ESCORT: PM,PROCURATORE BARI FAVORI' GIANPI E BERLUSCONI "HA INDAGATO SU 2 SUOI PM'. AVVISO FINE INDAGINE ANCHE A SCELSI

mercoledì 26 settembre 2012

ESCORT: PM,PROCURATORE BARI FAVORI' GIANPI E BERLUSCONI
'HA INDAGATO SU 2 SUOI PM'. AVVISO FINE INDAGINE ANCHE A SCELSI
(di Roberto Buonavoglia)
(ANSA) - BARI, 25 SET - Non solo avrebbe indagato
''illecitamente'' su due magistrati del suo ufficio, i pm
Giuseppe Scelsi e Desire' Digeronimo, ma avrebbe aiutato
Gianpaolo Tarantini e l'allora premier Silvio Berlusconi ad
''eludere le indagini'' sulle escort che l'imprenditore barese
aveva portato nelle residenze dell'allora capo del governo tra
il 2008 e il 2009. E' accusato di abuso d'ufficio e di
favoreggiamento personale aggravato il procuratore di Bari,
Antonio Laudati, al quale oggi la procura di Lecce, dopo un anno
di accertamenti, ha fatto notificare l'avviso di conclusione
delle indagini.
Assieme a Laudati e' accusato di abuso d'ufficio il suo ex
sostituto, Giuseppe Scelsi, ex titolare dell'inchiesta escort e
ora sostituto procuratore generale a Bari. La vicenda attribuita
a Scelsi e' estranea alle indagini escort e riguarda
intercettazioni telefoniche disposte d'urgenza dal pm per
danneggiare - secondo l'accusa - la collega Digeronimo che
assieme a lui conduceva indagini sulla sanita' pugliese e che
aveva intercettato casualmente il fratello di Scelsi, Michele,
mentre questi parlava con l'allora assessore pugliese alla
sanita' Alberto Tedesco, indagato dalla Digeronimo.
Dall'avviso di conclusione delle indagini, che solitamente
precede la richiesta di rinvio a giudizio, emergono accuse
pesanti a carico di Laudati. Il procuratore di Lecce, Cataldo
Motta, e l'aggiunto, Antonio De Donno, contestano al capo della
procura barese di aver disposto ''arbitrariamente'', il 26
giugno 2009, due mesi e mezzo prima di insediarsi nell'incarico
di procuratore di Bari, che le indagini sulle escort ''venissero
sospese e non si adottasse alcuna iniziativa fino a quando non
avesse assunto le funzioni'' di capo della procura. L'incontro
avvenne nella scuola allievi della Guardia di finanza di Bari
alla presenza del pm Scelsi e di ufficiali della Gdf a cui erano
delegate le indagini. Dando quelle disposizioni - secondo
l'accusa - ''con abuso dei poteri e violazione dei doveri di
magistrato'' Laudati, tra l'altro, ha impedito ''l'assunzione di
sommarie informazioni dalle altre escort non ancora ascoltate''
e ha causato ''ritardo ed intralcio nello svolgimento delle
investigazioni''. In questo modo il procuratore - e' scritto
negli atti - ha ''aiutato Gianpaolo Tarantini e gli altri
indagati'' ad ''eludere le indagini'' nel procedimento per
favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione delle
''cosiddette escort'' nel quale ''era coinvolto quale fruitore
delle prestazioni sessuali il premier Silvio Berlusconi (al fine
di favorire indirettamente quest'ultimo preservandone l'immagine
istituzionale) ed aiutato anche quest'ultimo ad eludere le
suddette indagini, dirette ad accertare anche l'eventuale suo
concorso nei suddetti reati''.
Ma Laudati dovra' difendersi anche dall'accusa di abuso
d'ufficio. Reato che - secondo la procura di Lecce - e'
consistito ''nella indebita aggressione alla sfera della
personalita''' dei suoi pm Digeronimo e Scelsi che sono stati
''illecitamente sottoposti da parte della Guardia di Finanza ad
investigazioni e ad abusivo controllo della loro attivita'
professionale''. Per indagare sull'attivita' dei due magistrati,
Laudati - secondo l'accusa violando la normativa - ottenne il
distacco ''alle sue dirette dipendenze funzionali'' di un
''contingente'' di ufficiali della Gdf al quale delego' poi
''senza alcun atto scritto'' le indagini. Gli accertamenti
avrebbero riguardato le ''modalita' di conduzione delle indagini
sulla sanita' pubblica pugliese'' svolte dai pm Scelsi e
Digeronimo ''titolari unici di esse'' fino all'arrivo di Laudati
e le ''irregolarita' e criticita' di esse''. Accertamenti quelli
del procuratore che avrebbero violato ''sia l'articolo 11 del
Codice di procedura penale, che gli impediva (a Laudati, ndr) di
svolgere alcuna indagine penale nei confronti di magistrati in
servizio presso il suo ufficio, sia le disposizioni del decreto
legislativo 109/2006 in materia di accertamento della
responsabilita' disciplinare nonche' la relativa normativa
secondaria del Csm''. I risultati degli accertamenti furono poi
inviati da Laudati ai procuratori generali presso la Cassazione
e la Corte d'appello di Bari e innescarono nella procura di Bari
un clima di veleni sfociato nelle indagini disciplinari tuttora
in corso e nell'inchiesta penale che si e' conclusa oggi nella
quale sono coinvolti anche sei giornalisti accusati di aver
diffamato Laudati.(ANSA).

