INCHIESTA RIMINI YACHT: UFFICIALI GDF NON RISPONDONO A GIP. AI DOMICILIARI SECONDO SOTTUFFICIALE. GIP, ALTRI CONTROLLI COOP E MERCATONE. FURONO ESEGUITI DA UFFICIALI GDF ORA ACCUSATI DI CORRUZIONE
giovedì 16 dicembre 2010
INCHIESTA RIMINI YACHT: UFFICIALI GDF NON RISPONDONO A GIP
AI DOMICILIARI SECONDO SOTTUFFICIALE, DOMANI DA GIUDICE
(ANSA) - BOLOGNA, 15 DIC - Si sono avvalsi della facolta' di
non rispondere, all'interrogatorio di garanzia davanti al Gip di
Bologna Pasquale Gianniti, Enzo Di Giovanni, 45 anni, e
Massimiliano Parpiglia, 40, i due tenenti colonnelli della
Guardia di Finanza del capoluogo emiliano finiti agli arresti
domiciliari con l'accusa di aver ricevuto denaro in cambio di
una verifica fiscale ''addomesticata'' per nascondere lo stato
di insolvenza della Rimini Yacht, societa' poi fallita e oggi al
centro di due indagini. L'accusa e' corruzione, finalizzata alla
rivelazione di segreto d'ufficio.
''Ci siamo avvalsi della facolta' di non rispondere - ha
spiegato dopo essere stati davanti al Gup l'avvocato Alberto
Bova, che difende Parpiglia - appena avremo la possibilita' di
consultare gli atti ci faremo interrogare dal Pm per chiarire la
nostra posizione. Abbiamo intanto presentato una istanza al
tribunale del riesame''. Sia Parpiglia che Di Giovanni si sono
comunque presentati davanti al giudice. Hanno invece risposto
alle domande del Gup il ragioniere Alberto Carati, 42 anni, e il
commercialista Giorgio Baruffa, 60 anni, consulenti della Rimini
Yacht, anche loro ai domiciliari, e Luigi Giannetti, uno dei due
marescialli della finanza per i quali il Gip ha deciso la stessa
misura degli arresti in casa. L'altro maresciallo, Felice
Curcio, era all'estero quando sono state eseguite le ordinanze
di custodia richieste dal Pm Antonella Scandellari, oggi
presente agli interrogatori, ed e' stato arrestato ieri sera al
rientro. Verra' sentito domani dal Gip.
''Al maresciallo Felice Curcio - ha spiegato il difensore,
avv.Patrizio Orlandi - viene applicata l'ordinanza, che ha
scadenza il 15 marzo, perche' verrebbe ravvisato un concreto
pericolo di inquinamento probatorio. Quello che devo rilevare e'
che nella corposa ordinanza si parla di tutta un serie di
argomenti che sono gia' stati ampiamente trattati
nell'interrogatorio di Curcio del 9 luglio. Noi andremo dal Gip
a cercare di rispondere in maniera assolutamente precisa, ma gli
argomenti sono gli stessi di luglio. Valuteremo poi se ricorrere
al Tribunale della liberta'. Dovremo vedere anche gli atti che
sono in deposito a suffragio dell'ordinanza di custodia, ma
francamente non ravviso elementi giuridicamente rilevanti per
sostenere oggi il pericolo di inquinamento probatorio''.
Oltre ai sei arresti domiciliari c'e' anche un'ordinanza di
custodia in carcere per il presidente della Rimini Yacht, Giulio
Lolli, 45 anni, che pero' e' irreperibile da maggio.
Per l'accusa la 'certificazione' dei conti in regola avrebbe
permesso alla Rimini Yacht di avere rapporti con le banche, o
anche di vendere la stessa societa'.
L'indagine e' stata segnata a luglio dal suicidio dell'ex
generale della Finanza Angelo Cardile (membro del cda di Rimini
Yacht e considerato il tramite tra societa' e investigatori
'infedeli'). Cardile si sparo' mentre i finanzieri che
indagavano su lui e sui colleghi gli perquisivano casa.
Altre quattro persone sono indagate a piede libero. L'
indagine e' stata portata avanti dalla stessa Guardia di
Finanza. (ANSA).
INCHIESTA RIMINI YACHT: GIP, ALTRI CONTROLLI COOP E MERCATONE
FURONO ESEGUITI DA UFFICIALI GDF ORA ACCUSATI DI CORRUZIONE
(ANSA) - BOLOGNA, 15 DIC - Il gip di Bologna Pasquale
Gianniti chiede di approfondire la correttezza delle verifiche
fiscali su Coop Italia e Mercatone Uno condotte dai due
ufficiali della Guardia di Finanza accusati di corruzione e
finiti ieri agli arresti domiciliari nell'inchiesta sulla
societa' Rimini Yacht, nell'ipotesi che avessero fatto un
controllo 'addomesticato' in cambio di mazzette.
''Con riferimento alla verifica fiscale alla Coop Italia
scarl - scrive il giudice nell'ordinanza di custodia - della
quale Parpiglia e Digiovanni (i tenenti colonnello arrestati,
ndr) hanno parlato approfonditamente nel corso di una telefonata
del 14 giugno 2010, occorre controllare se sia stata svolta
correttamente o meno e quali siano stati i vantaggi tratti dai
due nel caso in cui sia accerti la scorretta conduzione''.
Stando alle risultanze delle indagini, accolte dal Gip, i due
ufficiali sono in stretti rapporti con un imprenditore della
commercializzazione di parafarmaci e abbigliamento. ''Dalle
varie telefonate si palesa che i due stanno sfruttando la
verifica fiscale in corso alla Coop Italia per stabilire canali
privilegiati'' tra l'imprenditore e i vertici delle cooperative
''in modo da agevolare la commercializzazione negli ipermercati
Coop dei suoi prodotti di abbigliamento''. Il giudice nella
ordinanza ricorda che uno degli altri arrestati, il
commercialista ferrarese Giorgio Baruffa, in un'intercettazione
definisce Massimiliano Parpiglia, scherzando, ''uomo Coop''.
Sempre nella ordinanza il gip ricorda che in alcune e-mail lo
stesso imprenditore chiede a Enzo Digiovanni ''di intercedere
con Umberto Cenni, patron della Mercatone Uno, sempre per
agevolare la commercializzazione dei suoi prodotti di
abbigliamento''. Per il gip proprio in considerazione
dell'attivita' ispettiva fatta dal gruppo diretto da Digiovanni
nei confronti della Mercatone Uno ''occorre verificare
appronditamente il rapporto di amicizia e di affari che
intercorre tra Digiovanni, Parpiglia, l'imprenditore e Umberto
Cenni, emerso da alcune mail''. Il gip chiede di approfondire la
correttezza delle verifiche anche in altre due aziende. (ANSA).