I SENATORI RAMPONI (PDL) E DEL VECCHIO (PD) RITIRANO LA PROPOSTA DI DELEGA IN BIANCO AL GOVERNO PER RIFORMARE LA RAPPRESENTANZA MILITARE
giovedì 18 ottobre 2012
I SENATORI RAMPONI (PDL) E DEL VECCHIO (PD) RITIRANO LA PROPOSTA DI DELEGA IN BIANCO AL GOVERNO PER RIFORMARE LA RAPPRESENTANZA MILITARE
Il 17 ottobre scorso, alla Commissione Difesa del Senato, nel corso dell’esame del DDL 3271 di revisione dello strumento militare, il Sen. Ramponi (PDL) ha ritirato la proposta emendativa 3.1 volta a dare una delega al Governo per riformare la rappresentanza militare; il giorno precedente anche il Sen. Del Vecchio (PD) aveva ritirato la propria firma dall’emendamento in questione.
Ricordiamo che tale proposta era stata fortemente criticata dal CoCeR della Guardia di Finanza, il quale il 1° agosto 2012 aveva appositamente incontrato il Sen. Ramponi per manifestargli la contrarietà  di una delega al Governo su una riforma così delicata.
In tale occasione il Senatore del PDL aveva rassicurato che non era nelle sue intenzioni dare una delega in bianco all’esecutivo in quanto avrebbe subordinato tale proposta solamente all’approvazione di un altro emendamento (1.2) che rendeva obbligatorio il parere parlamentare.
Tuttavia dagli atti parlamentari risulta che l’emendamento 3.1 sia stato ritirato a causa della contrarietà  del Governo e del relatore del PD, Sen. Scanu, e non invece dalla mancata previsione di un parere parlamentare, in quanto l’emendamento 1.2 era già  stato ritirato il 9 ottobre.
Pubblichiamo il resoconto della Commissione relativo alla seduta del 17 ottobre.
Legislatura 16ª - 4ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 335 del 17/10/2012
(3271) Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale
- e petizione n. 1564 ad esso attinente
(Seguito dell'esame e rinvio)
Riprende l’esame, sospeso nella seduta di ieri.
Il presidente CARRARA dà  conto del parere espresso, nella giornata di ieri, dalla Commissione bilancio, sull'emendamento 4.2, di tenore non ostativo condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Il co-relatore SCANU (PD), preso atto di quanto rappresentato dal Presidente, riformula l'emendamento 4.2 nel senso indicato (4.2 (testo 2), pubblicato in allegato).
Si riprende quindi l'esame delle proposte riferite all'articolo 3.
Il senatore RAMPONI (PdL), accogliendo l'invito espresso dal rappresentante del Governo nella seduta di ieri, ritira l'emendamento 3.3 presentando contestualmente l'ordine del giorno G/3271/2/4 (pubblicato in allegato).
Il predetto ordine del giorno viene quindi accolto dal Governo.
Con riferimento all'emendamento 3.30, il sottosegretario MAGRI concorda con quanto rappresentato dalla Commissione bilancio nel proprio parere (non ostativo in relazione alla lettera h-bis e contrario ex articolo 81 della Costituzione sulle restanti). In particolare, per la parte della proposta colpita dall'avviso contrario della 5a Commissione, osserva che, qualora fosse possibile ripresentare in Assemblea uno specifico emendamento in grado di superare le obiezioni espresse ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, il Governo sarebbe disponibile ad un approfondimento.
Il senatore RAMPONI (PdL), firmatario, ribadisce la necessità  di approfondire le problematiche sottese alla parte dell'emendamento in questione.
Anche ad avviso del senatore DEL VECCHIO (PD) le tematiche sottese alle lettere da h-ter a h-quinquies dell'emendamento 3.30 appaiono di particolare importanza.
L'oratore si dichiara pertanto fin da subito disponibile ad aggiungere la propria firma ad un eventuale emendamento predisposto dal presentatore nel corso dell'esame in Assemblea.
Il sottosegretario MAGRI si pronuncia quindi in senso contrario sulle proposte 3.17, 3.18, 3.19 e 3.25, invitando invece i presentatori al ritiro, pena l'avviso contrario, degli emendamenti 3.24 e 3.11. Con riferimento agli emendamenti 3.7 e 3.6 l'avviso è invece favorevole. Infine si dichiara disponibile a pronunciarsi favorevolmente sull'emendamento 3.1 a patto che venga riformulato in un ordine del giorno volto ad impegnare il Governo ad assumere le necessarie iniziative normative dirette a rendere effettiva la partecipazione del COCER, in rappresentanza del personale militare, alle attività  negoziali svolte in attuazione delle finalità  previste dall'articolo 19 della legge n. 183 del 2010.
I co-relatori SCANU (PD) ed ESPOSITO (PdL) si associano alle considerazioni del rappresentante del Governo (quest'ultimo rimarcando la possibilità  di approfondire anche nell'esame in Assemblea le questioni sottese a molte proposte).
Si apre un dibattito.
Il senatore RAMPONI (PdL) si pone in maniera profondamente critica in relazione agli avvisi espressi sia dalla Commissione bilancio che dal Governo sui alcune sue proposte.
In particolare, con specifico riferimento all'emendamento 3.2, pone l'accento sulla necessità  di soddisfare le legittime aspirazioni di numerosi giovani appartenenti alle Forze armate che hanno deciso di unirsi in matrimonio.
