INCHIESTA RIMINI YACHT, ARRESTATI QUATTRO FINANZIERI. AI DOMICILIARI. PER L'ACCUSA FECERO VERIFICA 'ADDOMESTICATA'. PROCURA, TOTALE FIDUCIA IN GDF. DIFESA DI GIOVANNI, PROVEREMO ESTRANEITA'. DOMANI I PRIMI INTERROGATORI DI GARANZIA DEGLI ARRESTATI
mercoledì 15 dicembre 2010
INCHIESTA RIMINI YACHT, ARRESTATI QUATTRO FINANZIERI
AI DOMICILIARI. PER L'ACCUSA FECERO VERIFICA 'ADDOMESTICATA'
(ANSA) - BOLOGNA, 14 DIC - In cambio di denaro avrebbero
messo in piedi una verifica fiscale ''addomesticata'' per
nascondere lo stato di insolvenza della Rimini Yacht, societa'
poi fallita e oggi al centro di due indagini a Bologna, sulla
bancarotta, e Rimini, sul fatto che decine di imbarcazioni sono
state cedute a piu' proprietari con immatricolazioni fittizie.
Per l'accusa la 'certificazione' dei conti in regola avrebbe
permesso di avere rapporti con le banche, o anche di vendere la
stessa societa'.
Per quella verifica 'ammorbidita' due tenenti colonnelli e
due marescialli della Guardia di Finanza di Bologna sono agli
arresti domiciliari. E' l'ennesimo passo di un'indagine segnata
a luglio dal suicidio dell'ex generale della finanza Angelo
Cardile (membro del cda di Rimini Yacht e considerato il tramite
tra societa' e investigatori 'infedeli'). Cardile si sparo'
mentre i finanzieri che indagavano su lui e sui colleghi gli
perquisivano casa.
Agli ufficiali Enzo Di Giovanni, 45 anni, e Massimiliano
Parpiglia, 40, e ai due marescalli, entrambi 40 anni (tutti al
tempo dei fatti contestati al nucleo di polizia tributaria, da
luglio trasferiti ad incarichi non operativi) i colleghi hanno
notificato le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip
Pasquale Gianniti su richiesta del pm Antonella Scandellari.
Ordinanza di custodia, ma in carcere, anche il presidente della
Rimini Yacht, Giulio Lolli, 45 anni, che pero' e' irreperibile
da maggio. Domiciliari pure per due consulenti della societa',
il ragioniere Alberto Carati, 42 anni, e il commercialista
Giorgio Baruffa, 60 anni. Altre quattro persone sono indagate a
piede libero. Per i sette l'accusa e' corruzione, finalizzata
alla rivelazione di segreto d'ufficio. L'indagine e' stata
portata avanti dalla stessa Guardia di Finanza cui la procura,
attraverso il procuratore aggiunto Valter Giovannini, ha
rinnovato ''la totale fiducia''.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, nel 2008 era gia'
chiaro agli amministratori che la societa' non navigava in buone
acque. Lolli e consulenti si accordarono quindi, grazie a
Cardile, con gli ufficiali per far fare la verifica. I due
riuscirono ad inserire l'azienda nella programmazione dei
controlli, Di Giovanni nomino' Parpiglia direttore
dell'accertamento, e insieme individuarono i due marescialli per
la verifica 'controllata'. I finanzieri comunicarono addirittura
alla societa' la data di inizio dei controlli.
Tutto per denaro: secondo l'accusa ci fu una ''promessa
accettata'' di 200-300 mila euro. Il pm ritiene che ne siano
transitati solo 100 mila, ma prove certe del passaggio del
denaro non ce ne sono. Il gip, pero' ha accolto la ricostruzione
della procura (con intercettazioni, accertamenti e
testimonianze) ritenendo che ci sia la 'prova logica' del
passaggio. Ma ci furono anche cene assieme in ristoranti, e un
orologio Cartier da 7.000 euro dato a Parpiglia.
