IL NATALE DI UN FINANZIERE NON MERITA SEMPRE LA STESSA CONSIDERAZIONE? PERCHE' PERSISTONO LE INGIUSTIZIE NEL TRATTAMENTO DI MISSIONE ESTERA? - di Patrizio D’Alessio

lunedì 01 febbraio 2010

IL NATALE DI UN FINANZIERE NON MERITA SEMPRE LA STESSA CONSIDERAZIONE? PERCHE' PERSISTONO LE INGIUSTIZIE NEL TRATTAMENTO DI MISSIONE ESTERA? - di Patrizio D’Alessio

Pubblichiamo un approfondimento di Patrizio D’Alessio sulle sperequazioni nel trattamento di missione estera; il titolo è della redazione del sito.

Il 23 dicembre scorso il quotidiano “la Repubblica” dava risalto ad un’importante operazione di contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, conclusosi nelle acque dell’oceano atlantico nell’imminenza delle festività natalizie, che aveva portato al sequestro di oltre una tonnellata di cocaina ritrovata a bordo della nave Destinity Empress, con un’operazione congiunta tra forze di polizia spagnole, inglesi ed italiane. Tale brillante risultato veniva conseguito anche grazie alla dedizione e all’alto profilo professionale espresso dai militari della Guardia di finanza impegnati nell’operazione.

Nonostante gli impegni, e risultati in materia di difesa degli interessi nazionali ed europei, dobbiamo constatare nuovamente (vedasi https://www.ficiesse.it/news.php?id=2978) che i Corpi delle FF.PP. e delle FF.AA. impegnati in missioni estere non rientranti nelle fattispecie subordinate al trattamento A.L.S.E. (assegno di lungo servizio estero) sono figli di un dio minore. Il recente decreto legge 1/1/2010 n. 1 concernente le “disposizioni urgenti per la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni urgenti per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa” ha rimesso nuovamente il coltello nella piaga perché se da un lato alcune operazioni di peace-keeping trovano, giustamente, una corretta e naturale protezione legislativa, assicurativa ed economica, dall’altro lato settori e reparti delle FF.PP. e delle FF.AA., comunque strategicamente importanti per la tutela degli interessi comunitari e nazionali, non sembrano trovare interlocutori attenti alle peculiarità del loro impiego.

Allora non è fuori luogo parlare di amarezza quando il personale impiegato su di una motonave o su un aereo delle forze di polizia italiane impegnato in operazioni su territorio estero nel giorno di Natale viene remunerato meno di chi presta servizio in operazioni di caserma (es. piantone)!? Dall’altra parte la Direzione di Amministrazione del Comando Generale della Guardia di Finanza sull’argomento è categorica, ovvero: l’indennità di missione all’estero non è cumulabile con il compenso delle ore notturne, con la presenza esterna, con la presenza festiva, con la presenza superfestiva o con l’istituto della compensazione. Ecco allora che un agente impegnato sul territorio spagnolo nel giorno di Natale ha diritto un trattamento di missione che è di circa di 40 euro (con il quale deve provvedere al vitto ed a tutte le altre spese), mentre il suo pari grado impiegato come piantone di caserma porta a casa circa 180 euro.

Viene da chiedersi: il giorno di Natale non è sempre festivo, tanto che si lavori in Italia o in Spagna? Un servizio di pattugliamento aeromarittimo o un servizio di pedinamento, non è sempre lo stesso servizio ovunque espletato? Le ore di lavoro eccedenti il monte ore settimanale non hanno la stessa valenza ovunque effettuate? Tutto ciò non ha una maggiore valenza quando il trattamento economico di missione (estera) non è tale da potersi ritenere omnicomprensivo di tutte le indennità accessorie?

Questo discorso, benché elementare, si scontra contro l’interpretazione diabolica di una certa burocrazia, secondo la quale il comma 39 dell’art. 39-vicies semel del decreto legge 273/2005, convertito con modificazioni nella L. 51 del 2006, debba essere esteso a tutte le tipologie di missioni estere. Dopo anni di conquiste sul campo dei diritti nel lavoro, non ultimo in campo economico (e le indennità per i servizi di caserma ne sono una testimonianza), lasciare un segmento importante della difesa degli interessi nazionali ad una interpretazione restrittiva di una norma del 1926 emanata da Vittorio Emanuele III, significa tracciare un solco netto tra operatori della sicurezza e difesa di serie A ed operatori di serie B.

Il Governo, all’inizio dell’anno, ha emanato il decreto legge sopramenzionato concernente la proroga delle operazioni internazionali nelle quali sono impegnati i corpi di polizia e corpi militari dello Stato, l’auspicio è che gli organismi competenti, in sede di rinnovo del contratto, affrontino anche questo tema delicato che non può e non deve trovare soltanto una ricompensa di ordine morale con lettere di compiacimento per i successi ottenuti sul campo, ma deve trovare nella tutela dei diritti dei lavoratori interessati la giusta ricompensa per i doveri che gli stessi si assumono, tenendo altresì conto delle responsabilità a cui gli stessi vanno incontro nello svolgimento dei compiti istituzionali. 

PATRIZIO D'ALESSIO
Presidente del Direttivo Sezione Ficiesse Pratica di Mare

 


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