GUARDIA FINANZA: A LAMEZIA TERME NASCERA' CENTRO SERVIZI CORPO - CASSAZIONE: INSULTA SOTTOPOSTI CON MEGAFONO, MULTATO TENENTE
GUARDIA FINANZA:A LAMEZIA TERME NASCERA'CENTRO SERVIZI CORPO
(ANSA) - CATANZARO, 14 GEN - A Lamezia Terme nascera' il centro servizi documentali della Guardia di finanza. La notizia e' stata resa nota dal comandante regionale della Guardia di finanza della Calabria, generale Gaetano Giancane.
Il centro di servizi documentali e' destinato ad erogare i servizi di informatizzazione di un nuovo sistema matricolare relativo a tutto il personale del corpo.
''Questa struttura - ha detto il gen. Giancane - e' importante perche' sara' il punto di riferimento di tutto il personale della Guardia di finanza. Per l'attivazione del centro servizi sono gia' a lavoro del personale che sta provvedendo a predisporre l'informatizzazione della documentazione. Si tratta di un riconoscimento importante per l'intera Calabria''. (ANSA).
CASSAZIONE: INSULTA SOTTOPOSTI CON MEGAFONO, MULTATO TENENTE
(ANSA) - ROMA, 17 GEN - Ricorrendo talvolta anche all'uso di un megafono, all'interno del Comando provinciale dei carabinieri di Foggia, era solito apostrofare con termini come ''caprone'' e ''sciagurato'' i militari a lui sottoposti: per questo la
Cassazione ha confermato una multa da 3420 euro nei confronti di un ufficiale dell'Arma, Gennaro B., tenente all'epoca dei fatti svoltisi tra il gennaio e il maggio 2003 quando, esasperato dalle ingiurie, un maresciallo denuncio' la 'persecuzione'.
Senza successo - contro la condanna emessa dalla Corte militare d'appello di Napoli nel maggio 2008 - l'ufficiale ha reclamato in Cassazione sostenendo che il suo 'metodo' aveva fini ''correttivi''. I magistrati di Piazza Cavour – sentenza 1428 - hanno replicato che correttamente i giudici militari ''hanno evidenziato il carattere inequivocamente ingiurioso degli epiteti in questione e ritenuto che simili insistiti comportamenti, posti in essere anche con uso di megafono, non fossero in alcun modo giustificabili nemmeno se dettati da intento non persecutorio ma correttivo di un subordinato considerato poco collaborativo e sollecito''. (ANSA).