INCHIESTA P4. ADINOLFI: GLI ATTI PASSINO A ROMA (Il Sole 24 Ore)
martedì 05 luglio 2011
Il Sole 24 Ore - 05 luglio 2011
Inchiesta P4: oggi istanza ai PM di Napoli
ADINOLFI: GLI ATTI PASSINO A ROMA
di Marco Ludovico
ROMA - à ˆ una mossa attesa e alza la tensione sull'indagine P4. Oggi il professor Enzo Musco, difensore del generale Michele Adinolfi, presenterà  istanza di trasmissione atti a Roma ai pm napoletani John Henry Woodcock e Francesco Curcio. Il presunto reato - violazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento - si sarebbe consumato nella capitale in una cena a casa di Pippo Marra, presidente e direttore dell'Adn Kronos. Della riunione conviviale parlano ai pm sia Adinolfi, che tuttavia respinge con sdegno ogni accusa ed è pronto ad azioni legali, sia il suo principale accusatore, Marco Milanese, ex ufficiale Gdf, indagato in un'altra indagine a Napoli che dovrebbe chiudersi a fine mese.
Secondo Milanese, Adinolfi gli avrebbe rivelato in quella cena che la procura di Napoli indagava sul lobbysta Luigi Bisignani e che per questo avrebbe detto a Marra - che, a sua volta, nega con forza - di avvertire Bisignani. L'iniziativa del professor Musco fa intravedere altri scenari che si aggiungono a quelli futuri già  ipotizzabili di un'indagine tuttora clamorosa. Entro dieci giorni Woodcock e Curcio possono accogliere - ma è improbabile - la richiesta; altrimenti, entro i dieci giorni seguenti, la difesa di Adinolfi farà  ricorso alla procura della Cassazione, che dovrà  pronunciarsi entro i venti giorni successivi. Una scelta, quella del legale del capo di stato maggiore della Guardia di Finanza, forte del fatto che l'ipotizzato reato è stato consumato a Roma e non vi sarebbero pertanto dubbi sulla competenza della procura della capitale. Se l'istanza fosse accolta sarebbe un altro pezzo dell'indagine P4 che lascia Napoli per la procura romana, dopo gli atti sugli appalti pubblici. In attesa che la giunta per l'autorizzazione a procedere decida sulla richiesta di arresto per l'altro imputato principale dell'inchiesta, l'ex magistrato Alfonso Papa (Pdl), pendono le richieste di riesame per l'annullamento delle misure cautelari dei legali di Bisignani, Gianpiero Pirolo e Fabio Lattanzi, e del carabiniere Enrico La Monica, difeso da Domenico Mariani. Ma il fiato è sospeso soprattutto sull'istanza di appello dei pm al tribunale del riesame per chiedere il riconoscimento del reato di associazione a delinquere, già  negato dal Gip Luigi Giordano. à ˆ l lo spartiacque dell'inchiesta: accogliere o negare l'istanza dei pubblici ministeri su questo punto significa, nel primo caso, dare all'indagine una notevole impennata accusatoria; nel secondo, invece, scatenare il suo progressivo smembramento verso altre procure d'Italia.
Secondo Milanese, Adinolfi gli avrebbe rivelato in quella cena che la procura di Napoli indagava sul lobbysta Luigi Bisignani e che per questo avrebbe detto a Marra - che, a sua volta, nega con forza - di avvertire Bisignani. L'iniziativa del professor Musco fa intravedere altri scenari che si aggiungono a quelli futuri già  ipotizzabili di un'indagine tuttora clamorosa. Entro dieci giorni Woodcock e Curcio possono accogliere - ma è improbabile - la richiesta; altrimenti, entro i dieci giorni seguenti, la difesa di Adinolfi farà  ricorso alla procura della Cassazione, che dovrà  pronunciarsi entro i venti giorni successivi. Una scelta, quella del legale del capo di stato maggiore della Guardia di Finanza, forte del fatto che l'ipotizzato reato è stato consumato a Roma e non vi sarebbero pertanto dubbi sulla competenza della procura della capitale. Se l'istanza fosse accolta sarebbe un altro pezzo dell'indagine P4 che lascia Napoli per la procura romana, dopo gli atti sugli appalti pubblici. In attesa che la giunta per l'autorizzazione a procedere decida sulla richiesta di arresto per l'altro imputato principale dell'inchiesta, l'ex magistrato Alfonso Papa (Pdl), pendono le richieste di riesame per l'annullamento delle misure cautelari dei legali di Bisignani, Gianpiero Pirolo e Fabio Lattanzi, e del carabiniere Enrico La Monica, difeso da Domenico Mariani. Ma il fiato è sospeso soprattutto sull'istanza di appello dei pm al tribunale del riesame per chiedere il riconoscimento del reato di associazione a delinquere, già  negato dal Gip Luigi Giordano. à ˆ l lo spartiacque dell'inchiesta: accogliere o negare l'istanza dei pubblici ministeri su questo punto significa, nel primo caso, dare all'indagine una notevole impennata accusatoria; nel secondo, invece, scatenare il suo progressivo smembramento verso altre procure d'Italia.