Grazie a quei soldi, per l'accusa, gli indagati 'non videro'
nella sede operativa bolognese della societa' (costituita ad hoc
perche' quella riminese era in realta' un appartamento di Lolli)
una cassetta piena di matrici di assegni verso banche del
Titano, non segnalarano prove dell'appropriazione indebita di
due barche, non videro un giro di false fatture. Oltre alla
corruzione, la procura bolognese competente sulla bancarotta
(Rimini indaga invece sulla doppia vendita imbarcazioni) imputa
a Lolli anche la bancarotta per distrazione in concorso con i
quattro indagati a piede libero per 5,38 milioni e con Baruffa
per 380 mila euro. (ANSA).
INCHIESTA RIMINI YACHT; PROCURA, TOTALE FIDUCIA IN GDF
(ANSA) - BOLOGNA, 14 DIC - ''La fiducia che la Procura di
Bologna aveva ed ha nei confronti della Guardia di Finanza non
e' mai venuta a meno''. Cosi' il procuratore aggiunto di Bologna
Valter Giovannini dopo che quattro finanzieri sono stati messi
agli arresti domicialiari nell'ambito dell'inchiesta sulla
Rimini Yacht, che oggi registra l'emissione di complessive sette
ordinanze di custodia. Al fianco del magistrato, in una
conferenza stampa nella caserma della Gdf alla Ponticella di San
Lazzaro di Savena, il generale di brigata Giancarlo Pezzuto,
comandante delle fiamme gialle bolognesi.
Giovannini ha spiegato che le sue parole rispecchiavano la
volonta' della procura, del procuratore capo Roberto Alfonso
come della collega titolare dell'inchiesta Antonella
Scandellari, di rappresentare la ''totale fiducia nella Gdf'', i
cui investigatori hanno portato avanti in questi mesi
l'indagine.
''Oggi siamo doppiamente protagonisti - era stata la premessa
del generale - in negativo ma anche, mi sia consentito,
nell'effettuazione delle indagini in stretta collaborazione con
la Procura. Il fatto di essere qui, in 'casa' della Guardia di
finanza, ha per noi un grande valore simbolico''. (ANSA).
RIMINI YACHT: DIFESA DI GIOVANNI, PROVEREMO ESTRANEITA'
DOMANI I PRIMI INTERROGATORI DI GARANZIA DEGLI ARRESTATI
(ANSA) - BOLOGNA, 14 DIC - ''Nell'interrogatorio il mio
assistito rendera' tutti gli elementi del caso e sapra'
dimostrare la sua assoluta estraneita' ai fatti''. Cosi' l'avv.
Vincenzo Cinque, che tutela il tenente colonnello della Guardia
di Finanza Enzo Di Giovanni, finito agli arresti domiciliari nel
filone bolognese dell'indagine sulla Rimini Yacht.
L'interrogatorio e' stato fissato, ha spiegato, per giovedi'.
''Rispettiamo il provvedimento del gip e l'iter logico che vi
sta alla base - ha detto - ma forse la realta' e' diversa da
quello che sembra, e riteniamo di poter fornire, prima davanti
al gip poi al riesame, documenti che provino la specchiata
onesta' del colonnello in questa vicenda''.
La custodia cautelare viene giudicata una misura
''intempestiva'' dall'avv. Stefano Bordoni, che difende uno
degli amministratori della Rimini Yacht, Alberto Carati, che
sara' sentito domani dal Gip (quando e' previsto anche
l'interrogatorio di garanzia di uno degli altri indagati,
Giorgio Baruffa). La misura, ha spiegato il legale, ''e' stata
chiesta a novembre per fatti divenuti oggetto di indagine da
giugno. Francamente non mi sembra che siano successe cose gravi
dopo l'interrogatorio davanti al pm del mio assistito, il 16
giugno''. In quella occasione, ha aggiunto Bordoni, l'indagato
aveva spiegato che era stato in un certo modo indotto ad
assumere la qualifica di amministratore, incarico di cui poi si
era spogliato successivamente.
Nessun commento invece dall'avv. Antonio Petroncini che
difende Giulio Lolli, il presidente della Rimini Yacht tutt'ora
irreperibile. Il legale attende che gli sia notificata l'
ordinanza (dopo la mancata esecuzione della notifica all'
interessato, Lolli potra' essere dichiarato formalmente
'latitante', ndr) per poter accedere agli atti del procedimento
e dare una valutazione. (ANSA).