PA: BRUNETTA, SE ENTRO 60 GIORNI NON C'E DECRETO MI DIMETTO

martedì 12 maggio 2009

PA: BRUNETTA, SE ENTRO 60 GIORNI NON C'E DECRETO MI DIMETTO
(ANSA) - ROMA, 11 MAG - ''Se entro 60 giorni non passa il
decreto, me ne vado. mi dimetto''. Lo ha detto il ministro della
Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, intervenendo al Forum
Pa, a proposito del provvedimento approvato dal Consiglio dei
ministri venerdi' scorso, che attua la riforma della pubblica
amministrazione. Il decreto sara' trasmesso alle Camere domani.
(ANSA).

PA: BRUNETTA, SE ENTRO 60 GIORNI NON C'E' DECRETO MI DIMETTO(2)
(ANSA) - ROMA, 11 MAG - Il ministro ha insistito
nell'affermare che se ci sara' qualche potere forte che blocca
il suo decreto, lui se ne andra'. Quanto alle osservazioni al
provvedimento avanzate da alcuni colleghi di governo (Carfagna,
Maroni e Tremonti) ha detto che saranno tenute in considerazione
nel testo che sara' trasmesso al Parlamento.
Il ministro ha anche stigmatizzato la ''pratica balorda'' e i
premi a pioggia. Per questo il decreto spinge sulla meritocrazia
''e' possibile - ha aggiunto - che fino a ieri il salario
accessorio veniva dato tutto a tutti: l'esatto contrario della
premialita'. Una pratica balorda voluta da una cattiva politica
e un cattivo sindacato. Con la parola contrattazione e' passata
l'ira di Dio di negativita'''. (ANSA).

P.A.: BRUNETTA; COSTI SPAVENTOSI, DECRETO O DIMISSIONI/ANSA
300 MLD L'ANNO CIFRA ENORME; SINDACATI NON MI FANNO FESSO
(di Lucia Manca)
(ANSA) - ROMA, 11 MAG - ''Se non passa il decreto in 60
giorni, me ne vado''. Renato Brunetta, ministro per la Pubblica
Amministrazione, mette sul piatto le sue dimissioni se non sara'
approvata la sua ''rivoluzione'' sulla pubblica amministrazione
che prevede piu' trasparenza, meritocrazia, lotta ai fannulloni,
sempre meno carta e sempre piu' Ict. E torna a puntare l'indice
contro la ''cattiva politica'' e il ''cattivo sindacato'' che
hanno prodotto la ''politica balorda'' del ''tutto a tutti:
l'esatto contrario della premialita'''.
Inaugurando la XX edizione del Forum P.A., Brunetta parla del
suo ambizioso progetto: ''Stiamo cercando - dice - di portare
all'eccellenza la pubblica amministrazione''. Che - ricorda - ha
un costo ''spaventoso'': 300 miliardi l'anno a fronte di servizi
giudicati in media non positivi dai cittadini.
Dopo il primo via libera da parte del consiglio dei
ministri, dunque, procede l'iter del decreto delegato che attua
la riforma: domani stesso sara' trasmesso alle Camere, e'
previsto anche un esame da parte della Conferenza Unificata,
delle commissioni parlamentari e delle parti sociali attraverso
il Cnel. ''Se c'e' bisogno di un ulteriore passaggio con i
sindacati dei lavoratori pubblici lo faremo, ma se entro 60
giorni non faro' il decreto me ne vado'', ha insistito nel suo
intervento il ministro aggiungendo che la pubblica
amministrazione non produce bulloni, ma beni e servizi di un
Paese come la salute, la scuola, la giustizia che sono
fondamentali per la vita di un Paese''. Secondo Brunetta, ci
sono le condizioni per arrivare all'eccellenza perche' si
spendono un ''sacco di soldi'' e in media il capitale umano e'
''superiore a quello del settore privato''. La convinzione e'
che finora la politica, il sindacato e la dirigenza non hanno
fatto il loro mestiere (e' ricorso all'espressione il ''pesce
puzza dalla testa'' per essere ancora piu' esplicativo). Vanno,
dunque, cambiate le regole ''balorde'' a parita' di soldi. ''La
P.A. - ha aggiunto Brunetta - e' troppo importante perche' sia
lasciata solo alla politica e ai sindacati. Deve essere oggetto
di valutazione di tutti gli stakeholder, sentiremo la
Marcegaglia e tutto il sistema delle imprese, delle famiglie,
cosa ne pensa il parlamento e anche il sistema delle
autonomie''. Quindi il messaggio al sindacato: ''Certo e' un
interlocutore importante ma non l'unico. Nella pubblica
amministrazione il contratto ha prodotto rendita. Non mi fanno
fessi con parole d'ordine 'Viva il contratto, abbasso la legge'.
Viva le regole chiare e certe. Sotto la parola contrattazione e'
passata l'ira di Dio di negativita'''. Sulla sua rivoluzione, ha
rilevato ancora, la politica, una volta tanto, e' stata piu'
avanzata. Lo e' stata il ''mio partito ma anche l'Udc, una parte
dell'Udc e dell'Idv''. E i sindacati? La Cgil e' ''ferocemente
contro'', mentre Cisl, Uil e Ugl ''stanno a guardare''. Infine,
anche una stoccata alle public utility: ''si diano una regolata
anche loro, devono avere il fiato sul collo dei cittadini''.
Al ministro sono state rivolte alcune domande giunte via e-mail,
ma anche dai presenti in sala. Molti i ringraziamenti per il
lavoro fatto, ma c'e' stato anche un rappresentante del
sindacato di base Rdb che ha accusato il governo di aver
tagliato il salario accessorio. ''Non me ne fotte niente di
queste domande, sono finte, si facciano domande vere'', e' stata
a risposta del ministro. (ANSA).
 


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