COOPERATIVE EDILIZIE TRA MILITARI, IL PERSONALE GDF NON RIMANGA ESCLUSO DAI BENEFICI DEL REGOLAMENTO IN DISCUSSIONE PRESSO LA COMMISSIONE DIFESA AL SENATO - di Roberto Tofanelli
E’ in questi giorni in discussione presso la Commissiona Difesa (scadenza termine il 16 novembre p.v.) e la Commissione Bilancio (termine scaduto il 10 novembre u.s.) del Senato l’atto del Governo n.138 intitolato
<<Schema di decreto ministeriale recante regolamento per l’attuazione del programma pluriennale per la costruzione, l’acquisto e la ristrutturazione di alloggi di servizio per il personale militare, parere ai sensi dell’articolo 2, comma 629, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008)>>.
La genesi del provvedimento scaturisce dal disposto normativo dello stesso art. 2, comma 627, ove veniva previsto che il Ministro della Difesa predisponesse un programma pluriennale per la costruzione, l’acquisto e la ristrutturazione di alloggi di servizio di cui all’art. 5, comma 1, della legge 18 agosto 1978, n. 497.
Il legislatore, per perseguire le esigenze connesse al nuovo modello delle Forze Armate (abolizione della leva, mutate esigenze di dislocazione dei reparti, riduzione degli organici, etc.) e alla luce della novità del “Programma pluriennale per la costruzione, l’acquisto e la ristrutturazione di alloggi di servizio per il personale militare” è in procinto di emanare un provvedimento volto ad assicurare la realizzazione di alloggi di servizio finalizzati all’incremento dell’operatività dello “strumento militare” attraverso la mobilità del personale militare e civile del Ministero della Difesa.
Inquadrato preliminarmente dal punto di vista normativo il provvedimento, andiamo ad esplicitarne il contenuto, soffermandoci su particolari che, seppur di dettaglio rispetto alla portata complessiva dello stesso, appaiono quanto meno meritevoli di informazione, analisi e proposta da parte della platea alla quale Ficiesse si rivolge per i suoi fini statuari.
In primo luogo il Regolamento predispone una riclassificazione degli alloggi di servizio, ridefinendo le vecchie tipologie (alloggi alla carica, di servizio, etc.) ed introduce una terza categoria, quella degli alloggi da assegnare, a canone calmierato, con possibilità di opzione di acquisto mediante riscatto, consentendo al personale un’opzione innovativa per l’acquisto della proprietà della prima casa.
Ed è questa la novità sulla quale intendiamo soffermarci.
Per la realizzazione, infatti, di tali alloggi vengono individuate due strade:
1) la stipula di contratti d’opera nei quali può essere prevista la costruzione su aree demaniali in uso al Ministero della Difesa (con la riscossione, da parte dell’appaltatore dei canoni di locazione) con la previsione della successiva alienazione;
2) LA CESSIONE DEL DIRITTO DI SUPERFICIE SU TERRENO DEMANIALE A COOPERATIVE EDILIZIE DI DIPENDENTI DEL MINISTERO DELLA DIFESA (disponendo l’assegnazione ai soci secondo priorità stabilite dalle Forze Armate);
Il Regolamento si applica anche all’Arma dei Carabinieri ma solo per questa nuova tipologia di alloggi (ferme restando le previgenti disposizioni interne sulle altre categorie).
Infine viene prevista la possibilità di stipulare apposite convenzione con l’Agenzia del Demanio e con l’Agenzia del Territorio.
Ulteriore novità introdotta è la possibilità di stipulare atti negoziali con soggetti pubblici o privati che si impegnano a realizzare, a proprie spese e senza oneri per l’Amministrazione, su aree ad essi appartenenti e cedute contestualmente in proprietà all’Amministrazione, alloggi da alienare, unitamente al diritto di superficie, al personale individuato dal Ministero della Difesa (con vincolo di destinazione ad alloggi di servizio) per un periodo di 90 anni al termine del quale gli stessi confluiscono nella piena proprietà del Ministero stesso.
