LA RUSSA APRE AI GAY IN UNIFORME - COCER, NO PRECLUSIONI A GAY - PD, LA RUSSA SU GAY CAMBI REGOLAMENTO - GAY: PENTAGONO, PRIMI PASSI VERSO FINE DISCRIMINAZIONI - BRASILE: GENERALE, SOLDATI NON OBBEDISCONO A COMANDANTI GAY - FISCHI A DONNE NUNZIATELLA

sabato 06 febbraio 2010

FORZE ARMATE: LA RUSSA APRE AI GAY IN UNIFORME /ANSA
NO INCOMPATIBILITA', DISCRIMINAZIONI, NE' TRATTAMENTI DI FAVORE
(dell'inviato Vincenzo Sinapi)
(ANSA) - ISTANBUL, 4 FEB - Il ministro della Difesa, Ignazio
La Russa, apre ai gay in uniforme: ''nessuna incompatibilita'
con le Forze armate, nessuna discriminazione'', dice da
Istanbul, dove partecipa ad una riunione informale dei ministri
della Difesa della Nato.
Proprio ieri il segretario di Stato americano Colin Powell,
che negli anni Novanta aveva bloccato l'ingresso nelle caserme a
aspiranti soldati apertamente gay, aveva fatto sapere di averci
ripensato: ''I tempi sono cambiati'', ha detto. E anche La Russa
e' d'accordo: se le ''inclinazioni sessuali'' di una recluta
potevano - forse - giocare un ruolo nella selezione quando c'era
la naja, la leva obbligatoria, nell'esercito di soli volontari
questa possibilita' ''non esiste piu'''.
''In Italia - premette La Russa - non c'e' mai stata una
norma, come c'era in altri Paesi, che vieta ai gay di fare il
militare. A volte in passato, quando c'era la leva, erano piu'
quelli che dichiaravano di essere omosessuali, anche senza
esserlo, nel tentativo di evitare la naja. Semmai, quindi,
l'opera di selezione dei militari per il servizio di leva e'
stata al contrario: lo fai anche se dici di essere gay''.
Ma secondo lei c'e' oggi qualche incombatibilita' tra gay e
forze armate? ''Secondo me no. Soprattutto adesso che c'e' un
servizio militare volontario e professionale, non obbligatorio.
Se qualche problema poteva essere sollevato in passato, quando
la leva era obbligatoria, adesso questo argomento non puo'
neanche essere posto, ammesso che mai abbia trovato ascolto''.
Di per se', continua il ministro, l'essere gay ''non ha alcun
valore, non significa niente'' ai fini della compatibilita' con
il militare. ''Essere gay o non esserlo non ha alcuna rilevanza
per essere ammessi nelle forze armate''.
Il ministro della Difesa, comunque, non ha mai ricevuto
''segnalazioni da parte di gay in uniforme che dicono di essere
discriminati e neppure, all'opposto, di qualcuno che ha
protestato per la presenza di omosessuali nelle forze armate. Da
questo punto di vista - dice - sono molto contento perche' la
considererei una discriminazione senza alcuna ragione''.
''Diverso e' - conclude La Russa - se uno, eterosessuale o
omosessuale che sia, da' fastidio a persone del suo stesso sesso
o del sesso opposto (non dimentichiamo che adesso ci sono anche
le ragazze). Quello non lo ammettiamo e verrebbe sanzionato.
Quindi nessuna discriminazione, ma nemmeno nessun trattamento di
favore''.
L'annuncio del ministro e' accolto da un plauso generale: ''Si
vede che La Russa si e' confrontato con i suoi omologhi di altri
paesi dove gli omosessuali possono entrare nelle forze armate
senza alcun problema'', esulta Aurelio Mancuso, presidente
nazionale di Arcigay.
''Non vedo nessuna preclusione all'ingresso dei gay nelle
Forze Armate e non escludo che ve ne possano gia' essere'':
assicura il generale Domenico Rossi, presidente del Cocer
interforze. Mentre il capogruppo del Pd in commissione Difesa,
Antonio Rugghia, sollecita La Russa a passare ''dalle parole ai
fatti'' aggiornando il regolamento per reclutare i gay nelle
Forze Armate. (ANSA).

