MICHELE FORNICOLA ALL’ASSISE DI ROMA CRITICA IL COCER CC (“SORDO ALLE GRIDA DI DISPERAZIONE DEI COLLEGHI”) E RILANCIA SULL’IMBARAZZANTE CASO DELLA PODGORA: CHI HA ANTICIPATO VIA SMS LE DESTINAZIONI AGLI ALLIEVI CARABINIERI ISCRITTI ALL’ASSOCIAZIONE?
Pubblichiamo di seguito l’intervento di Michele FORNICOLA, delegato del Coir Carabinieri Pastrengo, all’incontro tra il Cocer dell’Arma e i Comitati di presidenza dei Coir confluenti tenutosi a Roma nei giorni 9, 10 e 11 febbraio 2010 sul seguente ordine del giorno <<Istituzione di un gruppo di lavoro sulla problematica del trattamento pensionistico”.
La seconda parte dell’intervento è dedicata al clamoroso caso dell’Associazione Carabinieri “PODGORA”, autorizzata dal ministro della Difesa ai sensi dell’art. 8 della legge 382 del 1978, venuto alla ribalta con l’interrogazione dell’on. TURCO dell’8 febbraio scorso (https://www.ficiesse.it/news.php?id=3698).
In particolare, sembra che l’iscrizione alla Podgora sia stata sollecitata da delegati del Cocer Carabinieri intervenuti a novembre del 2008 ad un incontro organizzato nella caserma De Tomaso di Roma con i trecento allievi del 125° Corso Allievi Carabinieri, che sia stata ipotizzato <<un interessamento per ottenere, magari, una maggiore attenzione già in occasione dell’assegnazione alla Sede di servizio>> e che successivamente alcuni degli allievi iscritti avrebbero ricevuto degli sms da un numero telefonico in chiaro (331.361***) con scritto “informazione dell’associazione Carabinieri in servizio Podgora, sei stato destinato in …”.
Le sottolineature del testo sono della redazione del sito.
INTERVENTO DI MICHELE FORNICOLA
“RIFORMA DELLA SICUREZZA UNIFICAZIONE FORZE DI POLIZIA”
A scanso di equivoci, desidero iniziare l’intervento parlando della recente audizione in Commissione Difesa del Senato del Generale Leonardo Gallitelli. Il nostro Comandante Generale si è detto perplesso, ed anche io lo sono, in ordine all'eventuale realizzazione di un modello di polizia unificato. Una perplessità raccolta anche dal quotidiano “Il Giornale” 4/02/10 e dal sito GrNet. Anch’io vorrei rimarcare l'inopportunità di eventuali provvedimenti volti ad introdurre un modello di polizia unificato che non tenesse conto della specificità dei carabinieri. Anch’io, come il nostro Comandante Generale, sono convinto che la Fusione con la Polizia di Stato è un problema che non si pone. E’ un argomento "più giornalistico che altro. Non è nella concretezza" ed anch’io “sono assolutamente contrario, ma è una contrarietà nell'ordine delle cose".
Sono ugualmente convinto che, come nella Polizia di Stato, siamo in assoluta convergenza di fini e di obiettivi, facciamo lo stesso mestiere ma, diversamente dal nostro Comandante Generale, penso che la "cifra distintiva" di ognuno ci ha messi di fronte a problemi seri che riguardano il benessere del personale. Quindi “il problema si pone” e penso che il ministro Maroni possa essere d'accordo anche con me.
Occorre mettere in sinergia le nostre potenzialita' per rendere un servizio piu' efficace. Il monumento inaugurato ai caduti delle forze di polizia e' il punto di partenza di un processo che bisogna rilanciare per mettere sempre di piu' a fattor comune tutte le forze di polizia. E’ necessario mettere a regime un percorso comune in modo che ognuno, nella propria specificità, possa dare il suo contributo e sono certo che il Capo della Polizia, Antonio Manganelli, potrà essere d'accordo anche con me.
Affrontare il problema della sicurezza, della politica della sicurezza, è un atto di responsabilità verso il Paese di cui siamo parte integrante e nei confronti dell’Europa. Non dobbiamo tuttavia dimenticarci che il problema va affrontato partendo proprio dagli operatori che quotidianamente agiscono nell'interesse esclusivo dello Stato che sono pronti anche all'estremo sacrificio per difendere le Istituzioni.
Per questi motivi, sono convinto sia necessaria un’unica regia in grado di razionalizzare le risorse economiche ed organiche migliorando gli aspetti delle tutele e della dignità a vantaggio delle condizioni di vita dei diretti interessati ovvero gli “operatori sul territorio”. E’ necessario ottenere un rilancio dell’attenzione per il miglioramento qualitativo della vita professionale, ricomponendo quel saggio equilibrio tra esigenze istituzionali e bisogni personali e familiari. E necessario restituire centralità alla risorsa umana all'interno della nostra famiglia.
