ALDROVANDI:PADRE,HANNO UCCISO BAMBINO SENZA PERCHE'. CHI SA' PARLI. SE MANGANELLI FOSSE VIVO AGENTI LICENZIATI. COISP, CONTINUA ACCANIMENTO CONTRO POLIZIOTTI - MORTO DURANTE ARRESTO: FIGLIA AL PROCESSO,UCCISO DA AGENTI
mercoledì 24 aprile 2013
ALDROVANDI:PADRE,HANNO UCCISO BAMBINO SENZA PERCHE'
CHI SA' PARLI. SE MANGANELLI FOSSE VIVO AGENTI LICENZIATI
(di Michela Suglia)
(ANSA) - FERRARA, 22 APR - Dopo quasi otto anni il 'cuore' di
Lino e' ancora in sintonia con quello di Federico, il figlio
morto a 18 anni per le botte di quattro poliziotti, ed e' la sua
testa a chiedersi ancora il perche'. Difficile da trovare e,
peggio, difficile accettare che non ci sia piu' un bambino.
Perche' questo era Federico nonostante il metro e 80 di altezza.
''Loro hanno ammazzato un bambino, un bambino'', ripete. E poi
si lascia andare: ''Il mio dolore e' pensare al male che puo'
aver captato quella mattina e...non c'eravamo vicino ne' io ne'
la mamma''.
In Lino Aldrovandi, ispettore di polizia municipale e figlio
di un carabiniere, l'amore di padre e' grande quasi quanto il
suo dolore. A lenirlo un po' solo il ricordo e la solidarieta'.
Come quella del Comune di Bologna che ha dato la cittadinanza
onoraria alla mamma di Federico, Patrizia Moretti. ''E' un
ulteriore gesto di civilta' da parte della societa''', spiega
lui senza citare le polemiche di Pdl e Lega che hanno accolto la
proposta dei consiglieri del Pd bolognese. E riferito a Patrizia
aggiunge: ''In fondo il merito di questa piccola giustizia e'
tutto suo''.
Lino invece c'ha messo la sua mitezza (''Apparente, dentro
sono un vulcano'') e la sua divisa: ''Io ho giurato fedelta'
allo Stato..anche per questo ho cercato di mantenere un certo
equilibrio''. Cosi' va avanti archiviando foto di Federico nel
pc stracolmo e facendo compagnia a nonna Ferruccia (sua madre)
che cucina la cotoletta alla bolognese e dice: ''Federico ne
andava matto''. Dopo la condanna in via definitiva a 3 anni e 6
mesi ai quattro agenti, Lino spera che arrivi un altro pezzo di
verita': ''Vorrei che la verita' completa emergesse. Gli unici
che possono raccontarla sono i vivi. Spero che qualche vivo e
che fa parte della polizia, magari un giorno tiri via quel
macigno dalla sua coscienza''.
Prima di allora c'e' la pena da scontare, quei 6 mesi rimasti
'scoperti' dall'indulto. Per questo tre agenti sono in carcere
(due a un chilometro da casa di Lino); il quarto (Monica
Segatto) ha ottenuto la detenzione domiciliare. E dopo? Lino non
ha dubbi: ''Devono essere allontanati dalla polizia. Non riesco
a concepire che chi delinque debba continuare a svolgere quel
mestiere al servizio dei cittadini''. In realta' pare che dopo
sei mesi di sospensione disciplinare, dal 2014 torneranno in
servizio. E chissa' se allora finiranno polemiche, ricorsi,
querele che hanno segnato questi anni e gli ultimi tre mesi in
particolare. A marzo si e' aggiunto il sindacato di polizia
Coisp che ha espresso solidarieta' ai quattro colleghi con un
sit-in quasi sotto l'ufficio della madre di Federico, che lavora
al Comune di Ferrara. ''Non era opportuno aggiungere benzina sul
fuoco'', sottolinea Lino. E ripensando ad Antonio Manganelli,
l'ex capo della polizia scomparso da poco e che gli Aldrovandi
incontrarono, va oltre: ''Secondo me se Manganelli non fosse
morto, questa cosa sarebbe scemata e andata alla sua conclusione
ovvero con il carcere di sei mesi e il licenziamento''.
La storia invece e' andata diversamente. E Lino la condivide
con la sua famiglia di oggi: oltre a Patrizia, Stefano, l'altro
figlio che aveva 14 anni quando Federico non e' piu' tornato a
casa. ''Stefano ha saltato 8 anni della sua adolescenza e vorrei
che la recuperasse. Vorrei solo che fosse lasciata in pace la
mia famiglia e che si parlasse di Federico con rispetto''.
