P.A.: OBBLIGO CARTELLINO CON NOME DIPENDENTE - GAY IN DIVISA: ISRAELE DA' LEZIONE AGLI USA - FISCO: CGIA, IN 10 ANNI +1500% ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF
P.A.: DA DOMANI OBBLIGO CARTELLINO CON NOME DIPENDENTE/ANSA
GARANTE PRIVACY, OK MA VIGILEREMO;CGIL, UTILE MA VEDREMO DEROGHE
(di Lucia Manca)
(ANSA) - ROMA, 12 FEB - L'impiegato pubblico dietro lo
sportello d'ora in poi ci pensera' due volte prima di essere
svogliato e scortese con il cittadino al di la' del vetro.
Scatta da domani, infatti, l'obbligo per il personale a
contatto con il pubblico di avere un cartellino identificativo
con il proprio nome e cognome. In alternativa si potra' esporre
sulla scrivania una targa con il nominativo. Una disposizione
gia' prevista in passato, ma non sempre applicata tranne che
nella sanita', dove in molti casi e' gia' operativa: ora il
ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta,
intende farla rispettare tanto da averla scritta nella riforma
'antifannulloni' che porta il suo nome e che ha tra le parole
d'ordine, appunto, la 'trasparenza'. Il provvedimento, in vigore
da meta' novembre, fa decorrere l'obbligo di esposizione del
cartellino dopo novanta giorni. Non ci sara' una sanzione
diretta e immediata se non sara' rispetto l'obbligo, precisa il
ministero, ma ci sara' la responsabilita' del dirigente che,
eventualmente, potra' essere sanzionato secondo le norme
generali previste dalla legge Brunetta e i contratti collettivi.
Va detto, tuttavia, che la riforma esclude dall'obbligo del
cartellino identificativo alcune categorie, per il tipo di
compiti loro attribuiti, che saranno individuate da ciascuna
amministrazione. Per questo saranno necessari uno o piu' decreti
del presidente del Consiglio o del ministro della Pubblica
Amministrazione su proposta del ministro competente. In
particolare, per le amministrazioni non statali sara' necessario
il via libera della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza
Stato-citta' e autonomie locali. Il ministero ha gia' richiamato
le amministrazioni alla sua osservanza e a indicare le categorie
che andranno escluse.
La norma riceve un sostanziale via libera dal Garante per la
Privacy: si tratta di ''una scelta del legislatore e il Garante
ne prende atto'', dice il presidente dell'Autorita', Francesco
Pizzetti, annunciando la prossima adozione di nuove linee guida
sulla trasparenza nelle pubbliche amministrazioni. ''Precise
indicazioni - spiega - che si sono rese necessarie considerando
che la riforma Brunetta parte dal presupposto che tutto deve
essere conoscibile, tranne quello che dev'essere riservato''.
Secondo il Garante, ''e' una scelta che premia il principio di
pubblicita', si considera l'amministrazione come un servizio e
solo residualmente come un esercizio di potere. Prendiamo atto
del rovesciamento del principio precedente che si basava,
invece, sulla non conoscibilita' e forniremo le nostre
valutazioni e il nostro contributo, vigilando sul rispetto delle
norme''.
Alla disposizione non e' contraria neanche la Cgil: ''e' una
generalizzazione di una norma che in alcuni casi gia' si applica
- afferma il responsabile settori pubblici della Cgil, Michele
Gentile - e' sicuramente utile per la trasparenza ma spero non
si tratti del secondo tempo della campagna antifannulloni del
ministro Brunetta. A questo punto, tuttavia, siamo curiosi di
conoscere quali saranno le deroghe previste dalla legge''.
(ANSA).
P.A.: OBBLIGO CARTELLINO, COME FUNZIONA ALL'ESTERO/SCHEDA
(VEDI ''P.A.: DA DOMANI OBBLIGO...'' DELLE 10.15
(ANSA) - ROMA, 12 FEB - L'Italia rispetto ad altri pesi
arriva con ritardo all'obbligo del cartellino identificativo per
gli impiegati pubblici a contatto con i cittadinI. E' il caso
della Spagna, ma soprattutto del Giappone dove, quando si entra
in un ufficio, si e' anche 'coccolati' e accolti addirittura con
un ''grazie per essere venuti''. Ci sono, tuttavia, nazioni dove
il cartellino, pur non essendo un obbligo normativo, e'
abbastanza comune e altre, invece, dove non viene proprio usato.