FORZE ARMATE: COCER, BENE LA RUSSA, NO PRECLUSIONI A GAY
(ANSA) - ROMA, 4 FEB - ''Non vedo nessuna preclusione
all'ingresso dei gay nelle Forze Armate e non escludo che ve ne
possano gia' essere'': e' quanto dice il generale Domenico
Rossi, presidente del Cocer interforze, a proposito del via
libera del ministro La Russa ai gay in uniforme.
''L'ingresso nelle forze armate - aggiunge Rossi - prevede
infatti il possesso di specifici requisiti psichici, fisici e
attitudinali, che non escludono a priori i gay. Tutti i ragazzi
e le ragazze in possesso di tali requisiti possono pertanto
entrare nelle Forze Armate. E' molto piu' importante e
indispensabile, rispetto al resto, che i singoli posseggano le
capacita' per svolgere bene i propri compiti, in funzione di una
valida professionalita' ''.
(ANSA).

FORZE ARMATE: PD, BENE LA RUSSA SU GAY MA CAMBI REGOLAMENTO
(ANSA) - ROMA, 4 FEB - ''Le affermazioni del ministro La
Russa sono ovviamente condivisibili ma ora bisogna passare dalle
parole ai fatti. Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione
Difesa, Antonio Rugghia, commentando le frasi del ministro La
Russa sui gay e le Forze Armate.
''Il ministro sa bene - prosegue Rugghia - che le norme per il
reclutamento del personale delle forze armate danno una
definizione di omosessualita' che e' superata dalla scienza.
Infatti, quel testo considera l'omosessualita' un disturbo nelle
persone che non sono in armonia con se stesse, una definizione
che offre spazi di discrezionalita' e che il Pd ha chiesto di
superare''. ''Il ministro - conclude il parlamentare - si
impegna da oggi a cambiare quel regolamento?''.
(ANSA).

GAY: PENTAGONO, PRIMI PASSI VERSO FINE DISCRIMINAZIONI /ANSA
GATES E MULLEN PER COMMISSIONE, POCHI GIORNI DOPO APPELLO OBAMA
(di Emanuele Riccardi)
(ANSA) - NEW YORK, 2 FEB - Basta discriminazioni basate sull'
orientamento sessuale in seno alle Forze Armate degli Stati
Uniti. Lo ha deciso il Pentagono, lasciando pero' chiaramente
intendere che ci vorra' ancora tempo per porre fine alla
cosiddetta politica del ''non chiedere non dire'' che ha
regolato per circa un ventennio le relazioni con la comunita'
omosessuale in seno alle Forze armate Usa, stimata in oltre 75
mila persone.
Dinnanzi alla commissione Forze armate del Senato, il
segretario alla Difesa Robert Gates ha detto di ''appoggiare
totalmente'' la richiesta in questo senso del presidente Usa
Barack Obama, che ne aveva parlato la scorsa settimana nel suo
primo discorso sullo Stato dell'Unione. Ed e' apparso molto
determinato Mike Mullen, il capo di Stato Maggiore delle Forze
armate, mentre l'establishment militare sembra ancora oggi
scettico.
I primi passi sono timidi, ma sono indubbiamente concreti.
Per risolvere l'ultima delle grandi questioni legate ai diritti
civili in seno alla Forze Armate, Gates ha annunciato
l'istituzione di uno speciale gruppo di lavoro che dovra'
suggerire entro la fine dell'anno quali modifiche concrete
apportare alle politiche del Ministero della Difesa.
Le Forze armate Usa hanno aperto le porte alle donne nelle
unita' di combattimento solo alla fine degli anni Ottanta,
mentre la desegregazione dei neri (presenti dai tempi della
guerra d'Indipendenza), frutto di un ordine esecutivo
dell'allora presidente degli Stati Uniti Harry Truman nel 1948,
ha richiesto diversi anni per diventare effettiva.
La posizione di Gates viene appoggiata senza esitazioni dal
capo di Stato Maggiore delle Forze armate, l'ammiraglio Mullen,
ma non piace al senatore repubblicano John McCain, un militare
di carriera, ex candidato alla presidenza degli Stati Uniti nel
2008.
Mullen ha detto che ''e' la cosa giusta da fare'', precisando
non a caso di parlare a titolo personale, ed aggiungendo di
essere profondamente turbato da una politica che spinge la gente
a ''mentire nascondendo chi sono veramente per essere in grado
di difendere i loro concittadini''.
McCain ha difeso la politica del ''don't ask don't tell''
affermando di non vedere la necessita' di modificare
disposizioni che ''hanno funzionato per decenni con successo'',
soprattutto in un momento in cui gli Usa sono impegnati in due
guerre, in Iraq e in Afghanistan.
Un esperto, D.B.Grady, uno scrittore veterano del Vietnam
citato dal The Atlantic online, sostiene che le Forze Armate
sono pronte a porre fine alle discriminazioni sessuali, grazie
all'ottimo programma sulle pari opportunita', che ha gia' dato
buoni risultati. Inoltre, le relazioni sessuali tra persone non
sposate sono proibite in caserma e sui luoghi di combattimento.
Infine, la maggior parte degli alleati della Nato, con
l'esclusione della Turchia che proibisce apertamente
l'omosessualita', accetta i gay. Gran Bretagna, Canada e Polonia
non mettono nessun limite. (ANSA).

