARTA AI DELEGATI COCER DI OGNI FORZA ARMATA: SBAGLIATO DISUNIRSI IN QUESTO MOMENTO

domenica 18 gennaio 2009

Lettera aperta ai delegati COCER di ogni Forza Armata

Cari delegati, 

i recenti eventi del mondo militare mi spingono a rivolgervi pubblicamente alcune riflessioni, nella speranza che esse possano contribuire ad una serena riflessione su un tema che sta appassionando gli addetti ai lavori e, purtroppo, solo quelli: il caso Comellini.
Con alcuni di voi siamo amici e ci conosciamo da tempo. Agli altri mi rivolgo non come legale del militare in questione, giunto ormai all’undicesimo giorno di sciopero della fame, ma come ex collega (sono stato delegato cobar nel lontano 1997) e, consentitemelo, come attivista dei diritti dei militari e delle Forze dell’Ordine intenzionato a darvi un sommesso suggerimento.
Tanto premesso, nei giorni scorsi è rimbalzata la notizia secondo cui il COCER interforze non è riuscito a formulare una delibera di sostegno o, comunque, di solidarietà nei confronti del Maresciallo Comellini.
Non è stato finora facile capire le ragioni (tecniche o di merito) che hanno portato la massima assise della rappresentanza militare a tale nulla di fatto. Ognuno mi dice che è stata «colpa degli altri». Ciò che però tale evento potrebbe, a torto o a ragione, dare a intendere all’esterno può essere pericoloso ed imbarazzante. Non per Comellini, si intende, ma per la stessa immagine esterna del mondo militare e, nell’ambito di questo, dell’importante istituto che impersonate.
Alessandro Manzoni, nel Promessi sposi, ci ha parlato dei polli di Renzo. Per farla breve, allorché Renzo conduce, legati a testa in giù, alcuni polli alla loro triste sorte, questi non trovano di meglio da fare che beccarsi fra di loro, «come accade troppo sovente tra compagni di sventura».
Io non voglio assolutamente insinuare alcunché sulle possibili ragioni della sopra menzionata non-decisione, voglio però avvertire del rischio fondato per cui un malpensante potrebbe collegare il vostro silenzio (sinceramente anche la delibera assunta del COCER Aeronautica mi pare alquanto flebile) alla nota battaglia avviata da Comellini contro l’attuale regolamentazione dell’istituto della Rappresentanza militare e contro la sua stessa persistenza.
Voltaire ebbe a dire «non sono d’accordo con le tue idee, ma mi batterò perché tu le possa esprimere» e in ciò sta, ne converrete, l’essenza della democrazia. Non conta oggi ciò che Comellini ha detto e pensato. Conta che lui e tutti militari possano continuare ad esercitare la libertà di pensiero senza perciò subire ritorsioni.
Ecco perché oggi mi sono indotto a riferirvi queste brevi riflessioni: i vostri organismi hanno tutto il tempo e l’opportunità di prendere una posizione sul caso Comellini, per difendere il diritto di critica e di pensiero di tutti o per ritenerlo un optional.
Si eviterebbero così facili fraintendimenti da parte di tutti militari d’Italia oggi dubbiosi sul vostro ruolo. Sono inoltre convinto che, al contrario, il perdurare di questo impasse nuocerebbe soltanto all’immagine e alla considerazione dell’organo che rappresentate e incoraggerebbe chi, con un preciso interesse e vantaggio, confida sempre sul fatto che, allorché si avvicinano ai momenti cruciali in cui l’unità è la loro sola salvezza, i militari non trovano di meglio da fare che beccarsi reciprocamente. Come i polli di Renzo.

Avv. Giorgio Carta


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