"IL FONDO DI PREVIDENZA ACQUISTA ALLOGGI PER FINANZIERI … FACOLTOSI". DURISSIME CRITICHE ALLA GESTIONE DEL FONDO DA PARTE DI TUTTI I DELEGATI PEISAF DEL COCER GDF: PERCHE' DUE UFFICIALI GESTISCONO I RISPARMI NON LORO?

venerdì 25 novembre 2011



Il fondo di previdenza acquista alloggi per finanzieri … facoltosi.

E’ nota la propensione delle famiglie italiane ad acquistare una casa di proprietà . Alla casistica non sfuggono le famiglie dei finanzieri per le quali, anzi, l’acquisto di un’abitazione è ancora più rilevante, anche in ragione della mobilità  loro riservata dalla Pubblica Amministrazione e dalla difficoltà  di tornare a prestare servizio nei propri luoghi d’origine.
Per venire incontro alle esigenze di consolidamento sul territorio nazionale dei nuclei familiari dei finanzieri, l’Amministrazione ha creato una cabina di regia a livello centrale con lo scopo di recepire le esigenze abitative del personale e progettare una serie di interventi che, attraverso diverse soluzioni, fossero in grado di dare risposte concrete al problema.
In quest’ottica, la soluzione di più immediata attuazione ha previsto l’acquisto di immobili da parte del Fondo previdenza, da affittare (3+2 anni) e successivamente vendere ai locatari stessi. I prezzi della locazione e della vendita, prefissati già  all’atto della locazione, avrebbero dovuto portare un incremento degli utili all’Ente proprietario.
A questo punto è forse opportuno ricordare brevemente che l’attività  assistenziale e previdenziale per il personale della Guardia di finanza è assistita da tre enti: la Cassa ufficiali, il Fondo previdenza ed il Fondo assistenza e finanzieri.
Il F.A.F. è alimentato da risorse derivanti dai proventi contravvenzionali (ecc.), mentre la Cassa ufficiali ed il Fondo previdenza (enti esclusivamente previdenziali) sono alimentati da una contribuzione “obbligatoria e volontaria” trattenuta direttamente in busta paga ai soci ivi iscritti d’ufficio: ufficiali per l’omonima Cassa e personale I.S.A.F. per il Fondo di previdenza (gli importi, per quest’ultima categoria, oscillano intorno ai 30€ mensili; vgs cod. 803 del proprio cedolino paga).
Chiusa questa brevissima parentesi, cerchiamo di capire che tipo di investimento ha effettuato il Fondo di previdenza, ma soprattutto cerchiamo di comprenderne i presupposti e le reali finalità .