SITUAZIONE
La progressiva carenza di effettivi (oggi pari a circa 6.400 unità), fronteggiata attraverso un intenso sforzo di razionalizzazione dell'apparato logistico e amministrativo ha comportato, negli anni, problemi di EQUILIBRIO E SERENITA’ NELLE ATTIVITA’ ISTITUZIONALI conseguentemente, da parte di alcuni comandanti, si è persa quella capacità di percepire ed intuire situazioni di disagio.
La carenza di un giusto riconoscimento del ruolo della Rappresentanza che ha percepito anche il Capo di Stato Maggiore della Difesa nel marzo 2005, non è ancora stato colmato almeno per quanto riguarda il ruolo affidato agli Organismi di base ed intermedi.
Proprio per questi motivi credo sia necessario verificare, in attesa dell’auspicata riforma della Rappresentanza Militare, la possibilità di poter riacquistare quella capacità di ricezione ed analisi delle situazioni di disagio attraverso un’Assise a Roma, nel pieno rispetto della normativa vigente ed in nome di quell’esercizio di alta responsabilità di ogni comandante. Occasione unica per misurare il grado di serenità nelle unità e nei reparti anche ai minori livelli.
Soprattutto affinché, in futuro, nessun Comandante debba registrare una giornata amara come quella che il Generale Siazzu, ha vissuto durante l’ultima assise della Rappresentanza Militare nell’ormai lontano 2006.
RAPPRESENTANZA MILITARE
Non credo si possa mettere in dubbio il proficuo e costante dialogo fra il Comandante Generale ed il CoCeR al quale, tuttavia, non è possibile riconoscere la capacità di ricezione ed analisi delle istanze dei militari. Solamente la convinta disponibilità a collaborare con il comando affiancato, è riconoscibile con piena unità d'intenti. Unità che certamente potrà essere garantita se, come sostiene l’Arma dei Carabinieri, le istanze di riforma attualmente all'attenzione del legislatore escluderanno qualsiasi ipotesi associazionistica esterna. Personalmente sono contrario, ma è una contrarietà nell'ordine delle cose.
CONCERTAZIONE
Se è vero che siamo in assoluta convergenza con la Polizia di Stato per fini ed obiettivi; se è vero che facciamo lo stesso mestiere, a maggior ragione quando siamo di fronte a problemi importanti che riguardano il benessere del personale ci dovrebbe essere la massima convergenza possibile anche sugli argomenti oggetto di concertazione/contrattazione. Il CoCeR/CC, diversamente, si è saputo distinguere nell’attività assumendo posizioni troppo spesso incerte ed isolate dalla propria base e dal resto dei sindacati di polizia. La minore capacità di informare lascia trasparire una posizione rinunciataria che, sono convinto, inevitabilmente danneggerà l’intero comparto sicurezza.
Gli argomenti di cui ci dovremo occupare e per i quali è necessario il vostro parere sono davvero troppo importanti per il nostro futuro, ma anche per il futuro dei colleghi che sono recentemente entrati a far parte della nostra “famiglia”. Una responsabilità che certamente farà sentire il suo peso in futuro.
Vorrei condividere ora con quest’Assemblea una vicenda curiosa che riguarderebbe alcuni delegati di questo CoCeR.In risposta a specifica interrogazione parlamentare, il Ministro della difesa Ignazio Larussa ha ricordato che il 3 agosto 2007, si è proceduto alla revoca dell'assenso alla costituzione dell'associazione Carabinieri in servizio «Pastrengo». Le ragioni sottese a detta revoca sarebbero individuabili anche nella possibile deriva sindacale del sodalizio, con particolare riferimento ad una riunione tenutasi a Brescia dal sottoscritto nella mia qualità di segretario provinciale che ha riunito il congresso per l’elezione avvenuta in data 4 ottobre 2005, ove, peraltro, erano presenti anche rappresentanti sindacali della Polizia di Stato (il segretario provinciale del SIULP) e nella quale è stata sollecitata la raccolta d'iscrizioni per la costituzione di uno «strumento democratico di rappresentanza militare realmente efficace». Secondo l’attuale Ministro della difesa è di tutta evidenza che la questione della eccepita deriva sindacale dell'Associazione «Pastrengo» assuma una connotazione del tutto peculiare, proprio con riferimento al potere di sindacato che la legge n. 382 del 1978 riconosce all'amministrazione della difesa nel prevedere l'assenso, ex articolo 8, alla costituzione di associazioni tra militari.
Oggi, risulterebbe che il Maresciallo AsUPS Mola, l’Appuntato Scelto Giuseppe La Fortuna oltre ad essere Delegati della Rappresentanza Militare al CoCeR Carabinieri siano rispettivamente anche socio fondatore e presidente di una nuova Associazione Carabinieri in servizio “Podgora” che ha ottenuto l’assenso da parte del Ministro della difesa il giorno 07 aprile 2009.
