UN DOVERE MORALE SVILUPPARE UNA SERIA POLITICA DELLA CASA PER I FINANZIERI, IL PUNTO DELLA SITUAZIONE E PROPOSTE CONCRETE (COMPRESO COINVOLGIMENTO DI FAF E FONDO PREVIDENZA) – di Eliseo Taverna, Daniele Tisci e Maurizio Dori
Un progetto veramente ambizioso che mira ad attenuare uno dei problemi più seri che, oggi più che mai, affligge la maggior parte degli appartenenti al Corpo.
Alcuni mesi fa, su questa tematica si è svolto uno specifico incontro tra il Consiglio Centrale di Rappresentanza e la C.U.N.A. (Commissione Unica Nazionale Alloggi).Per la prima volta, questo Organismo - nominato a suo tempo dal Co.Ce.R. - interpretando il ruolo rivestito con una visione ampia ed innovativa ha rimarcato, con una proposta incisiva e credibile, la necessità di avviare una seria politica della casa per gli appartenenti al Corpo.
L’esigenza abitativa, infatti, è fortemente sentita dal personale e rappresenta una seria problematica allorquando - soprattutto i più giovani - decidono di costruirsi una famiglia. L’incidenza economica del costo di un affitto, ormai insostenibile e, ancor più quella di un mutuo da accollarsi per tutta la vita, hanno un effetto dirompente sulla capacità di spesa delle famiglie.
Questa problematica è vieppiù aggravata per gli appartenenti al Corpo, dal particolare status rivestito, che molto spesso li porta a prestare servizio lontano dai propri cari e, quindi a non poter beneficiare di eventuali abitazioni messe a disposizione, nonché dalle incompatibilità a prestare servizio nello stesso luogo ove il coniuge o altri familiari esercitano un’attività di tipo economico o professionale e non ultimo dalle difficoltà del coniuge ad inserirsi nel mondo del lavoro, a causa di pregiudizi che si insinuano nel modo di ragionare di alcuni commercianti o imprenditori, derivanti dai riflessi negativi indirettamente generati dall’attività ispettiva svolta dal finanziere.Nella maggior parte dei casi, per i monoreddito rappresenta un vero e proprio salto nel buio che, inevitabilmente, finisce per condizionare la vita economica e sociale dell’intero nucleo familiare.
Negli anni ottanta la capacità di risparmio delle famiglie era notevolmente superiore a quella di oggi; si riusciva ad economizzare e, quindi, ad accumulare il famoso “gruzzoletto” per acquistare o costruire un’abitazione. Nelle famiglie plurireddito era consuetudine utilizzare uno stipendio per vivere, senza particolari difficoltà, una vita dignitosa. Vivere con parsimonia, quindi, permetteva, di accumulare una base economica che nel giro di dieci anni avrebbe permesso l’acquisto, senza eccessivi sforzi o particolari sacrifici, di una gradevole abitazione. Ai giorni d’oggi, purtroppo, non è più così: la crisi economica che ha investito la società, la perdita dei posti di lavoro e la crescita della disoccupazione hanno minato significatamene la capacità di risparmio delle famiglie; l’erosione del potere d'acquisto degli stipendi, dovuta anche all’entrata in vigore della moneta unica europea, ha fatto il resto.
La possibilità di pagare un affitto o sostenere il costo di un mutuo, quindi, é diventato un problema rilevante non solo per le famiglie a basso reddito, ma anche per quelle con un reddito medio.Con queste premesse, un senso di precarietà e d'insicurezza investe inevitabilmente una classe sociale sempre più ampia, alla quale la maggior parte dei finanzieri appartengono ed assume una portata ancor più accentuata se si pone in relazione con la bassa disponibilità di case messe a disposizione dagli enti locali, da acquistare a prezzi calmierati, nell’ambito dell’edilizia pubblica agevolata. Per non parlare, poi, dell’assenza pressoché totale di una politica di edilizia sociale agevolata, finalizzata alla concessione in affitto con un “canone sociale”, di abitazioni a chi ha una minore capacità di guadagno e, quindi, di spesa.
Dopo tanti anni di vuoto, un primo segnale importante sembra arrivare dai “Piani nazionali di edilizia abitativa” varati dai Governi che si sono succeduti in questi ultimi anni.Un piano casa che si prefigge l’obiettivo di realizzare migliaia di alloggi, anche ricorrendo all’apporto di imprenditori privati, da destinare ai nuclei familiari a basso reddito, giovani coppie, svantaggiati, studenti fuori sede e ad altre categorie.
Su un altro fronte, invece, si sta cercando di raggiungere un obiettivo ancor più importante, cioè quello di far emanare una specifica norma di legge che preveda un piano pluriennale per la costruzione, l’acquisto e la ristrutturazione di alloggi di servizio da destinare al personale delle forze di polizia e delle forze armate, nonché la cessione di terreni per la realizzazione di cooperative.
Come al solito, i segnali che ci arrivano dai primi confronti dimostrano che alcuni politici sono sempre più avvezzi a fare promesse che, poi, puntualmente disattendono. Ci auguriamo, ovviamente, di poter riaprire la discussione su questa importante tematica.
