RIMINI YACHT: AL VIA A BOLOGNA PROCESSO CONTRO FINANZIERI - CORRUZIONE: SCAMBIO FAVORI, 16 A PROCESSO A LIVORNO - INCHIESTE TARANTINI: PROCURATORE BARI, PM RISPETTI LEGGE - NO RADAR: SIT-IN PROTESTA DAVANTI A CONSIGLIO REGIONALE SARDEGNA
giovedì 14 luglio 2011
RIMINI YACHT: AL VIA A BOLOGNA PROCESSO CONTRO FINANZIERI
(ANSA) - BOLOGNA, 13 LUG - E' iniziato davanti al tribunale
collegiale di Bologna il processo che vede imputati per
corruzione gli ufficiali della Guardia di finanza del capoluogo
emiliano Massimiliano Parpiglia e Enzo Di Giovanni, e altri due
marescialli. Sono tutti accusati di aver ricevuto denaro per
'ammorbidire' una verifica fiscale alla Rimini Yacht, la
societa' di Guido Lolli (poi fallita) che e' al centro di due
inchieste delle procure di Bologna e Rimini, rispettivamente per
bancarotta e per la cessione a piu' proprietari di decine di
imbarcazioni con immatricolazioni fittizie.
Imputato per bancarotta e corruzione, anche un commercialista
ferrarese, mentre Lolli (presidente di Rimini Yacht, gia'
destinatario di un'ordinanza cautelare in carcere e fino a poche
settimane fa detenuto in Libia) e' di fatto irreperibile.
L'ultima comunicazione dell'Interpol agli investigatori italiani
lo da' per disperso.
Nella prima udienza del processo, dedicata alle questioni
preliminari, le difese degli imputati hanno presentato una serie
di eccezioni, quasi tutte respinte. Il collegio dei giudici
dovra' esprimersi anche sull'ammissione dei testimoni presentati
dalle difese. Tra quelli indicati dagli avvocati di Parpiglia,
c'e' anche l'ex procuratore capo della procura bolognese Enrico
Di Nicola. Tra i testi dell'accusa, invece, c'e' una escort che
verra' sentita come indagata in un procedimento connesso. Nello
stesso filone d'inchiesta, un commercialista bolognese accusato
di bancarotta e concorso in corruzione ha patteggiato una pena a
tre anni di reclusione. (ANSA).
CORRUZIONE: SCAMBIO FAVORI, 16 A PROCESSO A LIVORNO
A GIUDIZIO ANCHE SINDACO CASTAGNETO ED EX QUESTORE LIVORNO
(ANSA) - LIVORNO, 13 LUG - Sedici rinvii a giudizio, 2
patteggiamenti, 7 proscioglimenti, un rinvio a settembre per
difetto di notifica. E' l'esito dell'udienza preliminare che si
e' conclusa al tribunale di Livorno al termine di un'inchiesta
su corruzione e scambi di favori che per l'accusa avrebbe
coinvolto tra gli altri imprenditori, professionisti, un
sindaco, un ex questore, un maggiore della guardia di finanza e
un funzionario di polizia. Tra gli imputati mandati a processo
dal gup Antonio Pirato anche il sindaco di Castagneto Carducci,
Fabio Tinti, e l'ex questore di Livorno Cristofaro La Corte,
quest'ultmo accusato di abuso d'ufficio.
A sei imputati e' contestata l'associazione per delinquere:
l'imprenditore Giuseppe Doveri, proprietario di strutture
turistiche sulla costa; un suo collaboratore, Sergio Quilici;
Luciano Lorenzini, un ingegnere; l'assicuratore Roberto
Cascavilla; l'ex vicecomandante del nucleo di polizia tributaria
della finanza di Livorno, Giovanni Bello; il maresciallo della
guardia di finanza, Paolo Mori. Il processo iniziera' il 7
dicembre. L'ex dirigente dell'ufficio immigrazione, Salvatore
Cinelli, che doveva rispondere in particolare di alcuni casi di
falso, truffa, peculato e corruzione, ha patteggiato 2 anni.
Il pm Filippo Maffeo aveva chiesto il rinvio a giudizio per
tutti i 26 finiti nell'inchiesta dei carabinieri: dagli
accertamenti sarebbero emersi 6 episodi di corruzione tra il
2002 e il 2005, piu' altri reati come abuso d'ufficio, truffa,
peculato e falso. Per l'accusa gli imputati per associazione a
delinquere avrebbero creato un gruppo influente per attuare in
modo illecito scambi di favori di vario tipo. Tra gli episodi
contestati il trasferimento del maresciallo della guardia di
finanza Mori, da San Vincenzo a Castiglioncello; la circostanza
in cui Doveri, Quilici e Lorenzini avrebbero indotto il sindaco
Tinti a dare l'ok ad un permesso urbanistico per realizzare un
complesso turistico a Castagneto in un'area vincolata;
l'assunzione del figlio del sindaco in una delle aziende di
Doveri come contropartita. L'ex questore La Corte e' invece
accusato di abuso di ufficio: avrebbe acquisito informazioni
dalla banca dati delle forze dell'ordine per fini personali.