La costruzione di tali alloggi potrà avvenire mediante lo strumento del projet financing, la cooperazione tra dipendenti della Difesa lasciando una riserva ad altri strumenti previsti già dalla legge che non vengono dettagliati.
Ancora il regolamento consente al “personale militare” (e non già anche al personale civile della Difesa come previsto per gli alloggi “a riscatto) di ASSOCIARSI IN COOPERATIVE alle quali può essere concesso il diritto di superficie demaniale per la costruzione di alloggi da destinare ai propri soci, la cui destinazione è disposta sulla base di una graduatoria predisposta nel Regolamento stesso.
In ultimo vengono individuati più di 3.000 alloggi di proprietà della Difesa e non più funzionali ai fini istituzionali delle Forze Armate, per i quali vengono definiti i criteri di alienazione.
Fin qui sembrerebbe tutto positivo.
Ma andiamo punto per punto sul concreto. Il dispositivo innanzi tutto interessa esclusivamente il personale militare e civile delle quattro Forze Armate: Esercito, Marina, Aeronautica, Arma dei Carabinieri. Con dei distinguo che abbiamo visto. Ad esempio il personale dell’Arma dei Carabinieri è interessato solo per quanto riguarda gli alloggi con opzione di riscatto ed il personale civile della Difesa è escluso dalla costituzione di cooperative edilizie alle quali può essere assegnato il diritto di superficie su aree demaniali.
Sono escluse dal Regolamento le altre quattro Forze di polizia: Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Corpo Forestale dello Stato.
Il provvedimento dal quale è derivata l’emanazione del Regolamento, ossia la Legge Finanziaria 2008 (Governo Prodi), aveva delineato un vero piano pluriennale di costruzione di alloggi per il personale militare e civile del Ministero della Difesa, con la previsione della costruzione di 3mila alloggi all’anno per i primi cinque anni, 5mila per i successivi cinque e 2200 all’anno, successivamente giungendo allo stimato fabbisogno abitativo nell’arco di quindici anni con la creazione di più di 51mila nuovi alloggi.
La programmazione degli interventi è stata affidata agli Stati Maggiori delle singole Forze Armate.
In ordine a tale Regolamento si è acquisito il parere delle organizzazioni sindacali del personale civile e del Cocer Difesa il quale ha posto diverse osservazioni, piuttosto critiche, come l’assenza di un programma pluriennale come definito dalla legge finanziaria predisposta dal precedente governo, l’assenza di risorse da destinare alla costruzione, all’acquisto e alla ristrutturazione di alloggi, nonché l’assenza di una tempistica realizzativa ma, soprattutto, rileva il consesso rappresentativo del personale militare, di essere stato di fatto estraniato da una tematica propria (il benessere del personale) visto che il provvedimento demanda agli Stati Maggiori le decisioni di natura tecnica e operativa della gestione alloggiativa.
In ogni caso il Regolamento in discussione appare ,ad una nemmeno troppo attenta lettura, spoglio delle finalità prioritarie per le quali la legge finanziaria 2008 ne disponeva l’emanazione, ossia la realizzazione di un piano pluriennale di interventi realizzativi di nuovi alloggi che, di fatto, non viene esplicitato in norma e non vengono appostate risorse per la realizzazione. Proprio come il Cocer ha fatto notare.
Quello che da subito si realizza è unicamente l’alienazione di più di 3mila alloggi non più confacenti alle esigenze delle Forze Armate.
Premesso questo, se da una parte si comprende come sia giusto che i proventi dell’alienazione di alloggi della Difesa vengano utilizzati per la realizzazione di nuovi alloggi destinati al personale civile e militare della stessa Amministrazione, balzano all’occhio due aspetti.
Il primo: l’Arma dei Carabinieri viene coinvolta nel provvedimento, seppur parzialmente, evidentemente quale Forza Armata. Il secondo: il diritto di superficie sulle aree demaniali di competenza della Difesa è concesso esclusivamente al personale militare delle quattro Forze Armate (esclusi quindi il personale civile e il personale delle Forze di Polizia).
