GDF: INTITOLATA A VICEBRIGADIERE AMORE NUOVA CASERMA - ESCORT: COMMISSIONE CSM VERSO ARCHIVIAZIONE PER LAUDATI - MAFIA: GUP INFLIGGE 130 ANNI A 12 IMPUTATI A PALERMO - BPM: INDAGINI, PC NON E' DI LABOCCETTA

domenica 13 novembre 2011

GDF: INTITOLATA A VICEBRIGADIERE AMORE NUOVA CASERMA LARINO
(ANSA) - LARINO (CAMPOBASSO), 10 NOV - Sara' intitolata al
vicebrigadiere Antonio Amore, morto in servizio in Calabria nel
1991, la nuova caserma della Guardia di Finanza di Larino,
inaugurata oggi in via Fratelli Battista 33. La Tenenza, che
assicura i servizi istituzionali di polizia
economico-finanziaria in una circoscrizione comprendente 17
Comuni, ha alle proprie dipendenze una Sezione Mobile, destinata
ad attivita' di prevenzione e repressione di traffici illeciti.
Il Reparto opera alle dipendenze del Comando Provinciale di
Campobasso e concorre con proprio personale ai servizi 117
nell'area di competenza territoriale.
Il giovane vicebrigadiere Amore, originario di Larino, era in
forza alla IV Sezione Operativa della seconda Compagnia di
Lamezia Terme quando, a seguito di un incidente stradale
avvenuto tra Palmi e Taurianova, mori' il 31 maggio 1991 per le
gravi ferite riportate.
Alla cerimonia partecipano il Comandante Interregionale per
l'Italia Meridionale delle Fiamme Gialle, Vito Bardi, il
Comandante Regionale Molise della Guardia di Finanza, Fernando
Verdolotti, i genitori del vicebrigadiere Amore, Giuseppe e
Rita. (ANSA).

ESCORT: COMMISSIONE CSM VERSO ARCHIVIAZIONE PER LAUDATI
NON CI SAREBBERO PRESUPPOSTI PER TRASFERIMENTO, SI VOTA IL 16
(ANSA) - ROMA, 10 NOV -Non ci sono i presupposti per un
trasferimento d'ufficio per incompatibilita' del procuratore di
Bari Antonio Laudati: questa la conclusione verso cui si
starebbe indirizzando la Prima Commissione del Csm, che si
appresterebbe percio' a chiedere al plenum (il voto e' previsto
mercoledi' 16) l'archiviazione del fascicolo aperto dopo
l'esposto presentato contro di lui dal suo ex sostituto Giuseppe
Scelsi.
Scelsi ha accusato il capo della procura di aver rallentato
le indagini sulle escort portate dall'impreditore barese
Gianpaolo Tarantini nelle residenze private del premier e di
aver affidato a una struttura della guardia di finanza
(''l'aliquota'') una sorta di indagine parallela con il compito
di controllare il lavoro dei sostituti. E ha raccontato ai
consiglieri di una riunione informale che Laudati avrebbe fatto
prima del suo insediamento al vertice della procura di Bari,
nella quale si sarebbe presentato come ''uomo di Alfano''.Accuse
bollate come ''false e calunniose'' dal procuratore nella sua
audizione del 22 settembre scorso davanti ai consiglieri di
Palazzo dei marescialli, che hanno anche ascoltato diversi pm
della procura, giudici del tribunale di Bari e ufficiali della
Guardia di finanza.
I consiglieri stanno ora esaminando nel dettaglio le vicende
contestate. Soprattutto quella della ''aliquota'' della Guardia
di finanza, che concluse la sua attivita' con una relazione che
segnalava al procuratore ''criticita''' nel lavoro dei
sostituti. Quei finanzieri ''hanno aiutato il loro e hanno
consentito a me di svolgere il mio ruolo di coordinamento come
procuratore'', ha spiegato Laudati nella sua audizione. Ma non
avrebbe fugato tutti i dubbi. E dunque se tutti i componenti
della Commissione sarebbero ora orientati a ritenere che
comunque non ci siano gli estremi per un trasferimento
d'ufficio, che puo' essere disposto solo in presenza di fatti
che non costituiscono illecito disciplinare e che non dipendono
da colpa del magistrato ma che ledono la loro indipendenza e
imparzialita' nell'esercizio delle funzioni, sulla motivazione da
dare alla richiesta di archiviazione la discussione e' ancora
aperta. C'e' chi vorrebbe comunque esprimere perplessita' su
cio' che non ha convinto del comportamento del procuratore,
magari con una segnalazione ai titolari dell'azione
disciplinare. E chi invece propenderebbe per una motivazione
piu' ''assolutoria''. (ANSA).

