INDENNITÀ DI AERONAVIGAZIONE E VOLO, INFONDATE LE ACCUSE DI PARTIGIANERIA, PARLIAMO SULLA BASE DELLE NORME E LAVORIAMO PER FARE SISTEMA (OVVERO: CONTROREPLICA A D’ALESSIO E ZAVATTOLO) – di Antonio Giannuzzi
Pubblichiamo la controreplica del lgt. Antonio GIANNUZZI al secondo articolo di Patrizio D’ALESSIO e Francesco ZAVATTOLO pubblicato su questo sito il 21 febbraio scorso. Il titolo è della redazione, quello dell’autore è “Giuro di dire la verità, soltanto la verità, nient’altro che la verità”.
GIURO DI DIRE LA VERITA’, SOLTANTO LA VERITA’, NIENT’ALTRO CHE LA VERITA’. 2^ RISPOSTA A PATRIZIO D’ALESSIO E FRANCESCO ZAVATTOLO.
Nel titolo è riportata la vecchia formula di giuramento che veniva recitata al testimone che si apprestata a iniziare la propria deposizione davanti al giudice.
Questo inciso per affermare che anche se, come dice Franz Kafka, “è difficile dire la verità, perché ne esiste sì una sola, ma è viva e possiede pertanto un volto vivo e mutevole” e di conseguenza ogni verità acquisisce nuova luce al mutare delle condizioni, quando essa è fissata nell’ordinamento di una Nazione diventa graniticamente stabile.
In conseguenza, chiedo ai miei due interlocutori se non sentono il bisogno di porre all’attenzione dei lettori i riferimenti normativi che legittimerebbero le loro affermazioni, cosa che il sottoscritto, al di là della consuetudine personale, ha posto da subito in rilievo nella precedente risposta.
Mi rivolgo agli estensori della lettera, ma anche a coloro che ci ospitano, per dire che quando una persona, al di là del ruolo che ricopre (delegato ovvero appartenente ad una realtà associativa), sostiene concetti poco autentici, in primo luogo si auto delegittima ma purtroppo delegittima anche le tante persone che con spirito di servizio tentano di fornire notizie utili a quanti leggono. Pertanto li esorto, oltre a trovare citazioni dotte, a verificare da un punto di vista normativo le proprie affermazioni.
Gli estensori affermano l’anacronismo e l’obsolescenza della rappresentanza militare. Sul tema, mi sembra di ricordare, che già a partire dal 1° aprile 1981, data di entrata in vigore della legge 121 (nuovo ordinamento dell’amministrazione della pubblica sicurezza), c’è stato chi ha messo in discussione la Legge sulla Rappresentanza militare ritenendola non propriamente foriera di democrazia. Pertanto scusatemi se ritengo le tali affermazioni vacue e prive di significato; non aggiungono nulla su un tema sul quale si sono spesi fiumi di parole e tantissime energie sia intellettive che economiche, a partire proprio da coloro che agiscono all’interno di essa e non ultimo nell’assise del gennaio 2008 a L’Aquila. Anche questo è un maldestro tentativo di strumentalizzare un tema importante per sminuire la figura di un interlocutore.
Inoltre si tenta di generalizzare comportamenti esclusivamente soggettivi, utilizzandoli strumentalmente per sparare nel mucchio senza indicare con precisione a chi si riferiscono. Personalmente ritengo che almeno la responsabilità rimane personale e qualifica i propri comportamenti. Infatti vengo accusato di partigianeria senza riflettere che nel momento stesso in cui tali accuse vengono mosse si sta ponendo in atto una difesa della propria categoria ripudiando ogni elemento chiarificatore che proviene dalla parte opposta.
Ma la cosa che più mi sta a cuore è respingere con fermezza l’affermazione secondo la quale “il personale pilota ha goduto di una rivalutazione dell’indennità di aeronavigazione nella misura del 190% dell’indennità operativa di base!! Altro che muti spettatori!!! Sarebbe piaciuto anche al personale EFV essere muto spettatore e ricevere l’indennità maggiorata quasi del doppio!!!!”. In proposito chiedo agli estensori se non ritengono di dover dare dei riferimenti normativi in proposito visto che l’affermazione risulta priva di ogni fondamento e contraria anche alla più lontana accezione della parola verità.
Vedete gentili signori, il sottoscritto prima di manifestare qualsiasi pensiero, anche su una materia che conosce dal 1982, effettua sempre, in modo maniacale, i riscontri perché le norme sono tantissime.
Quando sostengo che soltanto il personale pilota non ha beneficiato di alcun riallineamento delle percentuali di calcolo dell’indennità di aeronavigazione lo sostengo perché sono perfettamente a conoscenza di quanto nel tempo intervenuto normativamente e per questo vi esorto a leggere il contenuto di:
Art. 4 D.P.R. 10 maggio 1996, nr. 360;
Art. 4 D.P.R. 16 marzo 1999, nr. 255;
Art. 21 D.P.R. 9 febbraio 2001, nr. 140;
Art. 5 D.P.R. 13 giugno 2002, n. 163;
Art. 6 D.P.R. 11 settembre 2007, n.171.
