CARABINIERI, L'IMMOBILISMO DI CHI COMANDA (E DI CHI RAPPRESENTA) E LA SOFFERENZA DI CHI LAVORA (dal sito www.alessandrorumore.com)
Pubblichiamo di seguito un editoriale del delegato del Cocer Carabinieri, Alessandro Rumore, apparso alla pagina internet http://www.alessandrorumore.com/1/l_editoriale_del_12_gennaio_2010_4340149.html. Il titolo "La casta immobile e la sofferenza di chi lavora sul territorio" è della redazione del sito di Ficiesse.
L'EDITORIALE DEL 12 GENNAIO 2010
Cari colleghi, più vado avanti nel mio lavoro di Rappresentante più mi rendo conto che la Rappresentanza sta effettuando passi indietro rispetto al passato.
Ormai l’immobilismo dei Delegati si è agganciato all’immobilismo di chi Comanda. Dico di chi Comanda perché sarebbe una offesa dire “Immobilismo dell’Arma” in quanto tutti gli altri Comandanti e i loro Collaboratori il loro lavoro lo eseguono giornalmente con tante perplessità, problemi e domande senza risposte.
Nessuno attacca, nessuno critica; Il silenzio ormai ci circonda non facendoci più sentire le urla dei colleghi. Io devo dire la verità li sento, ma credo che sia un problema del mio apparato fonico.
Eppure l’immobilismo è palpabile. Molti Comandanti e Capi Reparto, leggendo questo Editoriale, mi diranno:- “Caro RUMORE (il caro per molti è falso), nonostante tu sostieni che vi sono tutti questi problemi, che l’Arma soffre, è immobile e via dicendo, come spieghi che comunque i risultati operativi e non solo, sono sempre in crescita? A questa domanda ogni volta rispondo sempre cosi:- “Perché i Carabinieri, specialmente quelli veri che portano ancora la banda rossa sui pantaloni, sanno che devono fare il proprio lavoro, perché devono rendere conto ai cittadini che incontrano ogni giorno, perché tengono alla loro persona, vogliono essere l’orgoglio delle proprie famiglie e perché nonostante si lamentino tengono alla Divisa molto di più di chi si vanta di portarla, comunque in modo diverso”.
Sbaglio? Non credo.
Come non sbaglio a dire che comunque chi è al Vertice di un Comando o chi è per strada o dentro una Centrale Operativa non fanno parte della stessa Amministrazione. Sono due cose distinte ed ognuno non sa i problemi dell’altro.
Visto che mi ritengo in primis, un uomo della Territoriale devo denunciare i problemi della Amministrazione nr. 2, in quanto quelli dell’Amministrazione nr. 1 se li risolvono benissimo da soli.
Vi sono molte cose che non capisco o sconosco. Per esempio:-
-se le Forze Organiche presenti nelle Segreterie dei Generali e le Forze Organiche presenti nelle Stazioni e nelle Centrali Operative vengono determinate con un unico regolamento? Perché sembra che nelle Segreterie dei Generali questo regolamento non sia uguale a quello applicato nei Reparti terrestri.
Tanti i Militari presenti nelle Segreterie, addirittura giovanissimi o giovanissime. Pensate un po’ questi giovani Carabinieri (Uomini e Donne che siano) cosa capiranno dell’Arma. Credo che sia giusto far prendere un pò di freddo ed altrettanto caldo a questi baldi giovani sicuramente ultraraccomandati a fronte di tanti Appuntati, Brigadieri e Marescialli che ormai sono logorati da decenni passati alla territoriale.
A volte mi sembra che alcune Forze Organiche di molti Reparti risalgono ai tempi del Duce o del Re. Quando sento dire che vi sono Stazioni che hanno Forze tipo 6+1+2, mi viene da ridere per non piangere, specialmente se parliamo di Stazioni lavorate fino allo stremo delle forze. Ma rimango allibito quando qualche Comandante o peggio qualche addetto, sostiene con aria di quello che sa tutto, che quel Reparto è in organico. Ma in organico per fare cosa? Ma si rendono conto del lavoro assurdo che vi è dentro una Centrale Operativa o dentro una Stazione. Hanno mai passato una parte del loro prezioso tempo in questi Reparti? Ma allora che parlano a fare. Non capiscono che l’italiano usato non è comprensibile con il dialetto parlato in questi Reparti? Ma!!!!
Può darsi che sia una strategia. Forse qualcuno vuole volontariamente innescare un dissenso, specialmente al personale delle Centrali Operative che ormai hanno capito che sono totalmente abbandonati. Pochi uomini, turni stressanti, nessuna uscita per de specializzarsi e nessuna entrata per specializzarne di nuovi. Ma!!!!
A questo aggiungo che nella vita bisogna essere fortunati, non c'è che dire. Nascere in Sicilia o in Campania è una sfortuna, specialmente se poi ci si arruola nell’Arma e come degli sprovveduti, dopo anni passati fuori dalla propria terra innamorati di essa ci si ritorna. Altrettanta sfortuna hanno quelli che escono dalle Scuole i quali come prima destinazione scelgono o vengono inviati in queste Regioni.
Forse questi Colleghi non sanno che fare servizio in queste Regioni è praticamente assurdo.
Non puoi frequentare nessuno, perché ognuno è amico, conoscente, parente di qualche latitante, di qualche mafioso o di qualche lontano criminale. Non può innamorarti, perché se lontanamente la ragazza/o ha dei parenti con la fedina penale macchiata ovvero ha frequentato persone da OP/85, vieni subito messo in croce e spedito in luoghi dove il segnale GPS arriva una volta a settimana.