Si pone ancora la questione del ruolo delle due forze di polizia a struttura militare all’interno della rappresentanza interforze. La prima, l’Arma dei Carabinieri, considerata ora Forza armata, ora Forza di polizia, la seconda, la Guardia di Finanza, seppur militarmente organizzata, ricompresa ora nel Cocer Interforze, ora nel settore sicurezza del Comparto difesa e sicurezza, ED ESCLUSA TOTALMENTE DAGLI INTERVENTI PREVISTI DAL REGOLAMENTO.
Sembra che si possa concludere, quindi, almeno leggendo il Regolamento ancora in discussione, che le stellette sulle Fiamme gialle non hanno lo stesso valore di quelle indossate dal personale dell’Arma dei Carabinieri, e men che mai di quello delle Forze Armate.
C’è da dire, oltretutto, che il provvedimento, nonostante le “buone intenzioni” che ne disponevano l’emanazione (la creazione di alloggi per il personale della Difesa), si limita, di fatto, unicamente alla vendita dei circa 3mila alloggi della Difesa non più confacenti alle esigenze dell’Amministrazione. E non ci pare una svista o una decisione derivante dall’esiguità delle risorse in un momento di crisi economica. Tutt’altro.
Con la nascita della società Difesa Servizi Spa, prevista con un emendamento alla legge finanziaria 2010 e che avrà un consiglio di amministrazione nominato dal ministro, la Difesa non potrà più amministrare direttamente i propri beni, ma la competenza ricadrà sul Tesoro. La Difesa Servizi S.p.a. avrà competenza anche per la Guardia di Finanza (in quanto corpo militarmente organizzato), darà in appalto acquisti e servizi, GESTIRÀ IL PATRIMONIO IMMOBILIARE e cercherà nuove opportunità di reddito (eventuale sfruttamento commerciale di simboli e marchi).
A questo punto le domande che ci poniamo:
Seppur confinato nel recinto delle “buone intenzioni” non tradotte in un vero piano immobiliare pluriennale, ci chiediamo se sia giusto sottrarre la possibilità di agevolare la costruzione della prima casa agli appartenenti a quattro delle cinque Forze di polizia, riservando il diritto di superficie su aree demaniali di competenza della Difesa esclusivamente al personale militare dell’Amministrazione stessa.
Alla luce della palese volontà politica di far confluire il patrimonio dell’Amministrazione della Difesa nella società Difesa Servizi S.p.a., ci chiediamo, se sia giusto accentrare in una società pubblica con consiglio di amministrazione nominato dal ministro, non tanto l’acquisto e l’appalto di beni e servizi (facendo venir meno, tra l’altro, il ruolo di Consip) ma piuttosto UN PATRIMONIO IMMENSO DI IMMOBILI E TERRENI che in ogni grande città ma anche in tante zone pregevoli dal punto di vista paesaggistico e ambientale sono presenti. Immobili ed aree per le quali, è bene ricordarlo, in forza del decreto ministeriale 28 febbraio 2007 che ha sancito il passaggio nel patrimonio immobiliare pubblico di un numero consistente di beni immobili della Difesa, non più necessari per usi militari, attribuendone la gestione all’Agenzia del Demanio, (la quale ha già avviato, con i primi protocolli di intesa, progetti di valorizzazione condividendo con i Comuni interessati iniziative in linea con i fabbisogni del contesto urbano e sociale nel quale gli immobili sono inseriti) molti militari ed agenti di polizia sia ad ordinamento civile che militare, nutrivano speranze di poter realizzare, mediante la costituzione o l’adesione a cooperative edilizie tra appartenenti alle Forze Armate e alle Forze di Polizia, la propria abitazione principale.
Ci chiediamo se sia giusto da parte di molti esponenti politici, dell’una e dell’altra parte, continuare a dichiarare la propria vicinanza al personale delle Forze di Polizia quando, nei fatti, non si dimostra sensibilità sul problema che è certamente quello di maggiore rilevanza per le famiglie: la casa.
ROBERTO TOFANELLI
Segretario nazionale Ficiesse
Segretario Sezione Ficiesse Firenze
E-mail: firenze@ficiesse.it