Inoltre per confutare definitivamente la Vostra affermazione riguardo la rivalutazione del 190% intervenuta per piloti Vi esorto a leggere la Tabella II allegata alla Legge 5 maggio 1976, n.187 (Riordinamento di indennità ed altri provvedimenti per le Forze Armate) la quale contiene già la percentuale del 190% per i piloti che rivestivano allora il grado di sergente maggiore con almeno 14 di anzianità militare e gradi superiori. Pertanto le vostre affermazioni mancano di genuinità, spero in buona fede per vizio di conoscenza.
Personalmente non ho mai pensato, e di conseguenza mai scritto, che gli aumenti al personale EFV sono da considerarsi regalie e intimamente sono amareggiato nel verificare tali affermazioni, forse anche fra di Noi la parola verità ha ormai perso il proprio significato.
Se questo dibattito non fosse inquinato dalla non conoscenza delle norme contrattuali intervenute nel tempo sulle indennità, potrebbe essere un momento di approfondimento della situazione, certo partire dicendo che non si intende di delegittimarmi perché Mi delegittimo da solo nel momento in cui sostengo solo la categoria dei piloti.
Ripeto per l’ennesima volta che tale sostegno deriva dal fatto che il pilota, soprattutto ISAF, è l’unica figura a non aver beneficiato di alcuna correzione percentuale dell’indennità di aeronavigazione, e con questo ritengo esaurito l’argomento indennitario da un punto di vista economico.
Per quanto, invece attiene, il sacrificio, l’abnegazione, la professionalità e la dedizione che il personale tecnico profonde nelle proprie mansioni, penso che NESSUN PILOTA l’abbia mai messa in dubbio, ma al riguardo esorto i due colleghi a leggere attentamente gli artt. 6 e 13 della legge 78/83 e di verificare dove c’è un richiamo all’attività tecnica. Le norme sono dispositivi che tendenzialmente devono lasciare poco spazio all’interpretazione proprio come la matematica.
L’esigenza di dover manifestare il disagio dei piloti ISAF, è nata dalle tante lettere ricevute dai colleghi di tutta Italia, che hanno prodotto una lunga missiva inviata a tutti coloro che hanno responsabilità nel Servizio Aereo, e dalla verifica presso rappresentanti CoCeR delle Forze Armate della Loro indisponibilità a sostenere una correzione della Tab. I contenente l’indennità operativa di base. Giustamente ritengono non praticabile un suo incremento perchè avrebbe ripercussioni su tutte le indennità, anche quelle rettificate di recente, e non sarebbe economicamente sostenibile con le risorse rese disponibili in sede contrattuale. Inoltre l’Arma Azzurra a cui è demandata la responsabilità di intervento sulle indennità riconducibili all’attività di volo, non ha fra le proprie fila personale pilota ISAF. Pertanto l’unica strada praticabile rimaneva la richiesta di una correzione percentuale tabellare. Se poi il CoCeR, nel corso degli incontri per il contratto, ha intravisto una diversa strada per riconoscere un adeguamento indennitario al solo personale ISAF NON posso che essere soddisfatto.
Concordo sulla necessità di un ampio e articolato dibattito sul tema delle indennità, senza alcun pregiudizio e senza paura a guardare indietro, proprio perché personalmente ritengo che la verticalizzazione introdotta nel 1995, non so dove era il CoCeR allora, di fatto ha introdotto una valutazione della vita umana basata sul grado rivestito e non sull’esposizione al rischio, ed ha sancito che la vita di un finanziere pilota vale meno di un quinto di quella di un Generale pilota.
Fatemi concludere con una esortazione: anziché attaccare il prossimo con il pretestuoso argomento di paladino di una sola categoria, c’è la necessità di lavorare per fare sistema e coinvolgere persone capaci innanzi tutto di documentarsi ed in secondo luogo di mobilitarsi in occasione delle elezione degli organi di rappresentanza, perché fino a che all’interno dell’Organo Centrale, ora CoCeR domani spero giunta esecutiva Nazionale, non siederà un delegato del settore aereo non ci sarà mai una adeguata attenzione verso il personale aeronavigante, in quanto considerato residuale all’interno di un comparto minoritario che non è ben accolto dal resto del personale.
Concludo dicendo che, a meno che in futuro non vengano espresse tesi argomentate con riferimenti normativi, ritengo conclusa la mia partecipazione al dibattito in quanto non sono più disponibile a spendere energie per confutare leggende senza fondamento giuridico.
ANTONIO GIANNUZZI
Delegato Co.Ba.R. Puglia
Delegato Co.I.R. Italia Meridionale
antonio.giannuzzi@hotmail.it