PM BARI INDAGATO, INTERCETTO' COLLEGA PER FARLO ASTENERE
DA INCHIESTA SU SANITA' REGIONE PUGLIA E SU EX ASSESSORE TEDESCO
(ANSA) - BARI, 25 SET - Avrebbe ''intenzionalmente arrecato
ingiusto danno'' ad un altro pm della procura di Bari, Desire'
Digeronimo, e a un'amica di quest'ultima, Paola D'Aprile,
attuando una ''indebita aggressione alla sfera della loro
personalita''' intercettandone le conversazioni ''per fini
estranei alla funzione giurisdizionale'': e' con questa
motivazione che la procura di Lecce contesta al pm barese
Giuseppe Scelsi (ora sostituto procuratore generale) il reato di
abuso di ufficio nell'avviso di conclusione delle indagini a suo
carico e a carico del procuratore di Bari, Antonio Laudati.
La vicenda attribuita a Scelsi nel capo di imputazione e'
estranea alle indagini escort che riguardano il suo ex capo
Antonio Laudati. La contestazione del reato all'ex pm riguarda
invece le inchieste sulla sanita' della Regione Puglia che tra
il 2008 e il 2009 conducevano sia Digeronimo (che aveva tra gli
indagati l'ex assessore Alberto Tedesco) sia Scelsi stesso, che
avrebbe agito per ''ripicca'', secondo la procura di Lecce, e
per ''costringere'' la collega ad astenersi. Per perseguire le
proprie finalita' ''estranee alla funzione giurisdizionale'',
Scelsi, infatti, avrebbe piu' volte usato ''surrettiziamente''
elementi acquisiti durante altre intercettazioni, che lui stesso
alcuni mesi prima aveva ritenuto penalmente irrilevanti. Sempre
per perseguire il proprio intento, avrebbe anche coinvolto la
guardia di finanza chiedendo informative che giustificassero le
sue richieste di intercettazione di D'Aprile, che sapeva amica
di Digeronimo. (ANSA).

