MAFIA: SLOT TAROCCATE, 21 ARRESTATI. IN CARCERE ANCHE 2 GDF E POLIZIOTTO - MARINA MILITARE: COCER, NON SIAMO MANDORLE E CHAMPAGNE - FISCO:1 ITALIANO SU 3 PRONTO PAGARE CON CARTE SOTTO 50 EURO - POLIZIA: SIULP,LIQUAMI E CHIAZZE UMIDO IN QUESTURA

mercoledì 10 ottobre 2012

MAFIA: IL BUSINESS DELLE SLOT TAROCCATE, 21 ARRESTATI
GIRO MILIONARIO NEL NISSENO,IN CARCERE ANCHE 2 GDF E POLIZIOTTO
(di Ruggero Farkas)
(ANSA) - CALTANISSETTA, 9 OTT - Droga, estorsioni, pizzo sui
lavori pubblici rimangono lo zoccolo duro delle entrate della
mafia i cui appetiti insaziabili pero' fanno sperimentare ai
boss nuovi business come il gioco d'azzardo legalizzato: ma
basta far intervenire un tecnico esperto sulle schede
elettroniche, memory, microchip e sulle altre diavolerie
elettroniche interne alle slot machine o ai videopoker e il
gioco cambia non e' piu' controllato e diventa illegale. E ''Le
jeux sont faits 2'' e' il nome dell'inchiesta antimafia portata
a termine dalla squadra mobile nissena che ha scoperto come i
fratelli Allegro, Luigi, Matteo e Salvatore, con il benestare
del reggente di Cosa nostra nissena Salvatore Di Marca, abbiano
piano piano imposto il controllo su tutte le macchinette della
provincia: alcune da videogiochi da videoscommesse, e altre,
appositamente truccate, si trasformavano in veri e propri
mangiasoldi che facevano intascare ai mafiosi e ai loro amici
milioni di euro l'anno, facevano perdere agli scommettitori
l'equivalente denaro togliendo pero' all'erario la quota di
utile che avrebbe incassato se le giocate fossero state
regolari.
Sono 21 gli arrestati nell'operazione (due posti ai
domiciliari) e tra loro anche esponenti delle forze dell'ordine
infedeli, un sostituto commissario della polizia di Stato, un'
assistente capo della polizia penitenziaria, due marescialli
della guardia di finanza, un vigile urbano. Le accuse vanno
dall' associazione mafiosa al concorso esterno (ma non per tutti
gli indagati), dalla corruzione alla concussione, dal peculato
alla frode informatica. Ventuno tra baristi, gestori di pub e
sale giochi, sono stati interdetti dall'esercizio d'impresa
perche', d'accordo o no, avevano acconsentito alla sistemazione
delle macchine truccate nei loro locali.
Altri militari della Guardia di finanza e alcuni dipendenti
civili del ministero dell'Interno sono stati raggiunti da
informazione di garanzia per corruzione, concorso in peculato e
frode informatica. Analogo invito a comparire e' stato emesso
nei confronti di alcuni funzionari di banca per il reato di
riciclaggio, in quanto secondo l'accusa ''omettevano
sistematicamente le segnalazioni dovute per operazioni
sospette''.
L'inchiesta secondo il capo della squadra mobile, Giovanni
Giudice ha fatto emergere ''una miscela di mafia, scommesse
clandestine con videogiochi taroccati e corruzione di pubblici
ufficiali, che in cambio di regali e compensi in denaro
chiudevano un occhio sul malaffare''. ''La giustizia non guarda
in faccia nessuno - ha detto il procuratore nisseno, Sergio Lari
- e quando ci vuole pulizia, pulizia va fatta''. Gli ha fatto
eco il questore di Caltanissetta, Filippo Nicastro che si e'
detto ''addolorato per la presenza di due poliziotti infedeli
tra gli indagati'' ma ha evidenziato la necessita' di
salvaguardare l'integrita' del corpo di polizia isolando e
perseguendo ''soggetti che hanno tradito il loro giuramento di
fedelta' allo Stato''.
L'operazione ha passato ai raggi X le attivita' del gruppo
criminale e anche i guadagni: beni per cinque milioni di euro,
sono stati sequestrati alla famiglia di Matteo Allegro,
societa', abitazioni, quote di immobili e potenti auto su cui i
tre fratelli e i loro familiari si vedevano circolare.
Un analisi dei Monopoli di Stato e dell'Istat dice che ogni
siciliano nel primo semestre dell'anno ha giocato 145 euro alle
slot machine, contro i 279 della media nazionale. La raccolta
complessiva regionale delle slot machine e' stata pari a 595
milioni di euro, con introiti erariali per 70 milioni. Una cifra
che ammonta a poco piu' della meta' rispetto al dato italiano.
Un indizio, secondo gli operatori della filiera, di come una
parte del business sia ancora sommerso e legato alle scommesse
clandestine. (ANSA).