ALDROVANDI: VIA QUESTORE FERRARA, RAGIONI OPPORTUNITA'
SPOSTATO A ISPETTORATO. COISP,GRAVE. MADRE FEDERICO, PRENDO ATTO
(ANSA) - ROMA, 18 APR - Venti giorni dopo la manifestazione
del Coisp sotto gli uffici della madre di Federico Aldrovandi,
'salta' il questore di Ferrara: il Dipartimento di Pubblica
Sicurezza ha disposto che dal 2 maggio prossimo il dirigente
superiore Luigi Mauriello prendera' servizio come ispettore
generale all'ufficio centrale ispettivo del Dipartimento.
Il trasferimento, formalmente, non ha nulla a che vedere con
la vicenda del ragazzo ucciso di botte nel 2005 durante un
controllo di polizia: Mauriello era a Ferrara dal 7 febbraio
2011 e dunque, viene fatto notare, si tratta di un "normale
avvicendamento" inserito in un piu' ampio giro di "movimenti di
dirigenti generali e dirigenti superiori". Di fatto pero' sulla
decisione ha pesato, e non poco, quanto avvenuto il 27 marzo
scorso in piazza a Ferrara.
Quel giorno il sindacato di polizia Coisp organizzo' sotto gli
uffici del Comune, dove lavora la madre di Federico, un sit in
per chiedere che ai colleghi condannati per la morte del ragazzo
fossero concesse pene alternative al carcere: una manifestazione
che ha scatenato lo sdegno di Patrizia Moretti, scesa in piazza
con la foto del figlio massacrato, polemiche a non finire e
un'ispezione disposta dal ministro dell'Interno Annamaria
Cancellieri per accertare "le responsabilita' della
manifestazione e di chi ha concesso lo spazio". Il titolare del
Viminale e' stato durissimo nei confronti del sindacato: "i
poliziotti veri sono quelli che tutti i giorni difendono il
paese. Quelle del Coisp sono parole in liberta'".
L'ispezione ha accertato che e' stato proprio il questore ad
autorizzare il sit in: ma se formalmente non sono state mosse
contestazioni a Mauriello, il rapporto sottolinea che non
sarebbero state tenute nel giusto conto le ragioni di
opportunita' nel dare l'autorizzazione. In sostanza, sarebbero
state sottovalutate la portata e le ripercussioni della
manifestazione. "Chi doveva prendere provvedimenti l'ha fatto -
e' l'unico commento di Patrizia Moretti -. Ne prendo atto e sono
contenta che che ci siano i controlli all'interno delle forze
dell'ordine. Mi rendo conto che era solo una questione di
opportunita', pero' credo che anche questo sia un elemento molto
importante nei rapporti fra le persone, ancor di piu' quando ci
sono di mezzo le istituzioni". "Ora pero' voglio starne fuori -
dice la mamma di Federico - non si deve rendere conto a me".
Le voci di una partenza di Mauriello erano gia' circolate ieri
in questura a Ferrara e quando questa mattina la notizia e' stata
ufficializzata, il questore ha convocato nel suo ufficio i
funzionari per un saluto: niente commenti ufficiali, anche se
dai corridoi della questura e' trapelato il malumore per le
scelte fatte a Roma. Contrarieta' che, invece, il Coisp ha messo
nero su bianco: "sarebbe gravissimo", afferma il segretario
Franco Maccari, se lo spostamento del questore "fosse collegato
al comportamento" che ha tenuto in occasione della
manifestazione. E "ancor piu' grave - prosegue - sarebbe se
Mauriello stesse pagando la sua correttezza istituzionale, che
lo ha indotto a riportare i fatti nell'alveo della realta'".
ALDROVANDI: ASSEMBLEA E-R, SOLIDARIETA' UNANIME MA SENZA PDL
PASSA ANCHE DOCUMENTO LEGA NORD, MA BERLUSCONIANI USCITI AL VOTO
(ANSA) - BOLOGNA, 23 APR - L'Assemblea legislativa
dell'Emilia-Romagna ha espresso 'completa vicinanza' e
'affettuoso sostegno' a Patrizia Moretti, madre di Federico
Aldrovandi, dopo la manifestazione sotto il suo ufficio a
Ferrara del sindacato di polizia Coisp, voluta a sostegno dei
quattro agenti condannati per la morte del diciottenne nel 2005.
Lo ha fatto approvando due documenti, uno della maggioranza
di centrosinistra e uno della Lega nord, con un voto
all'unanimita', ma senza il Pdl, che ha lasciato l'Aula al
momento del voto. ''La vicenda - ha detto il capogruppo Pdl,
Gianguido Bazzoni - e' piu' complessa di come si vuole narrare,
e la famiglie sconvolte sono anche quelle dei quattro agenti
condannati, probabilmente inadeguati all'incarico e non
addestrati a sufficienza, non solo quella di Federico''.