In capo all’operazione, l’allora Segreteria degli Enti Previdenziali ed Assistenziali, diramò a tutti i Comandi Regionali un radiomessaggio con il quale chiedeva di effettuare un sondaggio volto a sondare le esigenze abitative sull’intero territorio nazionale.
Sul mensile “Il finanziere”, nelle edizioni di Marzo e Dicembre 2010, furono pubblicati due articoli dal titolo ”In affitto per noi” e “Nuovi alloggi per i finanzieri”, a firma dell’Ufficio di Segreteria degli Enti e del Capo-Ufficio del medesimo. Tali articoli sintetizzavano, con estrema chiarezza, i propositi a cui si è ispirata, almeno formalmente, l’operazione immobiliare: acquisire appartamenti per i finanzieri connotati da “elevati standard abitativi ad un prezzo concorrenziale”.
D’altra parte il Co.Ce.R. con la Delibera 01/149/10 del 10 settembre 2009, al fine di intervenire sull’operazione immobiliare di Bologna, già  avviata nel 2007 senza la richiesta di parere all’Organismo di rappresentanza, aveva formulato una proposta in cui auspicava che si tenesse conto del seguente indirizzo:
• predisporre un “piano casa” organico, in base alle reali esigenze rappresentate dal personale, per la locazione e la successiva vendita a prezzi calmierati, con diritto di prelazione per gli inquilini, riservata al personale iscritto al Fondo e con un ribasso percentuale sul valore dell’immobile. L’operazione avrebbe dovuto tenere presente la necessità  di incrementare in via prioritaria il capitale dell’Ente favorendo, in via sussidiaria, il personale del Corpo iscritto al Fondo nell’acquisto della prima abitazione.
Il 24 gennaio 2011, in un articolo, dal titolo “La cabina di regia voluta dal COCER è diventata realtà . Ora, però, non si faccia una controversa politica della casa e si passi subito ai fatti” mettevamo in luce le criticità  riscontrate fino ad allora ed auspicavamo, per il tratto a venire, che i Fondi di previdenza ed assistenza attuassero politiche rispondenti alle reali esigenze del personale, facendo coincidere utile economico e funzione sociale.
I timori ci venivano dalle astrusità  già  viste in occasione di alcune decisioni prese dal CDA del Fondo di Previdenza che, contrariamente a quanto dichiarato all’alba delle operazioni immobiliari, non si impegnava nella vendita futura degli appartamenti ai locatari, ed affittava a prezzi che sin da subito erano sembrati eccessivi.
Con la delibera n. 2/38/10 del 22/05/2007 il Cocer aveva formulato, all’allora CDA dell’Ente, oltre a precise modifiche nel regolamento di locazione/vendita dell’immobile, anche tali considerazioni.
Nel mese di Novembre 2007, inoltre, il quotidiano “Il Giornale” aveva già  pubblicato un articolo che si incentrava sui presupposti, fortemente discutibili, che sottendevano alla realizzazione del complesso immobiliare di Nettuno.
L’articolo, dal titolo “Altro che case agevolate. Così beffano i finanzieri” rilevava il carattere ambiguo della “politica della casa” posta in essere dal Fondo ed evidenziava come il canone di locazione fosse di gran lunga superiore al reale costo di mercato e non commisurato allo stipendio dei finanzieri (circa 800 euro mensili per un appartamento di 100 mq a fronte di uno stipendio di un finanziere semplice non superiore ai 1200/1300 euro netti).
Al riguardo, peraltro, il Consiglio Centrale di Rappresentanza, sia nel corso di vari incontri, sia con specifiche delibere, oltre a manifestare le stesse perplessità , aveva evidenziato l’esigenza di realizzare interventi immobiliari adeguati alle capacità  economiche del personale.
Purtroppo, solo qualche giorno fa, con la pubblicazione dei progetti e della documentazione inerente il costo delle singole unità  abitative acquistate nella città  di Bologna, è stata finalmente dissipata quella cortina di nebbia che ha avviluppato gli incontri tra il Consiglio Centrale di rappresentanza ed il Capo Ufficio della segreteria degli Enti (di fatto sostituitosi all’Autorità  di Vertice ed ai membri del CDA, nelle relazioni con il Co.Ce.R.).
Anche in questo caso, come in tutte le operazioni sulle attività  degli Enti, le dichiarazioni frammentarie e, talvolta, persino strumentali rilasciate in sede di incontro con i delegati del Cocer hanno reso problematico formarsi, per tempo, un giudizio realistico sull’operazione.
In ogni caso, l’intervento immobiliare di Bologna ha previsto nel dettaglio i seguenti punti:
1) Il prezzo di acquisto da parte del Fondo di previdenza, si aggira intorno a 20/25 mln di euro. Circa 1/5 dell’intero patrimonio mobiliare del Fondo, calcolato, ad inizio esercizio finanziario 2009, in 125,135 mln di euro;
2) L’operazione porterà  nelle casse del Fondo, al termine dell’investimento, un introito pari al 4,5% del capitale investito.