Rinviato a giudizio anche l'ex commissario dell'Autorita'
Portuale di Livorno, Bruno Lenzi, che avrebbe affidato, secondo
l'accusa, un incarico da 3 mila euro a Cascavilla (appartenente
all'associazione Italia Opera) per il suo interessamento
''presso autorita' politiche nazionali'' per favorire la sua
nomina a presidente dell'Autorithy (mai avvenuta).(ANSA).
INCHIESTE TARANTINI: PROCURATORE BARI, PM RISPETTI LEGGE
(ANSA) - BARI, 13 LUG - ''Ho sempre ritenuto che il pubblico
ministero debba garantire lo scrupoloso rispetto della Legge,
indipendentemente dalla persona fisica che agisce nel caso
concreto e, in presenza di prove evidenti di responsabilita'
penale, debba perseguire chiunque abbia commesso un reato,
evitando, pero', qualsiasi forma di strumentalizzazione e
garantendo la segretezza delle indagini''. E' la risposta del
procuratore della Repubblica presso il tribunale di Bari,
Antonio Laudati, al sostituto procuratore Giuseppe Scelsi, di
recente passato alla procura generale. Questi secondo quanto
scrive oggi 'la Repubblica' nell'edizione di Bari, avrebbe
scritto al Csm lamentando di non essere stato messo in grado di
concludere le indagini sulle escort portate avanti da Giampaolo
Tarantini nell'estate 2008 nelle case di Silvio Berlusconi, e ad
esponenti del centrosinistra pugliese.
La risposta del procuratore ripropone una sottolineatura
rispetto ad un'indagine nella quale numerose sono state le
polemiche soprattutto per la pubblicita' di pagine e pagine di
verbali di interrogatorio.
Scelsi - secondo quanto scrive oggi il quotidiano - lamenta
di non aver potuto concludere l'inchiesta a causa di ritardi
della guardia di finanza; lamenta inoltre che il procuratore ha
chiesto ai militari di ricevere lui stesso la relazione
conclusiva. L'ex pm sottolinea inoltre nella missiva al Csm che
il ministero avrebbe anticipato il suo trasferimento alla
procura generale, trasferimento che era stato da lui stesso
chiesto al Csm. Tra le questioni che - secondo il quotidiano -
Scelsi lamenta al Csm, c'e' anche una riunione che sull'
'inchiesta escort' il procuratore Laudati avrebbe tenuto, ancora
prima di insediarsi a Bari, con lo stesso Scelsi e con ufficiali
della guardia di finanza oggi indagati (uno a Bari e l'altro a
Napoli per rapporti con Luigi Bisignani).
Laudati afferma di essere ''costretto a dover fare delle
precisazioni in merito ad alcuni attacchi strumentali alla mia
persona che vengono anticipati a mezzo stampa''. Delle
''accuse'' di Scelsi, che il procuratore afferma di ritenere
''totalmente infondate'', ''sono pronto - scrive Laudati - a
rispondere in tutte le sedi competenti con la certezza di chi sa
di aver compiuto fino in fondo il proprio dovere''.
Il procuratore precisa comunque che l'ex pm ''ha lasciato la
Procura di Bari a seguito di una sua espressa domanda di
trasferimento'' e che ''le procedure del suddetto trasferimento
(tempi e modalita') non dipendono in nessun modo dalla volonta'
del Procuratore della Repubblica''. Tra l'altro, Laudati afferma
che ''i rapporti con la Guardia di Finanza sono sempre stati
improntati all'insegna della totale correttezza e trasparenza;
l'incontro al quale il dott.Scelsi fa riferimento (quello
avvenuto prima dell'insediamento di Laudati nel suo posto di
procuratore a Bari, ndr) non fa eccezione''. (ANSA).
NO RADAR: SIT-IN PROTESTA DAVANTI A CONSIGLIO REGIONALE
(ANSA) - CAGLIARI, 13 LUG - Nuova protesta degli attivisti
''No radar'' che contestano l'installazione in Sardegna dei
radar militari per il contrasto all'immigrazione clandestina.
Questa mattina il presidio si e' tenuto davanti al Consiglio
regionale, accanto ai manifestanti della Rockwool, per chiedere
alla politica sarda di prendere posizione contro i progetti di
realizzazione delle postazioni della Guardia di Finanza a Capo
Sperone nell'isola di Sant'Antioco, Capo Pecora nella parte che
ricade sotto il comune di Fluminimaggiore, Punta Foghe nel
territorio comunale di Tresnuraghes (in questo caso il Tar ha
concesso una sospensiva di tre mesi), Capo Falcone a Stintino e
Punta Scomunica all'Asinara.
Secondo uno dei portavoce, Antonello Tiddia, ''i radar sono
dannosi per la salute umana e per l'ecosistema. Oltretutto
rappresentano un ampliamento delle basi militari nell'Isola''.
Tiddia si dice anche ''perplesso e molto critico'' rispetto alla
dichiarazioni del senatore del Pd, Antonello Cabras, che aveva
sostenuto la non pericolosita' degli impianti. (ANSA).