8 MARZO: DONNE IN DIVISA,ABOLIRE FESTA PERCHE' ANACRONISTICA - 8 MARZO: 'FORZE POLIZIA SCORAGGIANO DENUNCE', INDAGINE CSM
8 MARZO: DONNE IN DIVISA,ABOLIRE FESTA PERCHE' ANACRONISTICA
(ANSA) - ROMA, 6 MAR - Abolire la festa dell'8 marzo perche'
''obsoleta, anacronistica e che testimonia un vecchio retaggio
del passato''. E' la richiesta di alcune delle donne ''in
divisa'' presenti oggi ad un incontro organizzato nella sede del
comando provinciale dei vigili del fuoco di Roma appartenenti ai
diversi Corpi dello Stato, che hanno raccontato le proprie
esperienze in ambito lavorativo.
Erano presenti donne appartenenti ai carabinieri, alla
polizia di stato, alla guardia di finanza, alla polizia
municipale e al corpo forestale che hanno affrontato temi come
lo stalking, la violenza sulle donne, la prevenzione sanitaria,
i rapporti lavorativi con i colleghi.
Di strada ne e' stata fatta, tuttavia nelle strutture
pubbliche c'e' ancora da lavorare poiche' sono ancora in
maggioranza gli uomini a ricoprire incarichi di prestigio, e'
stato detto negli interventi.
Ad introdurre il dibattito, e a fare gli auguri alle donne
e' stato il capo del Corpo dei vigili del fuoco Antonio
Gambardella. L'incontro e' stato concluso dal comandante
provinciale di Roma Guido Parisi.(ANSA).
8 MARZO: 'FORZE POLIZIA SCORAGGIANO DENUNCE', INDAGINE CSM
(ANSA) - ROMA, 6 MAR - Donne scoraggiate a presentare
denuncia per maltrattamenti o violenza sessuale in famiglia
proprio dalle forze di polizia che le dovrebbero tutelare. Lo
rivela uno studio dell' Associazione ''Donne in Rete contro la
violenza Onlus'', ritenuto ''importante'' dallo stesso Consiglio
superiore della magistratura, al punto da spingerlo ad avviare
una propria ricerca tra i presidenti di tribunale e i
procuratori della Repubblica sul fenomeno della violenza
domestica, i cui risultati saranno oggetto di una giornata di
riflessione organizzata per il 20 marzo prossimo a Roma.
Lo studio ha messo insieme i dati e le esperienze raccolte
dalla Rete di avvocati presenti in 28 citta' italiane, dai
grandi centri come Milano, Roma, Palermo e Napoli a piccole
realta' come quella di Tivoli. E i risultati, riportati in una
delibera del Csm, sono sconfortanti: c'e' ''un'insufficiente
sensibilita' da parte delle forze di polizia nel momento della
raccolta della denuncia per maltrattamenti in famiglia''; un
fenomeno ''che si manifesta con il tentativo di dissuadere la
donna a presentarla, con la minimizzazione della vicenda e con
la comunicazione dell'iniziativa al soggetto denunciato per
attuare un tentativo di conciliazione inopportuno anche per
possibili ricadute negative sul piano della protezione della
vittima''.E lo stesso avviene persino in presenza di reati
ancora piu' gravi: anche ''per i fatti di violenza sessuale
connessi a maltrattamenti'' c'e' ''la tendenza a dissuadere la
donna nel denunciarli qualora gli stessi siano risalenti nel
tempo o non supportati da elementi di prova''. (ANSA).