Con queste premesse é indispensabile, dunque, che anche il Corpo avvii in questo particolare momento una seria politica della casa - soprattutto in quelle regioni del nord e nelle città metropolitane ove il costo della vita é più elevato - in grado di soddisfare la forte domanda che proviene dai Finanzieri. Un progetto fatto con serietà e in modo strutturale potrebbe portare, nel giro di pochi anni, anche ad attenuare fortemente il problema delle continue richieste di mobilità formulate dal personale. Sono note, infatti, le aspettative - nutrite anche per decenni - di coloro che ambiscono a ritornare nei luoghi di origine, quasi sempre ubicati nel centro-sud.
Su specifica richiesta del Co.Ce.R., il Comandante Generale ed il Comandante in Seconda hanno, di recente, disposto la creazione - in seno allo Stato Maggiore del Comando Generale - di una “cabina di regia” che dovrà elaborare un mirato piano d’intervento.
La strada da percorrere non è priva di ostacoli, ma le condizioni per sviluppare una seria politica della casa ci sono: cercare, ad esempio, di far inserire - dalle varie Regioni Italiane che con propria normativa dovranno recepire le linee guida tracciate dai Governi nel tempo - le forze dell’ordine tra i beneficiari di specifici interventi, concordare con istituti bancari primari e con i Governi regionali la concessione di mutui agevolati per la prima casa, nonché ipotizzare la messa a disposizione di terreni per la realizzazione di cooperative edilizie.
Un’attenta valutazione, inoltre, andrebbe fatta sull’eventuale possibilità di smobilizzo di una parte degli investimenti effettuati sui mercati finanziari da parte del Fondo di Previdenza o del F.A.F., per costruire o acquistare appartamenti da concedere in affitto al personale, a prezzi calmierati e con promessa di vendita. E’ ovvio, che quest’ultima iniziativa, qualora venisse intrapresa, non potrà prescindere da una più reale e diretta partecipazione, da parte degli iscritti, nei Consigli di Amministrazione e dovrà essere attuata salvaguardando il patrimonio degli Enti, soprattutto se consideriamo che lo Statuto che regola la vita sociale del Fondo Previdenza non prevede di fornire assistenza al personale, ma di erogare una sorta di previdenza aggiuntiva che si materializza mediante corresponsione al personale iscritto di una somma una tantum, al momento del congedo.
Siamo certi che percorrendo questa strada, si otterrà il duplice risultato di mitigare gli effetti negativi che genera la mancanza di alloggi a prezzi accessibili e di garantire al Fondo una rendita uguale, se non addirittura superiore, a quella ottenuta attualmente dagli investimenti effettuati sui mercati finanziari. E’ chiaro che la problematica non può essere affrontata con iniziative estemporanee, ma richiede un’azione mirata, costante e sinergica da parte di tutti quelli che a vario titolo avranno un ruolo in quest'eventuale progetto.
Su questa tematica appare, fondamentale, riconoscere un ruolo importante agli organismi di rappresentanza ai vari livelli. E’ nota, infatti, la forte motivazione, che connota il lavoro dei singoli delegati, spesso derivante dal ricoprire un “incarico pubblico” nonché la capacità di interagire con gli enti locali e con gli esponenti politici. Ne sono un chiaro esempio gli eccellenti risultati ottenuti nel tempo in merito alla circolazione gratuita per le forze dell’ordine, sui mezzi pubblici regionali, il riconoscimento dei crediti formativi per il conseguimento della laurea e, da ultimo, l’attribuzione, per la prima volta, del premio antievasione al personale del Corpo.
Allo stesso modo, “la politica della casa” dovrà essere - per chi ricopre i più alti incarichi di comando a livello regionale e interregionale - un obiettivo fondamentale da perseguire nell’ambito delle politiche di assistenza e benessere del personale, inevitabilmente soggetta a report periodico, ed oggetto di un attento monitoraggio e di una specifica valutazione da parte dei vertici del Corpo e del Consiglio Centrale di Rappresentanza.
Riteniamo, doveroso e di fondamentale importanza, intraprendere iniziative diversificate, soprattutto se consideriamo che in questo particolare momento di difficoltà economica - aggravato ancor più dall’esigenza dello Stato di contenere gli importi degli stanziamenti necessari per il rinnovo dei contratti di lavoro - le famiglie vivono un profondo stato di disagio.
I risultati positivi che materialmente si potrebbero ottenere con l’attuazione di questo progetto un giorno, probabilmente, faranno la differenza nella qualità della vita delle nostre famiglie.
I vertici del Corpo, il Co.Ce.R. ed i Consigli di Rappresentanza ai vari livelli, dovranno avere la volontà ed il dovere morale di perseguire quest'importante obiettivo, con la consapevolezza che fino ad oggi poco è stato fatto su questa materia.
Gli appartenenti al Corpo avranno il sacrosanto diritto di giudicare l’attenzione che tutte le componenti della nostra amministrazione riserveranno a questa delicata tematica che, inevitabilmente, si riflette in modo diretto sulle loro condizioni di vita e di lavoro.
Come sempre accade il tempo, inevitabilmente, ci darà delle risposte.
ELISEO TAVERNA
DANIELE TISCI
MAURIZIO DORI
Delegati Co.Ce.R. Guardia di Finanza – X Mandato