MARINA MILITARE: COCER, NON SIAMO MANDORLE E CHAMPAGNE
(ANSA) - ROMA, 9 OTT - ''La Marina non e' champagne e
mandorle tostate!''. Lo afferma il Cocer della Forza armata,
intervenendo sul caso della circolare emanata dal comandante in
seconda del lanciamissili Mimbelli (oggetto anche di
un'interrogazione parlamentare) che prevede champagne, mandorle,
pizzette e camerieri a disposizione del comandante della Squadra
navale quando questi sale a bordo della nave.
Il Cocer Marina, ''interpretando i sentimenti dei suoi
rappresentati'', con una nota ''prende le distanze da tutti quei
comportamenti lontani dai suoi tradizionali valori di sacrificio
e dedizione alle Istituzioni. Coglie l'occasione per
sottolineare con forza che la Marina Militare e' quella fatta di
uomini e donne che, in silenzio, si sacrificano quotidianamente
in mare, sulle navi e nei sottomarini, per garantire la
sicurezza e gli interessi della Nazione anche in contesti
internazionali. La Marina e' quella che vede i suoi 'marinai'
impegnati lontano dalle proprie famiglie in operazioni di pace
all'estero o in Patria al servizio dei cittadini. La Marina e'
la sua Guardia Costiera che garantisce la salvaguardia della
vita umana in mare e la sicurezza dei porti e delle coste. La
Marina e' la Forza armata di Latorre e Girone ancora trattenuti
in India per aver fatto il loro dovere contro la pirateria.
Questi sacrifici sono vissuti da tutti i marinai d'Italia, forti
dei loro valori di servizio alla Nazione''.
Il Cocer rimane dunque ''in vigile attesa perche' l'orgoglio
e la dignita' del personale della Marina tutta, non possono e
non devono essere messi in discussione ne' da comportamenti
riprovevoli, ne' da benzina sul fuoco irrorata ad arte''.
(ANSA).

FISCO:1 ITALIANO SU 3 PRONTO PAGARE CON CARTE SOTTO 50 EURO
INDAGINE SIA-ISPO, CON POS PIU' DIFFUSI PERCENTUALE SALE A 57%
(ANSA) - MILANO, 09 OTT - Un terzo degli italiani e' pronto
ad abbandonare l'uso del contante in favore della moneta
elettronica anche per i pagamenti inferiori a 50 euro. Inoltre,
se i Pos fossero piu' diffusi nei negozi e i pagamenti con carta
sempre accettati dagli esercenti italiani, questa percentuale
potrebbe addirittura salire al 57%. E' quanto emerge da
un'indagine Sia-Ispo, presentata oggi a Milano nel corso del
'Sia Expo 2012'.
Il 74% degli italiani ritiene che l'uso delle carte di
pagamento aiuta a ridurre l'evasione fiscale e, secondo il 36%
degli intervistati, un contributo decisivo per disincentivare
l'uso del contante potrebbe derivare dai pagamenti via cellulare
prediletti soprattutto da giovani, studenti e disoccupati in
cerca di un lavoro. Imprenditori, dirigenti e laureati sono
invece tra i maggiori sostenitori delle carte di pagamento,
mentre, gli amanti del contante sono principalmente pensionati,
casalinghe e gli over 64.
''La nostra ricerca conferma che i pagamenti di nuova
generazione costituiscono una leva importante per il
sistema Paese e possono contribuire a recuperare il ritardo
dell'Italia a livello europeo'', spiega l'a.d di Sia, Massimo
Arrighetti, sottolineando che ''occorre individuare delle azioni
per incentivare l'uso dei pagamenti elettronici e accelerare il
processo gia' in atto''.
(ANSA).

POLIZIA: SIULP,LIQUAMI E CHIAZZE UMIDO IN QUESTURA A FIRENZE
(ANSA) - FIRENZE, 08 OTT - Chiazze di umidita' dovute alla
rottura di ''una tubatura in cui scorrono liquami'' sono
comparse negli uffici della squadra mobile in questura a
Firenze. Lo denuncia in una nota il segretario del Siulp
fiorentino Riccardo Ficozzi. ''Il Siulp - annuncia Ficozzi -
chiedera' l'intervento del servizio di vigilanza interno alla
Polizia di Stato ma anche dell'Asl e, se necessario, della
autorita' giudiziaria competente''.
Secondo quanto riportato nella nota, la rottura del tubo,
''accertata da molto tempo e mai riparata'', ha causato
infiltrazioni e ''l'umidita' sta completamente impregnando
l'intonaco che, di conseguenza, si sta staccando dalle pareti'',
col risultato, accusa il sindacato, che ''il personale lavora in
mezzo a liquami e putridume vario, in ambienti malsani ed
indecenti''. ''Nessuno -continua la nota- potra' nascondersi
dietro il falso pretesto della carenza di fondi. Infatti, se e'
vero che non esistono risorse economiche per niente, e'
altrettanto vero che il questore di Firenze, in qualita' di
'datore di lavoro', ha l'obbligo di prendere dei provvedimenti,
ivi compresa, se necessaria, la chiusura degli uffici
interessati''.(ANSA).

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