MAXI FURTO DI BUONI PASTO AL COMANDO DELLA FINANZA DI GENOVA, SPARITI 5MILA EURO DAL CASSETTO. TURNI RIDOTTI DI UN'ORA PER LE CONSEGUENZE DEL BLITZ (Il Secolo XIX)
Il Secolo XIX
mercoledì 19 gennaio 2011
Cronaca di Genova,
pagina 25
GRAZIANO CETARA
CHI HA OSATO sapeva dove mettere
le mani e non ha avuto troppo
tempo per agire. Conosceva la scrivania
che custodiva il tesoretto, e
anche il periodo nel quale sarebbe
stato lì, a portata di mano, e senza
alcun giro di chiave a proteggerlo.
Chi è riuscito nell’impresa ha
centrato due obiettivi,anche se nessuno
sa dire al momento quale dei
due fosse quello effettivamente voluto:
mettere le mani su un controvalore
di circa 5mila euro e al contempo
gettare lo scompiglio in uno
degli uffici investigativi più importanti
e strategici, con l’effetto di
screditare il graduato responsabile
della custodia del pacchetto.
L’impresa è un maxi furto di buoni
Pasto messo a segno nel quartier
generale della Guardia di finanza in
corso Europa e in particolare nella
stanza di un alto ufficiale del Nucleo
di polizia tributaria. Un’incursione
che, secondo i primi accertamenti,
sarebbe avvenuta tra il 31 dicembre
2010 e il 5 gennaio quando nei cassetti
svuotati si trovavano 675 ticket
restaurant (da 7 euro ciascuno)
destinati alle pause pranzo dei finanzieri
del Gruppo tutela spesa
pubblica, per capirci quell’equipe di
militari da anni impegnata nelle
principali inchieste sul malaffare
nella pubblica amministrazione e
in particolare le indagini sull’utilizzo,
a volte truffaldino, di milioni e
milioni di euro di fondi europei.
Un’attività  che, per i risultati raggiunti
nell’anno appena concluso,
ha ricevuto il plauso del nuovo procuratore
regionale della Corte dei
conti Ermete Bogetti.
Il furto di buoni pasto è stato denunciato
alla procura militare di
Verona, visto l’ambito nel quale è
stato compiuto. Questo non significa
tuttavia che i sospetti debbano
necessariamente concentrarsi dentro
alle Fiamme gialle. Tutt’altro.
Ma la pista interna non può essere
in ogni caso esclusa a priori ed è la
ragione per la quale, in allegato alla
denuncia formalizzata venerdì
scorso, è stato presentato l’elenco
dei finanzieri in servizio e delle persone,
tra l’altro riprese dalle telecamere di
video sorveglianza della caserma di corso Europa,
che sono entrate
e uscite dall’edificio nei giorni
in cui i ticket sarebbero stati trafugati.
Le indagini, assolutamente top
secret, sono in corso e nulla di più è
dato sapere. Se non che, contattato
dal Secolo XIX, il comando del Nucleo
di polizia tributaria non ha nà ©
confermato nà © tanto meno commentato
la notizia del furto.
cetara@ilsecoloxix.it
IL RETROSCENA
DOPO LA SCOPERTA DELL’AMMANCO: NIENTE TICKET, NIENTE PAUSA, LE PATTUGLIE SALTANO IL PRANZO. TURNI RIDOTTI DI UN’ORA PER LE CONSEGUENZE DEL BLITZ. GRADUATO RISCHIA LA TRATTENUTA
NEI CORRIDOI della caserma di
corso Europa, dove ha sede il cuore
pulsante delle investigazioni finanziarie regionali,
la tensione si è fatta
palpabile dal momento della scoperta
del furto dei ticket restaurant
dalla stanza di un alto ufficiale del
Nucleo di polizia tributaria.
Per gli effetti che il raid avrebbe
già  avuto sull’organizzazione dei servizi e per quelli
che potrebbe avere sulle tasche del graduato
a cui potrebbe essere addebitata la sparizione dei buoni basto: il controvalore è di 4.725 euro.
Sul piano interno il furto che ha privato
dei ticket il personale militare di
un particolare reparto,(il gruppo tutela
spesa pubblica, circa una trentina di
militari), fino all’invio di una nuova
fornitura,ha portato a un cambiamento
degli orari di servizio.
Ufficialmente non si hanno conferme
del legame diretto tra l’episodio e
la turnazione delle pattuglie.Ma è da
indiscrezioni pare che i cambiamenti
siano scattati il giorno dopo la scoperta dell’ammanco.
Sta di fatto che dal
12 gennaio le pattuglie sono state
indotte a rientrare anticipatamente,
con turni passati dalla fascia 817,
compresa un’ora di pausa pranzo
(da ricavare tra le 12 e le 14), alla
fascia 816 senza pausa per il pasto.
Mentre le indagini sul responsabile o i
Responsabili del furto di buoni
pasto sono in corso, coordinate
dalla procura militare di Verona
competente su questo genere di reato commesso in una caserma, si attendono sviluppi sulle conseguenze
dirette che l’episodio potrebbe avere sull’ufficiale che
aveva in carico la fornitura di buoni pasto.
Il graduato, da una prima ricostruzione, non era in
servizio nel periodo in cui il blitz nel suo ufficio
sarebbe avvenuto. Lui è il primo a rischiare le
conseguenze della sparizione dei ticket:
i 4.725 euro di controvalore potrebbero
essergli addebitati.
Ma lui stesso, o l’ufficiale che aveva
la responsabilità  della custodia dei
buoni in sua assenza, potrebbero essere
stati il vero obiettivo per ragioni interne
e solo ipotizzabili a tavolino, di
una sorta di vendetta. Con un duplice
danno: patrimoniale e di immagine.
G.CET.