CALCIO:DA LEGGE BECKHAM A HOLLANDE, QUANDO FISCO FA GOL - P.A.: AUTORITA' SCIOPERI, LEGITTIMO STOP 28 SETTEMBRE
martedì 11 settembre 2012
CALCIO:DA LEGGE BECKHAM A HOLLANDE, QUANDO FISCO FA GOL
SPREAD TASSAZIONE RISCRIVE EQUILIBRI,DA 75% FRANCIA A 13% RUSSIA
(di Sandro Verginelli)
(ANSA) - ROMA, 10 SET - Dalla legge Beckham alla Legge...
Ibra: l'effetto-annuncio di Francois Hollande di introdurre una
supertassa per i redditi sopra il milione di euro potrebbe
scatenare un effetto domino nel mondo del calcio. Anche se il
provvedimento e' per ora annunciato (e gia' si ventilano
eccezioni, riserve e deroghe per il mondo degli sportivi e degli
artisti) e tutto da scrivere, l'aliquota al 75% per i redditi
superiori a 1 milione di euro rischia di guastare le feste a
molti Paperoni del pallone.
Se andasse in porto, a farne le spese sarebbe in primis il
Paris Saint Germain degli sceicchi, che quest'anno non ha badato
a spese per portare sotto la Torre Eiffel (e a suon di milioni)
star di prima grandezza come Thiago Silva, Lavezzi e
Ibrahimovic. Proprio lo svedese, con i suoi 16 milioni lordi a
stagione, e' il giocatore piu' pagato della Ligue 1, guadagnando
90 volte piu' del presidente Francois Hollande. L'eventuale
supertassa potrebbe disincentivare i grandi campioni a
trasferirsi in Francia, favorendo viceversa altri Paesi dove il
regime fiscale e' piu' vantaggioso.
A cominciare dalla Russia, che, oltre ad essere diventato un
campionato piu' 'appetibile' dal punto di vista tecnico,
potrebbe diventare un vero bengodi del pallone anche sotto il
profilo fiscale, considerando che nel Paese di Putin e' in
vigore una sola ed unica tassa (non progressiva) con aliquota
del 13%. Per gli 'italiani' Spalletti, Bocchetti e Criscito, che
hanno scelto l'avventura sportiva nell'ex Unione Sovietica
indubbiamente uno stimolo (economico) in piu'. E non a caso, due
stelle del calcio portoghese come Hulk (Porto) e Witsel
(Benfica) hanno, proprio nell'ultima sessione di Calciomercato,
deciso di lasciare i propri club per approdare allo Zenit di San
Pietroburgo che per loro ha sborsato ben 80 milioni di euro.
Difficile quindi pensare adesso a simili trasferimenti in
Paesi oggi economicamente piu' fragili e dove il prelievo
fiscale e' ben maggiore. Se ne sono accorti anche in Spagna,
finora uno dei lidi piu' 'generosi' per le star del pallone,
dove le manovre finanziarie 'lacrime e sangue' hanno cominciato
a colpire i maxiredditi. Dall'1 gennaio 2012 in Spagna, infatti,
coloro che dichiarano al fisco redditi superiori ai 300mila
euro, devono versare nelle casse dello Stato ben il 52% (il 56%
in Catalogna). Forse e' stato anche questo (se non solo questo)
il motivo che ha impedito il ritorno di Kaka' - oggi al Real
Madrid dove guadagna 9 milioni netti - al Milan, dove invece
avrebbe subito una 'sforbiciata' fiscale di svariati milioni.
Eppure, grazie alla legge Beckham (approvata dal governo Aznar
nel giugno 2005 e poi abrogata nel gennaio 2010) la Spagna era
diventata negli ultimi anni terra di conquista non solo di
trofei, ma anche di fuoriclasse del pallone grazie ad
un'aliquota ridotta dal 43% al 24% per tutti i lavoratori
stranieri con introiti superiori ai 600.000 euro annui.
Un quinquennio dorato (e di grandi successi sportivi) che ha
consentito di battere ogni concorrenza. Basti pensare che in
Inghilterra l'aliquota sugli stipendi dei calciatori e' oggi al
45% e si applica alla parte del reddito che eccede le 150mila
sterline l'anno (e' stata appena abbassata perche' prima era al
50%), in Bundesliga al 42% (45% per i redditi sopra i 250.700
euro), in Serie A al 43% e in Ligue 1, ad oggi, al 40%. In
questo modo i club spagnoli hanno potuto offrire ingaggi
milionari a campioni come Kaka, Ibra e Ronaldo pagandoli il 30%
in meno rispetto ai club degli altri campionati europei.
Con la crisi, pero,' lo scenario fiscale e' cambiato
radicalmente e Hollande - involontariamente - potrebbe anche
sparigliare gli equilibri del calcio continentale.
(ANSA).
P.A.: AUTORITA' SCIOPERI, LEGITTIMO STOP 28 SETTEMBRE
(ANSA) - ROMA, 10 SET - L'Autorita' di garanzia sugli
scioperi nei servizi pubblici essenziali ''ha confermato la
legittimita' della proclamazione di sciopero nazionale del
pubblico impiego per il 28 settembre 2012, da parte dei
Sindacati confederali e dell'Ugl''. lo spiega una nota . Lo
sciopero ''riguardera' i comparti della Sanita', delle Regioni e
Autonomie locali, dei Ministeri, degli Enti Pubblici non
economici, dell'igiene ambientale, delle Agenzie Fiscali, della
Presidenza del Consiglio, dell'Area 1 della dirigenza dei
Ministeri, dell'Area 2 della dirigenza delle Regioni e Autonomie
Locali, dell'Area 3 della dirigenza Amministrativa, Sanitaria,
Tecnica e Professionale, dell'Area 4 della dirigenza Medica e
Veterinaria, dell'Area 6 della dirigenza degli Enti Pubblici non
Economici e delle Agenzie Fiscali, dell'Area 8 della dirigenza
della Presidenza del Consiglio, del Cnel, dell'Enac, di
Unioncamere, dei Segretari Comunali e provinciali, dei Vigili
del Fuoco e del Digit P.A''.
(ANSA).