In relazione ai contenuti dell'emendamento 3.2, interviene anche il senatore DEL VECCHIO (PD), ribadendo che la problematica evocata è particolarmente sentita dal personale ed osservando che il pronunciamento della Commissione bilancio concerne aspetti meramente contabili e non connessi con l'esigenza di principio manifestata. In ragione di ciò, appare assolutamente opportuno che il predetto emendamento venga ripresentato anche nel corso dell'esame in Assemblea.
Il senatore RAMPONI (PdL) prosegue quindi la sua disamina critica, osservando che la posizione del Governo sull'emendamento 3.1 appare poco comprensibile. Non solo perchà © la riforma della rappresentanza militare è ormai indifferibile, ancorchà © da diverse legislature non si riesca a materializzarla in un provvedimento, ma anche perchà © con la sua posizione l'Esecutivo sembrerebbe voler precludere all'iniziativa parlamentare la possibilità  di definire ed introdurre dei criteri di delega. Possibilità  che rientra pienamente tra le prerogative del Parlamento.
Da quanto osservato dal senatore Ramponi dissente il co-relatore SCANU (PD), osservando che l'esigenza di riforma della rappresentanza militare, in questa come in altre legislature passate, è sempre stata trasfusa in uno specifico disegno di legge sottoposto all'esame del Parlamento. Riportarla in un principio di delega al Governo potrebbe allora risultare contraddittorio con l'esigenza di garantire le prerogative parlamentari, stante il minor margine d'azione consentito dal Regolamento nell'esame di un decreto delegato (che sarebbe un atto del Governo), rispetto a quello di un disegno di legge ordinario.
Il senatore RAMPONI (PdL) dissente a sua volta da quanto osservato dal co-relatore.
Interviene anche il senatore COMPAGNA (PdL), precisando che a voler seguire pedissequamente il ragionamento del co-relatore, si renderebbe necessario specificare a priori che certe materie non possono costituire oggetto di delega.
Preso atto di quanto emerso nel dibattito, il senatore RAMPONI (PdL), pur mantenendo le proprie perplessità  , dichiara di ritirare gli emendamenti 3.2, 3.1, 3.11, 3.10, 3.9 e 3.26.
Previa verifica del numero legale, la Commissione respinge l'emendamento 3.13. Successivamente, l'emendamento 3.21 viene dichiarato decaduto per assenza dei proponenti.
Con distinte votazioni sono quindi respinte le proposte 3.14 e 3.15, mentre anche l'emendamento 3.22 viene dichiarato decaduto per assenza dei proponenti.
La senatrice PINOTTI (PD) aggiunge la propria firma all'emendamento 3.23.
L'emendamento 3.23 viene quindi posto ai voti ed approvato dalla Commissione.
Il co-relatore SCANU (PD) ritira l'emendamento 3.20 (testo 2).
Con riferimento all'emendamento 3.30, il PRESIDENTE osserva che il parere espresso dalla Commissione bilancio impone di procedere ad una votazione per parti separate.
Pone quindi in votazione la parte dell'emendamento ricomprendente sino a tutta la lettera h-bis, che risulta approvata dalla Commissione. La parte contenente le lettere da h-ter ad h-quinquies, invece, viene respinta.
Con distinte votazioni, la Commissione respinge anche gli emendamenti 3.16, 3.17, 3.18 e 3.19, mentre risulta approvata la proposta 3.7.
Successivamente, viene quindi respinto l'emendamento 3.25, ed approvata la proposta 3.6.
Con riferimento agli emendamenti 3.0.1 e 3.0.2 il sottosegretario MAGRI osserva che le problematiche da essi evocate sono note al Dicastero, che non è, in linea di principio, contrario a discuterne. Tuttavia, va tenuto presente il parere contrario espresso dalla Commissione bilancio sui profili finanziari.
I co-relatori si associano alle considerazioni svolte dal sottosegretario.
L'emendamento 3.0.1 viene quindi dichiarato decaduto per assenza del proponente, mentre la proposta 3.0.2 viene respinta dalla Commissione.
Si passa quindi all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 4.
Il sottosegretario MAGRI invita i presentatori a valutare l'opportunità  di ritirare, pena l'avviso contrario, le proposte 4.4, 4.5, 4.7, 4.1, 4.8, 4.17, 4.9, 4.10, 4.16, 4.15, 4.14, 4.13 e 4.22.
Si pronuncia quindi favorevolmente sulle proposte 4.2 (testo 2) e 4.18.
Il senatore RAMPONI (PdL) domanda delucidazioni sulle ragioni dell'avviso espresso dal Governo sulla proposta 4.18.
Il co-relatore SCANU (PD) precisa che la posizione dell'Esecutivo è anche il frutto di un lunga e complessa trattativa con il Dicastero.
Il sottosegretario MAGRI precisa a sua volta che nulla osta, da un punto di vista strettamente tecnico, all'approvazione dell'emendamento in questione.
Si svolge quindi un dibattito nel corso del quale intervengono il co-relatore ESPOSITO (PdL) (invitando a considerare, se del caso, l'opportunità  di una pausa di riflessione), il co-relatore SCANU (PD) (auspicando la massima convergenza politica sul predetto emendamento), il senatore CAFORIO (IdV), il PRESIDENTE ed il senatore RAMPONI (PdL).
Il seguito dell'esame è quindi rinviato.