MAFIA: GUP INFLIGGE 130 ANNI A 12 IMPUTATI A PALERMO
(ANSA) - PALERMO, 11 NOV - Oltre 130 anni di carcere sono
stati inflitti dal gup Giovanni Francolini a dodici persone
accusate, a vario titolo, di mafia, estorsioni e intestazione
fittizia dei beni. Accogliendo la richiesta dei pm Marcello
Viola, Lia Sava e Francesco Del Bene, il giudice ha condannato a
14 anni e 8 mesi Giuseppe Biondino. Dodici anni sono stati
inflitti a Antonino Di Giovanni, gia' condannato per mafia e
presunto esponente della famiglia dell'Acquasanta, Francesco Lo
Cicero, Domenico Giordano e Santo Di Fiore. Giuseppe Billeci ha
avuto 10 anni e 10 mesi, Gioacchino Morisca 10 anni e 8 mesi
cosi' come Filippo Fiorellino. Nove anni e nove mesi per Antonio
Pelligra, 8 Anni per Mario Napoli, 4 anni e 5 mesi per Giovanni
Fratella, 2 anni e 8 mesi per Germana Vitale. Assolti Salvatore
Giordano, Gioacchino Intravaglia a Salvatore Cataldo, l'ex
finanziere Salvatore Cataldo accusato di aver procurato il
giubbotto antiproiettile che l'avvocato Marcello Trapani ha poi
consegnato a Calogero Lo Piccolo, figlio del boss Salvatore. Il
legale venne arrestato con l'accusa di estorsione e associazione
mafiosa e condannato in un altro processo. (ANSA).

MAFIA: GUP INFLIGGE 130 ANNI A 12 IMPUTATI A PALERMO (2)
(ANSA) - PALERMO, 11 NOV - Alcuni degli imputati sono stati
arrestati nell'operazione antimafia di polizia, carabinieri e
Dia chiamata ''Nuove alleanze''. A fare i loro nomi e' stato un
pentito, Salvatore Giordano, ex pescivendolo dello Zen e uomo
d'onore. Il collaboratore ha fornito agli inquirenti una valanga
di informazioni che hanno consentito di ridisegnare la mappa di
tre importanti mandamenti cittadini: San Lorenzo, Tommaso Natale
e Acquasanta.
Giordano ha indicato, per esempio, Antonino Di Giovanni, ex
dipendente del lussuoso albergo Villa Igiea, gia' condannato per
mafia, nuovo capo della famiglia dell'Acquasanta e il suo
braccio destro Francesco Lo Cicero. E' stato Giordano a
raccontare agli investigatori della base scelta dai due per le
riunioni di mafia: una ditta di servizi nautici all'Acquasanta.
Di Giovanni si occupava degli affari: dal racket del pizzo, alle
tangenti - pure sui funerali (la mafia chiedeva il pizzo alle
pompe funebri)- e alle slot machines, vecchio business di Cosa
nostra. Per la gestione di alcune attivita' - come due centri
scommesse sequestrati - il clan ricorreva a prestanome come
Giovanni Fradella e la moglie Germana Vitale.
Se Di Giovanni era dominus assoluto dell'Acquasanta, un tempo
feudo di Tanino Fidanzati e dei Galatolo, a San Lorenzo, regno
dei Lo Piccolo, comandava, secondo il pentito, Giuseppe
Biondino, nipote di Salvatore, uomo di fiducia del capomafia di
Corleone Toto' Riina.
In un'altra operazione, grazie alle rivelazioni di un altro
pentito, Manuel Pasta, furono arrestati Domenico Giordano,
presunto capo del mandamento Partanna-Mondello e Santo Di Fiore.
(ANSA).

