ALLARME FISCO, IN SETTE MESI EVASI OLTRE 3 MILIARDI DI EURO. GUARDIA DI FINANZA: IN 7 MESI 1,1 MILIARDI NEI PARADISI FISCALI (REPUBBLICA E SOLE24ORE)
(Da www.repubblica.it)
FISCO, EVASI 3,3 MILIARDI DA GENNAIO. UN TERZO NEI PARADISI FISCALI
I redditi non dichiarati nei primi 7 mesi scoperti dalla Guardia di Finanza in seguito alle indagini sulle operazioni "con risvolti oltre confine".
L'Iva sottratta allo Stato ammonta invece a 1,8 miliardi. Denunce in aumento del 17%
ROMA - Ammontano a 3,3, miliardi di euro i redditi non dichiarati scoperti dalla Guardia di Finanza nei primi sette mesi del 2009, in seguito delle "investigazioni sulle altre operazioni evasive ed elusive con risvolti oltre confine".
Oltre 600 milioni di euro facevano capo a soggetti e imprese che, per sfuggire al fisco, avevano falsamente localizzato la propria residenza o la sede della propria attività all'estero, mentre 1,1 miliardi di euro è stato scovato nelle transazioni e nelle operazioni finanziarie con i paradisi fiscali. Altri 1,6 miliardi, infine, erano nella titolarità di "organizzazioni di imprese estere operanti in Italia", che non dichiaravano nulla al fisco.
Inoltre, secondo quanto reso noto dalle Fiamme Gialle, "ammonta a 1,8 miliardi l'Iva evasa a seguito di frodi scoperte nelle indagini su triangolazioni commerciali". Sono stati denunciati 3.557 soggetti," pari al 17% in più dello scorso anno".
Ammontano infine a 396 milioni di euro i titoli e la valuta sequestrati in occasione dei controlli sui movimenti di capitale effettuati al confine in collaborazione con l'Agenzia delle Dogane.
(18 agosto 2009)
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(Da www.ilsole24ore.com)
GUARDIA DI FINANZA: IN 7 MESI 1,1 MILIARDI NEI PARADISI FISCALI
I redditi evasi sono 3,3 miliardi, 1,1 miliardi nei paradisi fiscali
Ammonta nel totale a 3,3 miliardi di euro la cifra dei redditi evasi "oltre confine" nei primi sette mesi dell'anno, secondo la Guardia di Finanza. Di questi, 1,1 miliardi sono stati scovati nelle transazioni e nelle operazioni finanziarie con i cosiddetti paradisi fiscali.
Da gennaio a luglio le Fiamme gialle, rileva una nota sul bilancio dell'attività da gennaio a luglio 2009, hanno effettuato 5.690 indagini, verifiche e controlli contro l'evasione e le frodi fiscali internazionali e i trasferimenti illeciti di capitale all'estero. Ammonta a 1,8 miliardi l'Iva evasa per frodi scoperta nelle indagini su "triangolazioni commerciali per evadere l'Iva - spiega la nota - ricorrendo a società cartiere e fatture per operazioni inesistenti, con 3.557 soggetti denunciati, pari al 17% in più rispetto allo scorso anno".
Dei 3,3 miliardi di redditi evasi, sottolinea la nota, oltre 600 milioni sono stati trovati a soggetti e imprese che, per sfuggire al fisco, avevano falsamente localizzato la propria residenza o la sede della propria attività all'estero; 1,1 miliardi sono stati scovati nelle transazioni e nelle operazioni finanziarie con i paradisi fiscali e altri 1,6 miliardi nelle stabili organizzazioni di imprese estere operanti in Italia non dichiarando nulla al fisco.
Le evasioni scoperte, secondo la Guardia di Finanza, sono "in linea con i risultati", dello stesso periodo del 2008, chiuso "in questi settori con i risultati più alti di sempre". I titoli e valuta sequestrati in occasione dei controlli sui movimenti di capitale effettuati oltre confine ammontano a 396 milioni di euro, con "1.185 soggetti sorpresi a portare al seguito denaro o titoli per valori superiori a 10mila euro all'atto dell'attraversamento della frontiera".