3) Il piano prevede che le singole unità  abitative siano concesse in locazione per un periodo di 3+2 anni e vendute, al termine del periodo, ai locatari stessi con abbattimento del 55% del costo degli affitti mensili versati all’Ente;
4) Le unità  abitative sono suddivise in tre torri che comprendono 65 appartamenti, n. 70 cantine, n. 72 autorimesse interrate, n. 56 posti moto interrati e n. 7 posti auto esterni;
5) La dimensione delle unità  abitative varia dai 48 mq degli appartamenti sino ai 180 mq degli attici;
6) Il costo delle locazioni è compreso, di massima, tra i 500 euro, sino ai 1.000 euro mensili, commisurati alla superficie “convenzionale”;
7) Infine, il costo della compravendita, va dai 3.616 euro sino ai 4.781 euro al mq. Al prezzo d’acquisto finale è detratto il 55% dei canoni versati a titolo di locazione.
Volendo dare un po’ più di concretezza ai numeri citati, diciamo che il costo di ciascuna abitazione si aggira tra i 290.000 euro dei bilocali, sino agli 910.000 euro degli attici. E non va meglio a chi dovesse decidere di andare ad abitare al piano terra, dove le metrature dei giardini incrementano il costo delle proprietà  sino a cifre che si aggirano sui 500.000 euro.
Non c’è che dire, proprio case per finanzieri!
La conoscenza dei costi delle locazioni e delle vendite, dimostra, in modo inequivocabile, che le linee d’indirizzo strategico, che hanno portato il Fondo ad acquistare il complesso immobiliare in zona adiacente al centro di Bologna, anzichà© in un’area periferica della città  (spostandosi dunque solo di due o tre km), ha vanificato la concretizzazione dei fini agognati e prospettati nei citati articoli di stampa sull’omonimo editoriale del Corpo.
Ma le decisioni assunte dal CDA dell’Ente previdenziale - non è dato sapere quanto consapevolmente e/o spontaneamente - non finiscono mai di stupire perchà©, tra l’altro, a poter beneficiare dei frutti dell’operazione immobiliare, in un contesto di “sana concorrenza” con la categoria ISAF, saranno anche gli ufficiali del Corpo, che nel Fondo di previdenza non sono iscritti e non mettono un soldo. Un chiaro esempio di vita, che insegna come procurarsi casa con i “Fondi” altrui evitando il rischio d’impresa.
Le linee d’indirizzo strategico che hanno portato il Fondo a privilegiare l’acquisto del complesso immobiliare in una zona centrale di Bologna, anzichà© agevolare l’acquisto di immobili in zone residenziali meno costose, hanno vanificato la possibilità  di contemperare l’esigenza di ottenere un utile economico con quella di svolgere una funzione sociale, così come era stato prospettato, creando forte malcontento e delusione tra il personale.
Chi è chiamato ad indicare le linee strategiche dell’Ente, deve essenzialmente rendersi conto che creare false aspettative tra il personale, qualora si sia già  deciso di attuare esclusivamente valide operazioni di speculazione nell’interesse del Fondo e, quindi dei propri iscritti, non solo sono inutili, ma sono anche dannose per la stessa credibilità  del Fondo.
E’ del tutto pacifico, sostenere che lo statuto del Fondo Previdenza non è un Ente di assistenza al personale, ma che lo scopo sociale sia quello di fornire una previdenza sussidiaria agli iscritti, ma è altrettanto pacifico che nel fare ciò non vi à© nessuna preclusione nel contemperare utile economico e funzione sociale a favore di chi lo alimenta.
E’ ovvio, che quest’ennesima operazione, connotata da luci ed ombre, riporta nuovamente alla ribalta il sistema di funzionamento degli Enti Previdenziali ed Assistenziali, nonchà© la stessa Governance.
Quello che stride, infatti, à© che i criteri attuali di funzionamento non consentono agli iscritti, nà© all’Organismo Centrale di Rappresentanza d’indirizzare o determinare proficuamente la politica assistenziale degli Enti in base alle reali esigenze del personale, nà© tantomeno di poter designare direttamente i componenti del CDA, in modo tale da creare un’efficace sinergia nelle scelte assistenziali e previdenziali.
Un chiaro esempio di come dover subire, per legge, una trattenuta economica sullo stipendio senza avere, però, la possibilità  di poter dire alcunchà© sull’utilizzo dei propri risparmi.
D’altra parte, è opportuno chiudere con una piccola chiosa in grado, forse, di dare un senso a tutto ciò che abbiamo scritto: nel Consiglio di amministrazione del Fondo di previdenza, siedono oltre ai rappresentanti della categoria ISAF anche due ufficiali, di cui uno con l’incarico di Presidente. Nella cassa ufficiali, invece, il CDA è rappresentato dai soli iscritti al Fondo...



I delegati Co.Ce.R. categorie “B” e “C” Guardia di Finanza

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