PM BARI INDAGATO, INTERCETTO' COLLEGA PER FARLO ASTENERE (2)
(ANSA) - BARI, 25 SET - Nella ricostruzione che la procura di
Lecce fa delle modalita' attuate da Scelsi per danneggiare la
collega Digeronimo, la vicenda, nell'estate 2009, nasce perche'
Scelsi apprese che in un procedimento assegnato a Digeronimo nei
confronti di Alberto Tedesco, allora assessore alla sanita'
della Regione Puglia, erano state intercettate alcune
conversazioni telefoniche di suo fratello Michele Scelsi
''(dalle quali risultava che quest'ultimo si lamentava con
l'assessore Tedesco delle scelte in materia sanitaria del
direttore generale della Asl di Bari Lea Cosentino e che vi era
forte contrasto tra quest'ultima e Tedesco e tra Tedesco e i
fratelli Tarantini, concorrenti nelle forniture di protesi alla
Asl'').
I Tarantini e Cosentino erano indagati in un procedimento
assegnato al pm Scelsi. Dell'intercettazione tra Michele Scelsi
e Tedesco, Digeronimo informo' l'allora procuratore della
Repubblica di Bari, Emilio Marzano: ne segui' una riunione,
tenuta nel luglio 2009, tra Marzano, Digeronimo e Giuseppe
Scelsi affinche' quest'ultimo ''valutasse la opportunita' di
astenersi nel procedimento'' nel quale era indagata Cosentino,
ma Scelsi replico' manifestando la propria intenzione di
chiedere l'archiviazione del procedimento nei confronti di Lea
Cosentino ''(cosi' facendo venir meno ogni eventuale esigenza di
astenersi da esso)'', archiviazione che chiese il 29 luglio
2009.
In quella circostanza, secondo la procura di Lecce, Scelsi
intese che Digeronimo voleva '''sottrargli' il suddetto
procedimento per riunirlo a quello nei confronti di Alberto
Tedesco a lei assegnato''. Decise, percio', ''in violazione
delle norme del codice di procedura penale e del decreto
legislativo n.109/2006'', di sottoporre ''ad intercettazioni i
telefoni di Paola D'Aprile non per finalita' di esercizio della
giurisdizione, bensi' solo per ripicca nei confronti della
collega Desire' Digeronimo, che sapeva amica della D'Aprile'',
della quale era amica pure Cosentino, ''affinche' potesse
risultare tale rapporto di amicizia e la Digeronimo fosse
'costretta' ad astenersi nel procedimento a lei assegnato nel
quale, tra gli altri, era indagata Lea Cosentino''.
Di qui, a piu' riprese, tra l'agosto e il settembre 2009 le
richieste di Scelsi alla guardia di finanza ''per le vie brevi''
di redigere informative con le quali ''si segnalasse l'urgenza
di disporre intercettazione delle utenze telefoniche in uso a
Lea Cosentino (anche quelle di Paola D'Aprile, utilizzate dalla
Cosentino, sua amica)''. Frattanto, secondo la procura di Lecce,
Scelsi emise anche un primo decreto di urgenza per eseguire le
intercettazioni ''benche' non ne sussistessero i presupposti
(tanto che il Gip non convalidava il decreto) e la Cosentino non
risultasse tra le persone indagate (la sua posizione era stata
gia' da lui stesso compiutamente valutata nel citato
procedimento 0.9319/09/21 del quale pochi giorni prima era stata
chiesta l'archiviazione, rispetto alla quale non era
sopravvenuto alcun nuovo elemento)''. Dopo la mancata convalida
del gip, Scelsi fece un secondo decreto di urgenza,
''utilizzando surrettiziamente'' i risultati'' di una
intercettazione in un altro procedimento ''ritenuta penalmente
irrilevante da lui stesso solo meno di un mese prima''.(ANSA).

ESCORT: ATTI, LAUDATI HA ILLECITAMENTE INDAGATO SU SUOI PM
'ABUSO D'UFFICIO PER INDEBITA AGGRESSIONE SFERA PERSONALITA''
(ANSA) - BARI, 25 SET - Il procuratore della Repubblica di
Bari, Antonio Laudati, e' accusato di abuso d'ufficio per aver
''intenzionalmente arrecato ingiusto danno'' ai suoi pm Giuseppe
Scelsi e Desire' Digeronimo, il primo titolare dell'inchiesta
escort e l'altro delegato, assieme a Scelsi, alla conduzione di
delicate inchieste sulla gestione della sanita' pubblica
pugliese prima dell'arrivo a Bari di Laudati.
L'abuso d'ufficio - secondo la procura di Lecce - e'
consistito ''nella indebita aggressione alla sfera della
personalita''' perche' i due sostituti sono stati
''illecitamente sottoposti da parte della Guardia di Finanza ad
investigazioni e ad abusivo controllo della loro attivita'
professionale''. Cio' - a giudizio della pubblica accusa - ha
comportato la ''lesione della loro professionalita' e della loro
immagine anche agli occhi della polizia giudiziaria per il solo
fatto che la loro attivita' fosse sottoposta al vaglio di
quest'ultima; nella perdita di prestigio nei confronti della
stessa polizia giudiziaria e dei colleghi e nella possibilita'
che, sulla base di siffatti illeciti accertamenti, si avviasse
nei loro confronti un procedimento penale o disciplinare''.
L'abuso d'ufficio fa riferimento al fatto che Laudati
ottenne, secondo l'accusa violando la normativa, il distacco
''alle sue dirette dipendenze funzionali'' di un ''contingente''
di ufficiali della Guardia di finanza al quale delego' poi
''senza alcun atto scritto'' attivita' d'indagine, ''seguendone
personalmente gli sviluppi''. Gli accertamenti disposti
avrebbero riguardato le ''modalita' di conduzione delle indagini
sulla sanita' pubblica pugliese'' svolte dai pm Scelsi e
Digeronimo ''titolari unici di esse'' fino all'arrivo di Laudati
alla procura di Bari e le ''irregolarita' e criticita' di esse,
in violazione sia dell'articolo 11 del Codice di procedura
penale, che gli impediva (a Laudati, ndr) di svolgere alcuna
indagine penale nei confronti di magistrati in servizio presso
il suo ufficio, sia delle disposizioni del decreto legislativo
109/2006 in materia di accertamento della responsabilita'
disciplinare nonche' della relativa normativa secondaria del Csm
che non consentivano di avviare di iniziativa indagini per
accertare eventuali profili di illegittimita' o di rilevanza
disciplinare delle attivita' di indagine svolte dai magistrati
del suo ufficio, ne' consentivano di delegare compiti di
controllo, del tutto impropri, affinche' esse venissero condotte
verso uno sviluppo piu' corretto''. I risultati degli
accertamenti furono poi inviati da Laudati ai procuratori
generali presso la Corte di Cassazione e la Corte d'appello di
Bari. (ANSA).