BPM: INDAGINI, PC NON E' DI LABOCCETTA; LUI, E' MIO
PM VALUTANO SEQUESTRO E ACCUSE; FILONI SISAL E SOLDI PONZELLINI
(di Igor Greganti)
(ANSA) - MILANO, 11 NOV - Un ''caso senza precedenti'', un
''oltraggio all'operato della magistratura''. Cosi' in ambienti
giudiziari ed investigativi viene descritto cio' che e' successo
ieri, in quell'appartamento a Roma, quando il deputato del Pdl,
Amedeo Laboccetta, ha preso e portato via un computer, mentre
era in corso una perquisizione per l'affaire Atlantis, che vede
indagato l'ex presidente della Bpm Massimo Ponzellini e il suo
'braccio destro' Antonio Cannalire.
Gli inquirenti, che ritengono che il parlamentare possa aver
fatto 'sparire' un elemento probatorio, quando avranno letto la
relazione della Gdf su quanto accaduto, che arrivera' in Procura
lunedi', potrebbero iscrivere Laboccetta nel registro degli
indagati e poi chiedere alla Camera dei Deputati
l'autorizzazione a procedere per effettuare sequestri o
perquisizioni a suo carico, proprio alla ricerca di quel pc.
Intanto le indagini dei pm di Milano Mauro Clerici e Roberto
Pellicano si concentrano anche su alcuni finanziamenti erogati
da Bpm a Sisal, la storica concessionaria dello Stato per la
gestione dei giochi, e puntano ad accertare se Ponzellini, forse
attraverso 'triangolazioni' off-shore, abbia ottenuto soldi
illeciti 'perorando la causa' del finanziamento ad Atlantis.
Oggi Laboccetta ha ribadito: ''Quel pc e' mio e se qualcuno
afferma il contrario se ne assumera' la responsabilita'''. Da
una prima ricostruzione degli investigatori, pero', e' emerso
che Francesco Corallo, il titolare effettivo di Atlantis e
'bersaglio' della perquisizione, all'arrivo dei finanzieri, e
ben prima che arrivasse il parlamentare, avrebbe affermato che
il portatile era di una sudamericana, presente in quel momento
nella sua casa-ufficio. Un dettaglio che fa presumere agli
inquirenti che il pc non sia affatto del deputato. Per un quadro
preciso bisognera' aspettare, comunque, quando verra' messa
'nero su bianco' la relazione dei finanzieri. Da quanto si e'
saputo, i reati astrattamente configurabili nei confronti del
deputato possono essere quelli di favoreggiamento, resistenza a
pubblico ufficiale, minacce e sottrazione di un presunto corpo
di reato.
Ponzellini, difeso dall'avvocato Angelo Giarda, e Cannalire,
indagati per associazione per delinquere e ostacolo alla
vigilanza, vorrebbero intanto essere ascoltati dai magistrati,
anche se ancora non hanno preso contatti diretti con la Procura.
Tuttavia, da quanto si e' saputo, in questa fase dell'inchiesta
per gli inquirenti sarebbe prematuro.
Nel frattempo i pm aspettano di analizzare il materiale
sequestrato nelle perquisizioni di ieri, effettuate dal Nucleo
di polizia tributaria, soprattutto alla ricerca di tracce
contabili o documentali su possibili 'tornaconti' illeciti per
l'ex presidente della Bpm. L'ipotesi degli inquirenti, infatti,
e' che parte dei ricavi di Atlantis, con sede alle Antille
Olandesi, siano finiti anche a Ponzellini, per 'ringraziarlo'
del finanziamento da 148 milioni.
Oltre al 'filone' Atlantis, accertamenti sono in corso anche
su crediti concessi a Sisal. In questa 'tranche' entrerebbe in
gioco sempre Cannalire, per l'accusa una sorta di 'factotum' di
Ponzellini. Nelle carte dell'inchiesta, infatti, si segnala come
Cannalire si occupi ''anche di altra importante societa' nel
settore del gioco, Sisal, anch'essa affidata presso Bpm''.
I pm indagano poi su altre societa' che avrebbero ottenuto
finanziamenti, nell'ordine di decine di migliaia di euro, da
Bpm. Si tratterebbe di M2 Holding e M2 Pictures, societa' di cui
Cannalire e' socio e dove figura come presidente Marco
Dell'Utri, il figlio del senatore Pdl. ''La reale natura delle
due societa' appare alquanto sospetta'', scrivono i pm. E poi
''un quadro di collegamenti di natura economica assai
significativo, che mette insieme Ponzellini, Cannalire, La
Monica, factotum italiano della Atlantis (la societa' nei mesi
scorsi ha chiesto un altro finanziamento a Bpm, richiesta
'pendente', ndr), Capgemini ed altri soggetti, poco
comprensibile e dunque fortemente sospetto''. E ancora da
approfondire i rapporti tra Corallo e Ponzellini e tra Cannalire
e Marco Milanese, l'ex braccio destro di Giulio Tremonti.
(ANSA).

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