18 AGOSTO 2009
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(Da www.ilsole24ore.com)
LISTA DEL LIECHTENSTEIN SOTTO CONTROLLO FISCALE
di Antonio Criscione
Accertamento in corso – in molti casi già in fase di notifica – per i contribuenti che fanno parte della lista del Liechtenstein. Accertamento in corso, dunque, per somme detenute all'estero che ammontano a circa 1,4 miliardi di euro. Questo mentre dovrebbe arrivare il via dall'autorità giudiziaria, per far entrare nel mirino degli accertamenti fiscali anche i nomi della lista rinvenuta nei documenti dell'avvocato ticinese Fabrizio Pessina, con più di 500 soggetti interessati.
L'attenzione del Fisco sull'estero è a tutto campo. E non solo sui vip. Spiega Rossella Orlandi, direttore centrale aggiunto Accertamento delle Entrate: «Ci dispiace quando nomi di vip vengono resi pubblici e non è l'Agenzia a farlo. Noi abbiamo molti accertamenti già in atto su diversi soggetti e non sono solo personaggi del mondo dello spettacolo o dello sport». Con riferimento trasparente al caso di Tiziano Ferro (si veda l'articolo in pagina).
Un tassello ulteriore nelle battaglie del fisco oltreconfine viene anche dalle dichiarazioni ufficiali di una delegazione del Governo di San Marino, che ha risposto in una conferenza stampa alle affermazioni della stampa italiana dei giorni scorsi, definite «notizie infondate». Secondo i rappresentanti sammarinesi le cosiddette «residenze di comodo» a fini fiscali sono estranee alla realtà sammarinese e, comunque, saranno monitorate nel prossimo e imminente censimento. Del resto dall'agenzia delle Entrate, nei giorni scorsi, il direttore Attilio Befera aveva ricordato che da San Marino e Svizzera si cominciavano ad avere segnali di collaborazione (si veda «Il Sole 24 Ore» del 13 agosto).
Quanto al Liechtenstein, i nomi dei circa 400 soggetti rinvenuti nell'ormai famoso Cd acquisito dalla Germania nel febbraio del 2008 individuavano i beneficiari di più di 150 trust. Secondo Rossella Orlandi «si tratta di soggetti tutti accertati e ormai per la maggior parte in fase di notifica. I dati furono acquisiti in fase di collaborazione fiscale tra amministrazioni e sono legittimi ai fini accertativi».
Le diverse liste sotto osservazione mostrano come l'attenzione del fisco sui risvolti internazionali sia alta. In realtà, come emerge dalle disposizioni dell'ultimo decreto anticrisi (decreto 78/2009) e dalle dichiarazioni di intenti che vanno emergendo in questi giorni, l'attenzione del Fisco sull'estero assumerà sempre più – tenendo conto dei numeri complessivi e della difficoltà degli accertamenti – connotati di massa. E se il trend sarà confermato lo scudo fiscale potrebbe rappresentare l'ultimo appello per chi ha portato capitali all'estero.
A dimostrare questo connotato di massa sono anche gli elenchi inviati dall'agenzia delle Entrate agli uffici periferici per le residenze fiscali all'estero. Si tratta di circa 30mila nominativi di soggetti che, pur residendo in paradisi fiscali, hanno contatti con l'Italia ancora significativi, che possono far sospettare una falsa residenza all'estero. Poi ci sono i soggetti che hanno omesso il quadro RW sul monitoraggio delle attività all'estero, che secondo le indicazioni del direttore delle Entrate, Attilio Befera, sono circa 170mila. Almeno coloro che, secondo gli intermediari finanziari, hanno avuto rapporti con l'estero e non hanno compilato il quadro della dichirazione sulle attività all'estero.
Le coordinate dell'accertamento oltre confine sono, dunque, tre: le false residenze all'estero, la detenzione non dichiarata di attività oltreconfine, il controllo sulle società con rapporti con l'estero. E sulle attività fuori dai confini nazionali il Dl 78 ha dato all'amministrazione due armi importanti: la presunzione della redditività delle somme detenute all'estero e non fatte passare attraverso il monitoraggio e l'aumento delle sanzioni. Si tratta, soprattutto nel primo caso, di un aiuto all'accertamento, perché inverte sul contribuente l'onere di provare che le somme all'estero non rappresentano reddito soggetto a tassazione.
18 AGOSTO 2009