LAUDATI INDAGATO ANCHE PER FAVOREGGIAMENTO BERLUSCONI
E TARANTINI, PER AVERLI AIUTATI A ELUDERE INDAGINI ESCORT
(ANSA) - BARI, 25 SET - Il procuratore di Bari, Antonio
Laudati, e' anche accusato di favoreggiamento personale per aver
aiutato sia ''Gianpaolo Tarantini ed altri indagati'' ad eludere
le indagini sulle escort, sia ''aiutato'' Silvio Berlusconi ad
eludere le stesse indagini ''dirette ad accertare anche
l'eventuale suo concorso nei suddetti reati''. (ANSA).

LAUDATI INDAGATO ANCHE PER FAVOREGGIAMENTO BERLUSCONI (2)
(ANSA) - BARI, 25 SET - A Laudati viene contestato di aver
disposto ''arbitrariamente'', il 26 giugno 2009, due mesi e
mezzo prima di insediarsi nell'incarico di procuratore di Bari,
che le indagini sulle escort portate da Tarantini nelle
residenze di Berlusconi ''venissero sospese e non si adottasse
alcuna iniziativa fino a quando non avesse assunto le funzioni''
di capo della procura. L'incontro avvenne nella scuola allievi
della Guardia di finanza di Bari alla presenza del pm
inquirente, Giuseppe Scelsi, e di ufficiali della Gdf a cui
erano state delegate le indagini. L'insediamento di Laudati
avvenne il 9 settembre 2009.
Dando quelle disposizioni - secondo l'accusa - ''con abuso
dei poteri e violazione dei doveri di magistrato'' Laudati, tra
l'altro, ha impedito ''l'assunzione di sommarie informazioni
dalle altre escort non ancora ascoltate'' e ha causato ''ritardo
ed intralcio nello svolgimento delle investigazioni per la
maggiore difficolta' di accertamento di fatti e circostanze
conseguente alla maggiore distanza temporale del momento
investigativo dal loro verificarsi''.
In questo si e' concretizzato - secondo i magistrati
salentini - il reato di favoreggiamento personale aggravato
contestato al procuratore di Bari. Laudati avrebbe quindi - e'
scritto nell'avviso di conclusione delle indagini - ''aiutato
Gianpaolo Tarantini e gli altri indagati'' ad ''eludere le
indagini'' nel procedimento per favoreggiamento e sfruttamento
della prostituzione delle ''cosiddette escort'' avviato dal pm
Giuseppe Scelsi ''nel quale era coinvolto quale fruitore delle
prestazioni sessuali il presidente del Consiglio dei ministri,
on.Silvio Berlusconi (al fine di favorire indirettamente
quest'ultimo preservandone l'immagine istituzionale) ed aiutato
anche quest'ultimo ad eludere le suddette indagini, dirette ad
accertare anche l'eventuale suo concorso nei suddetti reati''.
(ANSA).

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