LA RIVOLTA DEGLI 007 ANTIMAFIA. GLI AGENTI DELLA DIA AL MINISTRO: CHI VUOLE SMANTELLARCI?" (La Repubblica)

domenica 07 ottobre 2012


La Repubblica – ed. Roma

IL CASO

LA RIVOLTA DEGLI 007 ANTIMAFIA
DIA: MINISTRO CHI VUOLE SMANTELLARCI?

Gli agenti della Direzione investigativa antimafia hanno scritto ad Annamaria Cancellieri, dopo aver visto dimezzare il loro organico (da 3000 a 1200 unità ) e terminare gli stanziamenti a loro destinati

di FEDERICA ANGELI

Organico dimezzato, fine degli stanziamenti, indagini delicatissime affidate a "gruppi di lavoro" esterni. Così si sta distruggendo la Dia, la direzione investigativa antimafia, l'organismo che indaga sulla criminalità  organizzata. Così quella che nell'idea di Giovanni Falcone, che 20 anni fa l'ha voluta, doveva essere una struttura interforze nella quale raccogliere le eccellenze investigative per contrastare la mafia, ora è alla deriva.

C'è un preciso progetto politico nel lasciare allo sbando un ufficio che si occupa di criminalità  organizzata? Se lo chiedono gli agenti della Dia e lo hanno chiesto al ministro Cancellieri inviandole una lettera. Una lettera disperata, dai contenuti forti, di chi ancora crede nel proprio lavoro e spera, quantomeno, di trovare risposte. Perchà© se la Direzione vuol essere seppellita e dimenticata, lasciando carta bianca alla criminalità , qualcuno deve metterlo nero su bianco.

"L'organico è stato sottodimensionato (da 2.500/3000 previste ci sono 1.200 unità ), retribuzioni e fondi per la gestione sono stati tagliati con la falce - ha spiegato Maurizio Falappa, delegato sindacale Silp Cgil della Dia - utilizzando il pretesto del contenimento della spesa pubblica". Peggio: il senatore Idv Luigi Li Gotti, per fronteggiare l'aumento della criminalità  organizzata alimentata dalla crisi economica, aveva presentato un atto di indirizzo politico che impegnava il governo a potenziare la Dia e a sostenere il disegno di legge per il Fondo Unico Giustizia.

Bene, "il sottosegretario all'Interno Carlo De Stefano, lo scorso 27 settembre, - prosegue Falappa - ha chiesto all'Idv di rinunciare alla parte del dispositivo riguardante la Dia, in quanto materia complessa dibattuta su altri tavoli istituzionali".

E così mentre a Bruxelles la Commissione parlamentare europea antimafia ha individuato nella Dia il modello di ufficio da esportare negli stati membri, in Italia "si procede a contrastarlo - si legge nella missiva indirizzata al ministro Annamaria Cancellieri - forse perchà© da un ventennio porta avanti indagini scomode (come quelle contro i Dell'Utri, i Cosentino, i Belsito) raccordando pezzi importanti di informazioni nazionali e internazionali".

Agghiacciante poi scoprire - è riferito nella lettera - che vengono creati gruppi di lavoro ad hoc, esterni alla Dia che si appropriano di sue competenze specifiche. L'ufficio della Direzione che controlla i flussi di appalti e di grandi opere, in situazioni ad esempio come quelle post terremoti - in cui l'investimento nel mattone diventa un'attrazione irresistibile per riciclare il denaro delle mafie - non viene utilizzato.

Al suo posto si creano team per fronteggiare le emergenze (attualmente quella del dopo terremoto in Emilia, tanto per fare un esempio) che fanno capo alla Criminapol. Gruppi di lavoro pagati extra quando già  ne esiste uno creato proprio per fare quel tipo di investigazioni. Un'assurdità . E allora gli agenti della Dia domandano al ministro dell'Interno: "Cui prodest il ritorno alla frammentazione di informazioni se non alla mafia stessa e ai suoi sostenitori?". Già : a chi?

(03 ottobre 2012)

 

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