Nel Sodalizio ci sarebbero anche altri delegati del CoCeR Carabinieri fra i quali il Brigadiere Tarallo e l’Appuntato Faggiano. Circa un mese prima del termine del 125° corso allievi carabinieri (iniziato il giorno 24/11/2008 e terminato il 18/11/2009) a Roma, presso l’aula magna della Caserma “Orlando De Tomaso”, i due delegati Faggiano e Tarallo avrebbero riunito, verosimilmente d’intesa con i vertici della Scuola Allievi, circa 300 allievi componenti le due compagnie per parlare dell’Istituto della Rappresentanza Militare. I delegati CoCeR si sarebbero occupati anche di situazioni di particolare disagio personale o famigliare degli allievi ipotizzando un interessamento per ottenere, magari, una maggiore attenzione già in occasione dell’assegnazione alla Sede di servizio. Pare che durante l’incontro organizzato per illustrare i temi di cui si occupa la Rappresentanza Militare sia stata pubblicizzata, fra altre, l’anzidetta Associazione Podgora descrivendone, tra gli obiettivi, anche quello di poter intervenire meglio in favore degli iscritti. Ad eventuale conferma del tipo di approccio che sarebbe stato sostenuto dagli anzidetti delegati CoCeR con gli allievi carabinieri, vi sarebbero alcuni SMS inoltrati nei giorni successivi da un cellulare n. 331361*** con scritto “informazione dell’associazione Carabinieri in servizio Podgora, sei stato destinato in __________”. Sarebbero almeno un centinaio gli allievi che si sono iscritti all’Associazione CC in servizio Podgora compilando uno specchio che sarebbe stato consegnato e restituito firmato quello stesso giorno.
Nella descrizione dei fatti narrati, sarebbe possibile trovare delle analogie nel disegno dei promotori dell'Associazione «Podgora» ovvero di assumere una posizione alternativa rispetto agli organismi della rappresentanza militare. Al riguardo, qualora riscontrate le informazioni raccolte, va sottolineato come risulterebbe palese il progetto coltivato dai promotori dell'Associazione di rendere la stessa un soggetto alternativo agli attuali organismi della rappresentanza militare, ai quali la stessa legge n. 382 del 1978 conferisce il mandato rappresentativo del personale militare, peraltro circoscrivendolo a specifiche e ben delimitate materie di competenza. In tale quadro, la volontà da parte dell'Associazione «Podgora» di passare dalla forma statutaria (autorizzata dal Ministero della difesa, in quanto priva del carattere della sindacalità) verso una che parrebbe di carattere diverso, addirittura concorrenziale rispetto al sistema della rappresentanza militare, avrebbe come dichiarato scopo quello di acquisire quella concreta valenza sindacale che il più volte richiamato articolo 8 della «legge sui princìpi» vieta in assoluto come ricordato, anche se in maniera a volte contradittoria, da alcuni delegati delegati del CoCeR/CC. Mi sembrerebbe comunque doveroso, da parte del CoCeR/CC e da parte del Comandante affiancato ovvero il Comandante Generale Leonardo Gallitelli che si facesse chiarezza sulle dinamiche che hanno permesso l’assenso all’Associazione Carabinieri in servizio “Podgora” in particolare all’attuale sussistenza dei requisiti indicati nello statuto e se la natura delle attività svolte, con particolare riferimento alla riunione avvenuta nella Scuola Allievi Carabinieri a Roma, sia stata eventualmente portata a conoscenza dell’Autorità Istituzionale competente ovvero il Ministro della Difesa Ignazio Larussa.
Vorrei concludere rivolgendomi al Cocer/CC mai abbastanza consapevole delle crescenti situazioni di disagio che stanno caratterizzando la vita dell’Arma. In questi giorni, nel silenzio più assordante, è stato stabilito che quelle situazioni che comunemente vengono definite “Mobbing” per noi non possono esistere perché, in buona sostanza, non può esservi nessun organismo di controllo in quanto non vi è una norma che lo preveda. Si desume che il Mobbing non può esistere all’interno delle Forze armate perché non è previsto dalle norme contrattuali e da quella contrattazione che, a differenza della supplica concertativa, solo le organizzazioni sindacali possono svolgere.
Ecco, cari colleghi: questi sono i risultati, la conseguenza di un Cocer creato per essere fine a se stesso, sordo alle grida di disperazione dei propri colleghi, cieco davanti ai lutti, distratto davanti alle possibili responsabilità (vorrei ricordare Nassirya) ma attento, molto attento quando si tratta di curare i propri interessi.
Lasciatemi chiudere con un significativo pensiero di Valéry: “La politica è l'arte di impedire alla gente di impicciarsi di ciò che la riguarda.”
MICHELE FORNICOLA
Delegato nel Comitato di Presidenza
Coir Carabinieri Pastrengo