D'altronde pure da noi era stato previsto gia' in passato, ma
finora e' stato per lo piu' disapplicato.
* STATI UNITI. Non esiste una legge federale che impone ai
funzionari statali in contatto col pubblico di segnalare la
propria identita' con una targhetta o un badge. La pratica,
tuttavia, e' abbastanza comune, spesso regolata da provvedimenti
locali. Qualche esempio: a New York i poliziotti hanno sulla
camicia o sul giubbotto una targhetta in ottone con nome e
cognome: spesso di origine italiana o irlandese. Lo stesso
discorso vale per gli impiegati delle Poste, le Usps, che sono
in contatto diretto con il pubblico.
* GRAN BRETAGNA. Ogni ministero prende le sue decisioni
autonome per quel che riguarda il nome e la fotografia sul
cartellino di riconoscimento per i propri dipendenti, che siano
o meno a contatto con il pubblico. Ad esempio, al ministero
degli Esteri chiunque si muova all'interno ha un pass di
riconoscimento con foto. Non hanno alcun cartellino di
riconoscimento, invece, i dipendenti del servizio sanitario
nazionale, come le segretarie che prendono appuntamenti
all'ingresso degli ambulatori.
* FRANCIA. Lo Statuto generale dei funzionari dello Stato e
degli Enti Locali non prevede l'obbligo del cartellino
nominativo. Si richiede, tuttavia, la massima trasparenza
ASsieme al dovere di soddisfare le richieste di informazioni
dell'utenza.
* GERMANIA. In Germania non c'e' una legge che obbliga i
dipendenti pubblici a portare un cartellino con il proprio nome.
La scelta e' a discrezione dei Comuni. I dipendenti delle Poste
di Berlino, ad esempio, hanno il cartellino con il solo cognome.
* GIAPPONE. Nel Paese del Sol Levante, noto anche per la
cortesia della sua popolazione, la targhettina e' una regola
ferrea. Gli uffici pubblici e il personale che ci lavora sono a
disposizione del cittadino-cliente che viene ringraziato sempre
e comunque e che riceve un'assistenza preliminare non appena
mette piede nell'ufficio per poi essere indirizzato allo
sportello giusto per la sua pratica. (ANSA).
GAY IN DIVISA: ISRAELE DA' LEZIONE AGLI USA / ANSA
AMMIRAGLIO MULLEN IN VISITA, DA 1993 'TSAHAL' CONTRO PREGIUDIZI
(di Aldo Baquis).
(ANSA) - TEL AVIV, 14 FEB - Oltre alla ''cooperazione
bilaterale'', alle ''comuni sfide regionali'' e alla necessita'
di contenere la corsa di Teheran al potenziale nucleare il capo
degli stati maggiori riuniti degli Usa ammiraglio Mike Mullen -
che inizia oggi una visita a Tel Aviv - discutera' con il suo
collega israeliano generale Gaby Ashkenazi un argomento non meno
assillante: l'atteggiamento da mantenere verso i militari che si
professano omosessuali. Un tema su cui 'Tsahal' (acronimo delle
forze armate israeliane) crede di poter salire in cattedra.
In questi giorni a Washington la questione e' di grande
attualita'. Da un lato il presidente Barack Obama vorrebbe
superare la formula puritana: 'Non chiedere - Non dire', che
esorcizza il problema celandolo dietro una spessa cortina di
riserbo. D'altra parte i vertici militari statunitensi non
sembrano gradire aperture. All'interno di queste tensioni ogni
anno - stima il quotidiano Haaretz - fra 700 e mille militari
(uomini e donne) sono cosi' obbligati a lasciare le forze armate
statunitensi appena resa pubblica la propria omosessualita'.
Un'emorragia a cui i responsabili militari Usa vorrebbero ora
far fronte.
Proprio a Tel Aviv, argomenta il giornale, l'ammiraglio
Mullen potrebbe trovare risposte utili alla amministrazione
Obama. ''Gli Stati Uniti sbagliano quando si basano sulla
formula 'Non chiedere - non dire' '' ha osservato di recente il
direttore della rivista militare israeliana 'Bamahane', maggiore
Yoni Schoenfeld. ''Le preferenze sessuali non devono essere
oggetto di vergogna o di segreto, nemmeno nelle forze armate. E'
difficile sopportare un servizio militare in cui si debba
custodire un segreto''.
Arruolatosi nel 1994, Schoenfeld afferma di aver scoperto
gradualmente la propria omosessualita' proprio durante il
servizio militare. La sua carriera, dice, non ne ha risentito.