BRASILE: GENERALE, SOLDATI NON OBBEDISCONO A COMANDANTI GAY
(ANSA) - BRASILIA, 4 FEB - In Brasile i soldati non
obbediscono agli ordini di comandanti omosessuali: lo ha
affermato ieri nel corso di un dibattito al Congresso di
Brasilia sull'ammissione degli omosessuali nelle forze armate il
generale Raymundo Nonato de Cerqueira, membro del Supremo
tribunale militare.
''I soldati in generale non accettano di essere comandati da
un gay. Sarebbe meglio che un omosessuale cercasse un altro
settore per la sua attività lavorativa'', ha detto il generale
alla domanda rivoltagli da alcuni parlamentari di sinistra sull'
ammissione di omosessuali nelle forze armate.
''E' gia' stato provato ampiamente, in Vietnam per esempio,
che il comando in guerra richiede una serie di attributi, che il
gay tende a non avere, e percio' le truppe possono non
obbedire'', si e' spiegato il generale. E ha proseguito: ''Non
e' che io sia contro gli omosessuali, ognuno deve vivere come
gli pare. Dico solo che la vita militare, e l'esercizio del
comando in particolare, non si addicono a quel tipo di
individuo. E' meglio che si dedichi a qualcos'altro''.
Un altro alto ufficiale, l'ammiraglio Luiz Pinto, invece ha
risposto ai parlamentari dicendo: ''Non vedo problemi, purche'
il militare gay mantenga la dignita' personale e quella
dell'uniforme che indossa''. (ANSA).

ESERCITO:FISCHI A DONNE NUNZIATELLA;DIFESA, ISOLATO DISSENSO
RAGAZZE FURONO CONTESTATE DA EX ALLIEVI DURANTE GIURAMENTO
(ANSA) - ROMA, 3 FEB - La protesta di alcuni ex allievi della
scuola militare Nunziatella di Napoli, che il giorno del
giuramento fischiarono le ragazze ammesse per la prima volta
nello storico istituto militare, e' stata una ''isolata forma di
dissenso'' che la Difesa ''disapprova'' e che, comunque, ''non
interpreta il pensiero e i sentimenti del personale militare
maschile''. E' la risposta del Governo ad una interrogazione
delle senatrici Negri e Amati, del Pd, che hanno chiesto al
ministro della Difesa di sapere quali fossero le sue valutazioni
sul ''grave episodio'' avvenuto il 22 novembre scorso.
Quello fu un giorno che molti definirono ''storico'' perche',
dopo 222 anni dalla sua fondazione, la piu' antica e prestigiosa
scuola militare d'Italia e d'Europa per la prima volta e' stata
ufficialmente aperta anche alle donne. Ma ''la novita' - si
legge nell'interrogazione - evidentemente non e' stata gradita
da un nutrito gruppo di ex allievi dell'accademia che ha
manifestato il proprio dissenso riguardo alla presenza delle
giovani allieve interrompendo la cerimonia di giuramento con
fragorosi e prolungati fischi''.
Alle due senatrici - che hanno tra l'altro chiesto al
ministro quali iniziative intendesse adottare contro ogni forma
di intolleranza o ingiustificata discriminazione nei confronti
delle donne, in settori fino a poco tempo fa ad esclusivo
appannaggio degli uomini - ha risposto oggi in Commissione il
sottosegretario Giuseppe Cossiga esprimendo appunto ''un
giudizio di disapprovazione per l'isolata forma di dissenso di
pochi soggetti presenti tra il pubblico. Dissenso - ha aggiunto
- che certamente non interpreta il pensiero ed i sentimenti del
personale militare maschile, il cui approccio rispetto alla
presenza femminile e' improntato costantemente ad una totale e
matura condivisione, oltre che ad una sana e leale competizione
ed emulazione reciproca''.
''L'episodio - ha concluso il sottosegretario Cossiga - non
ha avuto alcuna ripercussione all'interno della Scuola, ma al
contrario ha suscitato sentimenti di grande solidarieta' da
parte del personale maschile nei confronti delle colleghe,
segnando, allo stesso tempo, un momento di accresciuta coesione
e di un piu' sentito spirito di corpo, ad ulteriore conferma che
la presenza delle donne in uniforme non rappresenta piu' una
novita', ma costituisce ormai un'importante realta'''. (ANSA).
 


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