Entrambi i documenti approvati sottolineano i ''pesanti e
pubblici dileggi da parte dei poliziotti condannati e di loro
sodali'' nei confronti della madre di Federico, e si apprezza
''l'altissima coscienza civica'' della signora Moretti, che ha
sempre ''riposto piena fiducia nello Stato e nelle sue
istituzioni, operando e cooperando perche' verita' e giustizia
fossero raggiunte''. (ANSA).
ALDROVANDI: ASSEMBLEA E-R, SOLIDARIETA' UNANIME MA SENZA PDL (2)
(ANSA) - BOLOGNA, 23 APR - Sulla stessa linea del capogruppo
anche Fabio Filippi (Pdl): ''la giustizia non deve diventare
vendetta, la richiesta di radiare gli agenti condannati, che
hanno scontato una pena al contrario di molti altri, e' solo una
rivalsa che non condividiamo, se cosi' fosse le vittime di
quella tragica notte diventerebbero cinque''.
La posizione del Pdl ha scatenato la reazione di maggioranza:
''posizioni indecenti - tuona il capogruppo Fds, Roberto
Sconciaforni - posizioni strumentali e pretestuose'', la
giustizia ''ha gia' fatto il suo corso con una condanna
definitiva''. Nessun 'pregiudizio' nei confronti degli agenti,
rincara la dose Gabriella Meo (Verdi), ed e' ''civile richiesta
che chi tutela la legge la segua anche''. Anche per la
capogruppo Idv, Liana Barbati, ''stiamo parlando di civilta',
perche' la violenza e' sempre inaccettabile''. Franco Grillini
(Dl), che ha firmato il documento di maggioranza insieme a
Giovanni Favia (entrambi nel gruppo misto), assicura che ''la
condanna e' nei confronti del Coisp, un sindacato che di certo
non rappresenta tutte le forze dell'ordine''.
Favorevole a entrambe le risoluzioni la Lega Nord: Stefano
Cavalli ha spiegato che si tratta di atti ''non contro le forze
dell'ordine ma a sostegno dei diritti, perche' ogni vita e'
troppo importante. E a favore di una madre che si e' rivelata un
esempio''.
Per il capogruppo del Pd, Marco Monari, primo firmatario del
documento di maggioranza, ''non si tratta di una lotta personale
della signora Moretti, ma di una battaglia per affermare i
diritti civili'', assolutamente ''non contro la polizia, ma per
chiedere di riconoscere la violenza inaudita compiuta da chi la
violenza dovrebbe combatterla''. E chiede di usare nella vicenda
''il giusto grado di garbo, di delicatezza, e toni adatti a un
tema cosi' drammatico quale e' la perdita di un figlio''. Oggi,
spiega, si ''intende condannare il sit-in del Coisp sotto le
finestre dell'ufficio di Patrizia Moretti'': la ''piu' ferma
condanna contro un gesto inqualificabile che e' suonato prima di
tutto come un attacco alla madre di Federico Aldrovandi nel
luogo in cui lavora''. Con un sostegno anche ''al sindaco di
Ferrara, Tiziano Tagliani, che nel confronto avvenuto in piazza
e' stato attaccato con espressioni volgari e gratuite, che
bisogna respingere in toto''. Al Governo, si chiede di valutare
''l'opportunita' di azioni disciplinari nei confronti degli
autori di questo presidio 'ad personam'''.
''Tutta la questione che riguarda la morte di Federico
Aldrovandi, il relativo processo e il clamore mediatico che ne
e' seguito - replica il capogruppo del Pdl, Bazzoni - e' molto
piu' complessa di come la si e' voluta descrivere. Di fronte ad
un fatto che non riguarda la politica, ma la famiglia, la
giustizia e la tragica sorte di un ragazzo di 18 anni, ma anche
di 4 giovani agenti, servitori dello Stato, che si sono trovati
in una situazione che li ha visti inadeguati e per la quale
forse non erano stati addestrati e preparati, dobbiamo, secondo
noi, usare il metro della pieta' e non dell'odio o di un
conformismo di maniera. Pensiamo che su questa questione sarebbe
utile che la politica non si dividesse, o, ancor peggio, non
cercasse di sfruttare una tragedia per fini impropri. Per questo
non siamo favorevoli a riaprire in ambito politico delle ferite
che non riguardano solamente una famiglia, ma anche altre
quattro che hanno visto sconvolta la loro vita da un avvenimento
che la giustizia ha classificato come 'omicidio colposo'. Per
questo motivo - conclude Bazzoni - riteniamo sbagliato
presentare mozioni sull'argomento e ci asterremo dal votarle''.
