CONGRESSO FICIESSE, TISCI (COCER GDF): “CREDO IN UNA FINANZA SNELLA, CON TRE SOLI RUOLI APERTI A UNA FORTE MOBILITÀ VERTICALE E UN SINDACATO AUTONOMO ED ESTERNO”
INTERVENTO DI DANIELE TISCI AL CONGRESSO NAZIONALE FICIESSE
Autorità, delegati
provo sempre una certa emozione nel trovarmi davanti una platea così numerosa, oggi, sento quest’emozione in modo particolare, per l’importanza di questo consesso, per le idee liberali che esso esprime, per il fervore delle vostre idee, che sono anche le mie e che contraddistinguono in senso positivo ed assolutamente edificante sotto il profilo sociale, chi ha scelto di rimboccarsi le maniche e mettere il proprio tempo, anzi di più … la propria persona, viste le implicazioni professionali che un tempo ne sono derivate, al servizio di un’idea di libertà, di una richiesta di trasparenza e di chiarezza delle relazioni personali e gerarchiche che si sviluppano nell’Amministrazione in cui abbiamo scelto di prestare la nostra opera professionale di lavoratori con le stellette.
Grazie per la vostra presenza. Grazie anche al Direttivo di Ficiesse, alla componente civile dell’associazione, alla CGIL nazionale, oggi rappresentata dal dottore ed amico Marcello Tocco, che ci hanno permesso, con il loro lavoro continuo, minuzioso, certosino, caparbio di poter essere qui oggi a parlare di ciò, che per la nostra sfera individuale riteniamo utile, costruttivo, persino semplicemente giusto ed adeguato alla nostra dimensione di cittadini militari, cosa che in tempi passati, ma purtroppo recenti non ci veniva permesso e che non avremmo potuto realizzare se non fossero nate associazioni come Ficiesse, che rappresentano lo spartiacque tra due diverse ere, quella del passato recente, caratterizzata da un proibizionismo ad ogni costo e questa che oggi stiamo vivendo, che si distingue per una crescente difficoltà da parte degli Stati maggiori di arginare le numerose ed articolate attività di effettivo esercizio dei diritti poste in essere dai militari.
Oggi non sono qui a nome del Cocer, di cui sono onorato di far parte per rappresentare i Vostri interessi e di cui vi porto il saluto del Presidente e di ogni singolo componente, ma sono qui in qualità di uomo libero tra uomini e donne libere.
Questo Convegno mi concede una grande opportunità, quella di esprimere ad una così ampia e qualificata platea il mio pensiero su come vorrei che fosse l’Amministrazione in cui vivo ed opero onestamente da circa un ventennio. Ed allora vi dico che io credo in un’organizzazione snella, dove il personale sia inquadrato, sul modello degli organismi di intelligence, in soli tre ruoli, aperti ad una forte mobilità verticale: dirigenti, direttivi ed esecutivi ed all’interno dei quali non ci siano eccessive distinzioni di gradi, ma solo di funzioni onde evitare che si generino inutili distinzioni e frammentazioni, che troppo spesso minano quel sistema di relazioni personali e gerarchiche a cui accennavo prima.
Certo, pesa il concetto di militarità così come oggi lo intendiamo, perché è il frutto di una concezione della vita concepita dalle ideologie autoritarie degli anni ’40 del secolo scorso, che sono state superate e riposte nel cassetto dall’avvento della Repubblica e della Costituzione, ma che, nonostante ciò, continuano a produrre effetti perversi nella vita del personale militare.
Una militarità che tarda ad evolversi a causa delle visioni eccessivamente conservatrici degli Stati maggiori, i quali nel tentativo di tappare ogni falla che si apre in questo arcaico e vetusto ordinamento militare, non si accorgono che il naturale evolversi delle cose li ha già ampiamente superati. E che anzi il loro atteggiamento irragionevolmente proibizionistico sta generando una serie di nuove attività da parte dei militari stanchi di trovarsi di fronte a chiusure che non hanno motivo di esistere.
In questi anni, oltre alla nascita delle associazioni è nato anche un Partito politico: il PDM che si propone di veicolare a livello parlamentare le istanze inerenti gli interessi legittimi ed i diritti del personale militare.
In questi giorni, inoltre, l’associazione Pastrengo dei Carabinieri sta vagliando la possibilità di creare un sindacato militare in Europa per impedire al nostro Paese di ricorrere alla giustizia amministrativa italiana, che già in passato ha gettato pesanti ombre sulla volontà di emettere sentenze giuridiche basate sul diritto.
Personalmente, ritengo che la rappresentanza dei nostri diritti non possa che trovare la propria naturale sede in associazioni sindacali esterne all’Amministrazione, poiché qualsiasi forma di rappresentanza interna, con spazi definiti per legge sarebbe sempre soggetta a tentativi di limitarne l’azione.
Ciò non toglie che nell’immediato si debba comunque percorrere ogni via per migliorare gli strumenti che abbiamo a disposizione.
Tra qualche ora procederete alle votazioni per la scelta del nuovo direttivo di Ficiesse. Un importante momento di responsabilità e democrazia che in altri contesti ci è stato negato da una proroga che mi rende imbarazzante persino l’augurio che sto per rivolgervi, poiché, anch’io occupo una delle poltrone che per volontà governativa potrebbe conoscere un prolungamento del mandato. Non mi resta che augurarvi un buon voto, nella certezza che saprete scegliere tra voi i migliori delegati a cui affidare il direttivo nazionale di Ficiesse.
Grazie
DANIELE TISCI
Delegato Cocer Gdf X Mandato
Roma, 14 novembre 2009