Devo dire però che vi sono casi in cui un Militare di buona condotta dopo anni di permanenza in un Reparto, chiede di essere trasferito in un Comando vicino a casa dei genitori o dei suoceri, annessi nella stessa Regione dove egli presta servizio. Alle volte (anzi spesso) a quel Militare il Comando risponde con un bel NO per via dell’Organico pieno nella sede richiesta. Successivamente nello stesso Reparto o nelle vicinanze di esso viene inviato un altro Militare in quanto resosi responsabile di aver frequentato, sposato o via dicendo soggetti che a sua volta avevano frequentato persone un po’ discutibili.
Ma che razza di razionalità è questa. Al Militare di buona condotta, che ha richiesto quel Reparto gli si risponde in forma negativa, mentre ad un Militare non consenziente gli si impone di andare. E la Forza Organica piena? Si fa benedire a fronte di decisioni dittatoriali di qualche Capo che purtroppo si arroga la presunzione di sapere senza conoscere.
Non ce che dire, chi crea queste situazioni non può che essere inviato a ritirare un bel premio Nobel, senza comunque nessuna scritta, oppure dargli un bel Encomio magari solenne, come ricevuto dal sottoscritto anche in questo mandato.
Meritato? Non Meritato? Ma, io credo che forse li meritavo per le battaglie sostenute, le denuncie fatte, i Comunicati stampa e le interviste che di volta in volta denunciavano lo stato di crisi in cui versano i mie colleghi. Solamente che nelle diciture non vi era scritto questo. Collaborazione, collante tra il personale e la Gerarchia e bla bla bla. Queste sono le scritte impresse nei fogli di pergamena che mi hanno consegnato. Perché non lo rifiutato? Perché mi hanno detto che il rifiuto non è contemplato nei regolamenti. Certo ne sarei rimasto entusiasta se avrei visto lo stesso trattamento anche per quei colleghi che di giorno e di notte si appostano, ricercano, sentono, vedono e alla fine traggono in arresta Latitanti e Criminali. Forse non criticherei il mio encomio se agli stessi colleghi fosse stato dato un encomio solenne atto a testimoniare lo sforzo profuso con ogni mezzo ed in primo luogo a scapito familiare.
Invece no. A molti colleghi in servizio nella mia Regione questo trattamento non viene riservato. Vengono snobbati e addirittura gli vengono consegnati lettere di apprezzamento che loro stessi una volta ricevute, usano per altre incombenze a posto di altre carte sanitarie. Operazioni di servizio condotte in modo egregio e con risultati eccellenti di decine di arresti che non vengono minimamente gratificate. Addirittura Comandanti messi alla corda dai soliti burocrati (tra l’altro colleghi) al fine di dimezzare il personale che ha partecipato a determinate operazioni. Per non parlare degli Ufficiali messi all’angolo perché essendo tali non possono percepire Encomi o atti simili.
Fare servizio in Sicilia è diverso rispetto ad altre Regioni.
Qui chi sbaglia paga più volte, con la Procura, con la Gerarchia, con la Mafia, con la Società ecc…
Chi invece ottiene un risultato brillante, viene snobbato asserendogli che ha fatto il proprio dovere.
Allora mi chiedo. Quale dovere?
-E’ dovere arrampicarsi su una montagna per avvistare e monitorare eventi e soggetti criminali?
-E’ dovere usare i propri mezzi per pedinare?
-E’ dovere stare sotto la pioggia senza avere un cambio dopo 16 ore in un terreno fangoso?
-E’ dovere incamminarsi di notte su mulattiere e caricarsi sulle spalle batterie al fine di alimentare i dispositivi elettronici.
-E’dovere contattare confidenti di ogni tipo per avere notizie da usare nelle indagini.
-E’ dovere sapere che in caso di situazioni storte non vi sarà nessuno che prenderà le difese del Militare che ha involontariamente sbagliato?
-E’ dovere sapere che in caso di caduta a quel militare non vi sarà riconosciuta nessuna causa di servizio se non dopo 10 anni?
Allora dico io se questo è dovere, non è anche dovere che gli Uffici preposti si sveglino dal torpore quotidiano dando a questi Militari le giuste ricompense senza indugiare su quanti erano e senza fare chilometri di carte per sapere cosa, dove perché, quando e via discorrendo, ed attenersi invece a quello che scrivono i loro Comandanti che li hanno visto in prima persona operare?
A parità di operazioni di servizio ed anche in modo minore i colleghi della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza sono pieni di Encomi da poter sfoggiare sui loro Uffici e nei vari concorsi. Invece i nostri vertici sanno sfoggiare le bellissime icone di chi ha fatto il Capo di Stato Maggiore o chi ha fatto il Comandante Generale o le innumerevoli e bellissime medagliette da applicare alle giacche delle divise. (infatti per questo il giaccone non viene quasi mai indossato).
Per questo il tempo si trova.
Forse sarebbe meglio usare il tempo oltre che per accelerare le procedure per gli encomi, anche per andare dai Politici sbattergli i pugni sul tavolo e dirgli che si diano una mossa al fine di attivare i Fondi Pensione e di incrementarci lo Stipendio, visto che siamo ridotti alla fame.
E mentre l’Immobilismo continua, noi continuiamo a fare il nostro servizio a fare indagini, a compilare modelli Istat a ricevere cazziatoni, a ricevere denuncie, a fare servizi esterni a 40 gradi e a 0 gradi, a denunciare e arrestare, a rischiare la nostra vita e a volere bene i cittadini onesti che giornalmente ci fanno sentire la loro vicinanza a noi che giornalmente indossiamo la vera divisa, quella con le bande rosse nei pantaloni.
Borgetto 12 gennaio 2010
Appuntato Scelto ALESSANDRO RUMORE