(ANSA).
ALDROVANDI: COISP, CONTINUA ACCANIMENTO CONTRO POLIZIOTTI
(ANSA) - BOLOGNA, 23 APR - ''Ancora dei nostri colleghi si
trovano in carcere dove sono stati mandati per scontare una pena
di sei mesi inflittagli per una reato di natura colposa, e cioe'
non voluto, mentre la legge prevede che non ci stiano. Secondo
il cosiddetto svuota-carceri chi ha una pena, anche residua,
inferiore ai 18 mesi deve ottenere i domiciliari. Ma i colleghi
no!''. Lo sottolinea Franco Maccari, segretario generale del
sindacato di Polizia Coisp, facendo riferimento ai poliziotti in
carcere per la morte di Federico Aldrovandi, il 18enne ucciso
durante un controllo nel settembre 2005. Il Coisp e' il
sindacato che ha organizzato la manifestazione pro-agenti in
carcere di Ferrara nei pressi dell'ufficio dove lavora la mamma
di Federico Aldrovandi.
''Continuare ad accanirsi contro quattro poliziotti -
aggiunge il segretario del Coisp - tentando di convincere tutti,
che loro possano e debbano scontare tutto il rancore, il
desiderio di vendetta, la riprovazione sociale dell'intera
popolazione italiana, estinguendo sentimenti e crediti nati dal
distorto messaggio che tra le Forze dell'Ordine si annidino
delinquenti e torturatori senza scrupoli e' devastante, non
servira' a ristabilire la pace ne' la verita' ne' suscitera' le
necessarie riflessioni''. (ANSA).
MORTO DURANTE ARRESTO: FIGLIA AL PROCESSO,UCCISO DA AGENTI
TESTE FU MINACCIATO. IN AULA ANCHE LE SORELLE DI CUCCHI E UVA
(di Stefano Rottigni)
(ANSA) - MILANO, 23 APR - Tre donne che stanno vivendo la
stessa tragedia e si fanno forza per ''abbattere il muro di
ipocrisia'' che avvolge i processi in cui sono imputati
componenti delle forze dell'ordine e in cui ''la vittima rischia
di diventare il vero imputato''.
Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, arrestato il 15 ottobre
2009 per droga e morto una settimana dopo in ospedale a Roma e
Lucia Uva, sorella di Giuseppe, morto nel 2008 sempre in
ospedale dove era in trattamento sanitario obbligatorio dopo che
i carabinieri lo avevano fermato ubriaco per strada hanno voluto
esserci oggi in Corte d'assise a Milano: hanno voluto essere
accanto a Domenica Ferrulli, figlia di Michele, 51 anni, morto
il 30 giugno 2011 a Milano per arresto cardiaco mentre quattro
agenti lo stavano arrestando.
''Solo con l'unita' e la solidarieta' - hanno spiegato Ilaria
Cucchi e Lucia Uva - riusciamo a far fronte a queste tragedie
perche' continuiamo a credere nella Giustizia. Solo unite
riusciamo a fare in modo che le famiglie non si sentano sole''.
Sia Ilaria che Lucia a Milano hanno trovato un'atmosfera diversa
rispetto a quella che a Roma e a Varese aleggiava nei processi
per la morte dei loro fratelli: ''Il pm ha dimostrato grande
volonta' di raggiungere la verita e confidiamo nell'attenzione
del presidente della Corte''. A Lucia hanno dato fastidio quei
sorrisi'' dei poliziotti imputati in aula: ''ragazzini senza
alcuna consapevolezza di quello che hanno fatto''.
Oggi ha deposto la figlia di Giuseppe, Domenica Ferrulli,
rispondendo alle domande del pm Gaetano Ruta, ha spiegato che
''mio papa' non stava facendo nulla, rideva e scherzava con gli
amici e poi e' stato massacrato di botte con i manganelli''
aggiungendo che una delle persone che era presente quella sera
in via Varsavia, alla periferia sud-est di Milano, e' stato
''minacciato e spaventato''. La moglie di Michele Ferrulli, ha
raccontato che ''beveva un po', ma non dava fastidio a nessuno e
l'hanno ammazzato''.
In aula e' stato mostrato il video che riprese la scena
dell'arresto e della morte dell'uomo. ''E' stato qualcosa di
agghiacciante'', ha detto Ilaria Cucchi che con Lucia Uva ha
promesso di tornare nell'aula della Corte d'assise di
Milano.(ANSA).