Fra i comandanti e i compagni ha trovato comprensione ed
incoraggiamento. Fra l'altro e' stato corrispondente di guerra
per la radio militare e comandante della unita' di elite
'Maglan'. Non e' escluso, prevede Haaretz, che sia chiamato ad
incontrare l'ammiraglio Mullen.
Dal 1993 'Tsahal' ha deciso di assumere un atteggiamento
liberale verso la omosessualita' fra i suoi militari, uomini e
donne. I risultati, affermano i suoi responsabili, sono piu' che
soddisfacenti. Al sito omosessuale israeliano 'GoGay' un
ricercatore sociale, il dottor Eyal Gross, ha confermato che da
allora nell'esercito i fenomeni di omofobia sono andati
costantemente calando, in parallelo con la maggiore tolleranza
che ha preso piede nella societa' laica israeliana. Alcune
unita' militari si sono ormai fatte fama di essere
particolarmente idonee alle necessita' degli omosessuali.
Eppure non e' detto, secondo Gross, che il futuro sia roseo. Il
processo di emancipazione dei gay dovra' misurarsi, avverte, con
un nuovo fattore di opposizione: il rabbinato militare, che
negli ultimi anni sta guadagnando potere. (ANSA).
FISCO: CGIA, IN 10 ANNI +1500% ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF
DA 26 A 104 EURO ESBORSO CONTRIBUENTI; LIGURIA AL TOP, 133 EURO
(ANSA) - VENEZIA, 13 FEB - L'addizionale comunale Irpef ha
registrato un aumento esponenziale del gettito, +1566%, nei
primi dieci anni di applicazione, passando dai 156 milioni di
euro del 1999 ai 2,6 miliardi di euro del 2008. Lo afferma
un'indagine realizzata dall'ufficio studi della Cgia di Mestre.
Nel primo anno di applicazione, l'addizionale comunale Irpef
aveva garantito 156 milioni di euro ai circa 2.400 Comuni (30%
del totale) che per primi l'avevano adottata. Nel 2008 i Comuni
che se ne sono avvalsi sono stati 6.100 circa (75,7% del totale)
e questa applicazione ha assicurato un gettito complessivo di
circa 2,6 mld di euro.
In termini economici - sia a fronte dell'aumento dei Comuni
che hanno adottato l'imposta locale sia per l'incremento delle
aliquote - ciascun contribuente italiano, afferma la Cgia, ha
dovuto corrispondere un importo medio passato in 10 anni da 26 a
104 euro.
I Comuni che applicano l'addizionale Irpef sono precisamente
6.132. Sul piano economico, i piu' tartassati sono i cittadini
liguri con un ''peso'' medio di circa 133 euro.(segue).
FISCO: CGIA, IN 10 ANNI +1500% ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF (2)
(ANSA) - VENEZIA, 13 FEB - Seguono i contribuenti marchigiani
e i laziali con un dato medio pari a 126 euro e gli
emiliano-romagnoli con 109 euro. Chiudono la classifica i
valdostani con 66 euro ed i residenti del Trentino Alto Adige
che mediamente versano 49 euro. In termini percentuali sono le
Marche (97,5% del totale) a presentare il piu' alto numero di
Comuni che hanno adottato l'addizionale Irpef, seguite da Lazio
(92,6%), Veneto (91%) e Emilia Romagna (90,8%). Chiudono la
classifica la Sardegna (38,2%), il Trentino Alto Adige (5%) e la
valle d'Aosta (2,7%).
In riferimento all'aliquota effettivamente applicata, sono
sempre le Marche (pari a 0,586) ad essere sul gradino piu' alto
del podio, seguite da Lazio (0,537) e Liguria (0,524). Anche in
questo caso chiudono la graduatoria il Trentino Alto Adige
(0,262) e la Valle d'Aosta (0,225).
''E' chiaro - commenta Giuseppe Bortolussi segretario della
Cgia di Mestre - che bisogna accelerare verso il compimento
della riforma federalistica. Obbiettivo indispensabile per
ridurre la spesa pubblica improduttiva attraverso una maggiore
responsabilizzazione ed autonomia finanziaria dei centri di
spesa locale. Operazione che, una volta realizzata, comportera'
la conseguente riduzione del carico fiscale eccessivamente
pesante sui contribuenti italiani e una riduzione dei forti
squilibri oggi esistenti tra Nord e Sud del paese e tra regioni
a Statuto ordinario e quelle a Statuto speciale''. (ANSA).