FERDINANDO CHINÈ SULLA RIUNIONE DEL COCER INTERFORZE: IL NUMERO LEGALE È STATO FATTO MANCARE PERCHÉ SAREBBE PASSATA A MAGGIORANZA LA MOZIONE FAVOREVOLE A COMELLINI

martedì 20 gennaio 2009

Riportiamo di seguito l’articolo di Ferdinando CHINE’, delegato del Cocer Aeronautica, apparso oggi sul sito www.dirittierovesci.it con il titolo: <<Una giornata da dimenticare>>.

 UNA GIORNATA DA DIMENTICARE

Cari Amici e Colleghi,

Una settimana fa, nell’articolo “SOLIDARIETA’, VICINANZA e MUTO SOCCORSO” pubblicato sul sito www.dirittierovesci.it, mi sono espresso sui recenti avvenimenti che hanno visto protagonista il M.llo LUCA MARCO COMELLINI.

Come Delegato COCER ho aperto la strada alla vicinanza al collega invitandolo a rinunciare all’estremo gesto di “SCIOPERO DELLA FAME”. Per una molteplicità di ragioni trovavo inutile il dramma, principalmente non c’era onore nella battaglia e per la smisurata disparità tra i contendenti. Non entravo nel merito delle violazioni dei DIRITTI COSTITUZIONALI lamentati dal collega. Un appello volto a significare che non tutto era perduto, qualche anima pia si trova sempre, riprendi fiducia nelle persone e implicitamente nelle istituzioni.

Dopo la pubblicazione dell’articolo, qualche amico mi telefonava e mi faceva notare che nel titolo del pezzo c’era un errore in quanto compariva la parola “MUTO SOCCORSO” anziché MUTUO, purtroppo, non si trattava di una svista ma di una constatazione sottile che volevo condividere.

Al fine di dare concretezza alle parole, il giorno dopo, inviavo lo scritto ad onorevoli, Sindacati di Polizia, Associazioni, Siti web e per ultimo proponevo una MOZIONE d’ORDINE al COCER INTERFORZE per un INTERVENTO URGENTE di SOLIDARIETA’ UMANA a favore di COMELLINI.

E’ OVVIO che la questione è delicatissima, genera antipatie e riflessioni interiori che ci mettono di fronte a noi stessi. La prova di questo fine stato di cose è che le attestazioni di solidarietà sostanzialmente si equiparano ai silenzi e il discorso vale per tutti gli attori coinvolti. Si aggiunga che l’utilizzo sempre più frequente dello sciopero della fame ne ha inflazionato l’efficacia.

In un primo momento sono pochi a rispondere alla MOZIONE d’ORDINE, successivamente raccolgo il numero per dare vita alla “RIUNIONE URGENTE”, che viene fissata al pomeriggio del 15 Gennaio. Per evitare di perdere tempo e soprattutto la mancanza del numero legale, annunciata da alcuni salvo conoscere la proposta di Delibera, preparo una “Bozza soft” per non urtare le variegate sensibilità. La invio ai Delegati via e-mail e ad apertura riunione ne do lettura con le ragioni dell’iniziativa. Si apre il giro di interventi alcuni la ritengono “leggera”, mentre altri troppo forte e strumentalizzante.

Minuto per minuto si ha la sensazione che tutto è precario, una parola è poca e due sono troppe, il numero legale è risicato. Infatti, il fronte che vede una strumentalizzazione nelle ragioni esposte pone un vincolo, di tagliare grossa parte del deliberato lasciando solo l’invito a SOSPENDERE LO SCIOPERO DELLA FAME. Qualcuno insinua la veridicità dei fatti, poiché tra le prime dichiarazioni stampa che indicavano l’astensione di CIBI e BEVANDE e la possibilità di resistenza per otto giorni, qualcosa non va.

La maggioranza dei presenti è sostanzialmente per lasciare il deliberato così come è stato proposto, il Presidente Vicario fa un estremo tentativo di conciliazione, ma inutilmente. Gli acuti colleghi percepiscono che ai voti sarebbe passata la Mozione, ergo non hanno di meglio da fare che allontanarsi e far cadere il numero legale. Si passa al conteggio e mancano due persone per proseguire.

L’unica Sezione assente completamente è quella dei Carabinieri. La gravità dei fatti non è nell’avere una visione differente, è che un organismo alla massima espressione non trovi la coesione neanche nei casi di SOLIDARIETA’ UMANA. Lo hanno fatto Sindacati, Associazioni, Politici, alcuni COIR e il COCER INTERFORZE NO. Una cosa è evidente, prendere posizione su una questione centrale come questa, significa dire da che parte
si sta in modo netto. Il caso COMELLINI, con tutte le sfumature e i distinguo del caso, appartiene alla lunga schiera di colleghi, di ogni ordine e grado, che giornalmente non trova risposte all’interno dell’Amministrazione.

Ora fa un’istanza, poi un ricorso, una denuncia e così via. Arrivare ad un estremo gesto, al limite del suicidio, è evidente che qualcosa non ha funzionato in tutto il sistema, compreso l’organismo di Rappresentanza a tutti i livelli. Anche la semplice Solidarietà umana equivale a dire che la Rappresentanza ha una corresponsabilità. Ecco il perché di tante moine! Oltretutto chiedere un intervento alle alte cariche ISTITUZIONALI significa, in qualche modo dare fastidio, in un momento in cui qualcuno si adopra per una proroga del mandato o un’altra occasione di rieleggibilità, agitare le acque non giova sicuramente.

Così, mentre si gioca il ruolo di Rappresentanti navigati, esperti delle regole del gioco, non si lascia agli altri colleghi la possibilità di Deliberare, potevano rimanere astenersi o votare contro. Pazienza per altri argomenti, per la “flebile” solidarietà NON E’ AMMISSIBILE. Qui non si tratta dei “polli di Renzo” che si beccano tra di loro senza una ragione, qui la RAGIONE E’ GRANDE ed è inutile nascondersi dietro un dito! Tocca a chi i DIRITTI COSTITUZIONALI stanno a cuore muoversi, magari creando un COMITATO. In modo trasversale, anime di “BUONA VOLONTA”’, tra Delegati, colleghi, Associazioni, Siti, Politici, cercando unitamente di sciogliere il NODO CENTRALE DEI DIRITTI AI MILITARI ben sapendo che dall’altra parte non ci sono i polli di manzoniana memoria!

Un abbraccio

FERDINANDO CHINÈ


 


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